La Conferenza episcopale bielorussa propone una preghiera per i rifugiati radunati al confine orientale. Da Mosca l'arcivescovo Paolo Pezzi chiede di «non usare i migranti come pedine e merci di scambio»
di Maria Chiara
BIAGIONI
Agensir
«In un momento in cui ai confini del nostro Paese si sta consumando una vera crisi umanitaria, preghiamo per le persone che appartengono al gruppo più vulnerabile dell’umanità: migranti e rifugiati». Con la foto in primo piano di una donna migrante con in braccio un bambino, il sito della Conferenza episcopale bielorussa, catholic.by, propone oggi una preghiera per i rifugiati e i migranti che si trovano al confine orientale con la Polonia, nei campi vicino a Kuznica. Si stima una presenza di almeno 4.00 migranti, provenienti per lo più da Sieria e Iraq. Una situazione che da giorni sta determinando nell’area una crescente tensione politica fra i Paesi dell’area.
«Dio misericordioso – è la preghiera che appare oggi sul sito dei vescovi cattolici bielorussi – fa’ che i rifugiati e i migranti, privati della casa, della famiglia e di tutto ciò che hanno, sentano la Tua presenza piena d’amore. Scalda i cuori dei bambini e degli anziani, così come le persone più deboli. Fa sentire loro che sei vicino, come eri vicino a Gesù, Maria e Giuseppe, quando erano profughi in Egitto. Aiutali a trovare una nuova casa e una nuova speranza. Apri i nostri cuori affinché li accettiamo come nostre sorelle e fratelli, vedendo nei loro volti Tuo Figlio, Gesù».
Da Mosca arriva l’appello a «non usare i migranti come pedine e merci di scambio». A chiederlo è monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente della Conferenza episcopale russa. «È una questione che debbono affrontare i Paesi – dice l’Arcivescovo interpellato dal Sir -. Ma le immagini che stiamo vedendo colpiscono chiunque abbia un minimo di cuore che non si sia completamente congelato. Nessuno può rimanere insensibile». E aggiunge: «Non parliamo di numeri o di oggetti, ma di persone e di contesti dai quali queste persone stanno fuggendo».
In visita a Mosca dall’8 al 10 novembre, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, in una conferenza stampa tenuta ieri insieme al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, ha esortato i Paesi dell’Unione europea ad assumersi la responsabilità e mostrare un atteggiamento umano. «Voglio dire che ora vediamo una crisi ai confini polacco-bielorusso e lituano-bielorusso – ha detto secondo l’agenzia Tass -. La nostra posizione è che chiediamo alle autorità di tutta Europa di assumersi la responsabilità per migranti e rifugiati. Chiediamo a tutte le parti di assumersi la responsabilità e di risolvere questa gravissima crisi umanitaria». «Invito tutti a guardare a questa situazione non in termini di numeri, ma dal punto di vista della sorte di chi come noi si trova di fronte a una situazione molto grave», ha aggiunto Gallagher.