Mario Botta, famoso architetto italo-svizzero, ha disegnato il progetto per la chiesa della Divina Provvidenza alla periferia di Leopoli. Un’opera commissionata dai sacerdoti orionini, per la costruzione di una casa e di un centro di accoglienza per disabili.
di Riccardo
Bigi
Agensir
«In Ucraina si continua a costruire, mentre altri demoliscono». Mario Botta, famoso architetto italo-svizzero, ha disegnato il progetto per la chiesa della Divina Provvidenza alla periferia di Leopoli. Un’opera commissionata dai sacerdoti orionini, per la costruzione di una casa e di un centro di accoglienza per disabili. A seguire i lavori è don Egidio Montanari, prete lodigiano, da diversi anni missionario in Ucraina: a lui nel settembre 2020 era stata conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza di Cavaliere della Stella d’Italia, per i suoi meriti.
Mario Botta aveva partecipato, nel novembre scorso, al convegno organizzato dalla commissione cultura della Conferenza episcopale toscana presso la Facoltà teologica dell’Italia Centrale, e aveva raccontato la sua esperienza di progettista di chiese, sottolineando l’importanza dello spazio sacro. Botta, tra i grandi architetti della contemporaneità, ha realizzato sedici chiese, tra cui la cattedrale di Évry, in Francia, una cappella e una sinagoga nel campus universitario di Tel Aviv. Sono in fase di costruzione tre chiese e una moschea in Cina, a Yinchuan, e una basilica in Corea del Sud.
Il progetto
Il suo progetto per Leopoli assume però, in questi giorni, un valore tutto particolare. «Prima della guerra – ha raccontato a Toscana Oggi – avevamo intrapreso la costruzione del convento, già ultimato, e di alcuni spazi di accoglienza per i disabili, oltre alla chiesa». Poi, l’invasione russa: «È un progetto che si è trovato la guerra tra i piedi. Loro però vogliono continuare, sono determinati ad andare avanti. Sono rimasti lì per aiutare la popolazione ucraina, le persone in fuga. E anche i lavori alla chiesa vanno avanti. Un cantiere difficile, tra il suono delle sirene e i bombardamenti».
A Leopoli Botta è stato un anno fa per verificare l’andamento dei lavori: «Sono persone eroiche, con pochi mezzi, ma tanta determinazione, lavorano nelle periferie con le persone più bisognose. Mi hanno stupito per la loro voglia di andare avanti, nonostante tutte le difficoltà».