Monsignor Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e presidente della Caritas nazionale, racconta la tragedia del terremoto, che si somma al dramma umanitario legato al transito nel Paese di profughi e migranti
di Annamaria
Braccini
Il terremoto in Turchia, l’emergenza umanitaria, l’urgenza di attuare, in vista della ricostruzione, una rete strutturata di sostegno internazionale, al di là del necessario aiuto immediato. Sono molti i temi toccati, non ultimo quello del complesso rapporto tra minoranza cristiana e maggioranza musulmana, nell’ampia intervista realizzata con il vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia, monsignor Paolo Bizzeti, che pubblichiamo nel video qui sotto.
Gesuita, grande conoscitore degli equilibri mediorientali e, nello specifico, del Paese di cui è Vicario apostolico dal 2015 – successore in questo ruolo di monsignor Luigi Padovese, ucciso a Iskenderun nel 2010 -, monsignor Bizzeti rilegge il dramma causato dal recente sisma. Una catastrofe per la quale, dice, «non mi stupirei che le vittime fossero il doppio o il triplo delle stime governative», sottolineando la necessità «di non separare quest’ultima emergenza da quella umanitaria», che permane in tutta la sua gravità, essendo ormai la Turchia una terra di arrivo e, comunque, di passaggio obbligato per decine di migliaia di profughi e migranti.