Il cardinale Scola ha incontrato il neosindaco Beppe Sala. Molti i punti trattati, tra cui le emergenze più gravi della città. «Terremo un rapporto stretto e costruttivo», ha detto l’Arcivescovo che ha annunciato che la Diocesi impegnerà un milione di euro per 70 appartamenti di proprietà del Comune da assegnare a bisognosi
di Annamaria BRACCINI
«Milano è in un momento di passaggio estremamente significativo in cui tutti registrano una sorta di risorgimento iniziale e, quindi, l’augurio al sindaco e che lo faccia procedere».
Dice così il cardinale Scola ai giornalisti, accanto al neo-sindaco Sala Beppe Sala, appena terminato il colloquio richiesto dal primo cittadino di Milano all’indomani della sua elezione.
«Un augurio che non è una pura parola, anche per la tradizione ambrosiana, molto forte, di rispetto reciproco e di concorso comune a far sì che la città e l’autorità civile che la guida possano progredire», aggiunge l’Arcivescovo, in riferimento ai temi trattati nella mezz’ora e più di dialogo privato.
In primo piano le emergenze sociali più gravi della metropoli: i profughi, le periferie, il bisogno abitativo. «Vedo che c’è una forte sensibilità su questi temi che sono impellenti per la nostra realtà, per il Paese e per tutta l’Europa. Non si può girare la faccia dall’altra parte», sottolinea Scola. «Ognuno, ovviamente ha il suo compito. La Chiesa si fa prossimo nel dare un prima mano e non si può negare che l’idea di un’accoglienza diffusa, con piccoli gruppi aiutati nelle realtà parrocchiali, stia funzionando. All’autorità politica tocca il compito – ma si tratta del livello nazionale – di un progetto organico che purtroppo ora non c’è. Ho parlato più volte, da un paio di anni, di una sorta di piano Marshall e speriamo che la Brexit non produca involuzioni».
Insomma, occorre, secondo il Cardinale, «una proposta che garantisca sicurezza, ma che non rinunci in nessun modo all’accoglienza perché ogni uomo ha dignità e bisogna fare spazio a tutti».
In questo contesto la speranza, evidenziata dall’Arcivescovo, è nella tenuta della società civile su cui il Comune – mi pare che il sindaco su questo sia molto avveduto, dice – «può fare molto, perché è nelle scuole, nei quartieri e negli oratori che avviene la conoscenza reciproca e l’integrazione».
Di un confronto costruttivo parla anche Sala. «I livelli di collaborazione sono alti. C’è certamente il tema fondamentale del sostengo e della lotta alla povertà per cui concordiamo che le risorse e le attenzioni debbano essere sempre maggiori per creare opportunità e per trovare lavoro. Tuttavia, se nel frattempo, vi sono problemi di povertà impellenti bisognerà agire, cercando di bilanciare l’intervento immediato con quelli in prospettiva».
Accanto a questo primo elemento, un secondo: «Nelle scuole e negli oratori la Chiesa sta dando una mano incredibile con centinaia di migliaia di bimbi che frequentano gli asili. Ho sempre dichiarato, anche in campagna elettorale, che il mio atteggiamento verso le scuole paritarie è molto aperto, perché molto del lavoro è fatto, soprattutto negli asili, da loro».
Poi un terzo obiettivo: il dialogo interreligioso. «Ci siamo impegnati a sostenerci e il Comune farà la sua parte affinché tale dialogo sia portatore di integrazione vera. Concordiamo che chi professa la propria religione debba avere un luogo di culto con regole sono chiare e trasparenza, controllando ciò che avviene».
Il ringraziamento esplicito è in primo luogo per il Cardinale, per la Chiesa ambrosiana, «per come ha tenuto in questi anni le fila del dialogo e per non averlo mai fatto scemare».
Oltre a questi tre punti-chiave «che registrano già una collaborazione straordinaria, abbiamo anche condiviso che su alcuni aspetti di tanti mali contemporanei – Sala cita apertamente la ludopatia – bisogna lavorare», spiega Sala, indicandonel grande Terzo settore che esiste a Milano e che rappresenta l’altro anello della collaborazione, «una possibilità di ripartire».
«Non ho dubbi che saremo sempre alleati nella gestione dei bisogni della città», scandisce.
Ancora il discorso dell’Arcivescovo torna alle periferie. «Quelle che noi conosciamo grazie alle parrocchie. Credo che questo potrà essere un punto di collaborazione molto forte in una società plurale come la nostra. La conoscenza di dettaglio che hanno i sacerdoti, che sono sempre sul posto, è già un patrimonio che mettiamo a disposizione».
E arriva così anche l’annuncio che la Diocesi si farà carico di ristrutturare 70 appartamenti del Comune finora sottostimati, da assegnare, in deroga, a persone bisognose. Un milione di euro la spesa prevista per l’operazione che verrà gestita da Caritas ambrosiana.
«Sono convinto che, al di là della necessaria lotta alla povertà, si debba ripartire dall’emergenza abitativa. Dobbiamo mettere a posto il nostro patrimonio comunale perché non è dignitoso per una persona anziana che abita magari al sesto piano, non avere l’ascensore», aggiunge il sindaco.
«Ci siamo ripromessi di tenere un rapporto stretto, come abbiamo fatto anche con il sindaco Pisapia che è sempre stato molto attento e cordiale e con il quale il rapporto è stato costruttivo. Se insorgessero delle difficoltà ci sentiremo sicuramente in modo rapido, perché la città ha un grande ruolo da svolgere, specie dopo la Brexit. Deve – non sembri un eccesso di orgoglio – deve trainare il Paese verso la rigenerazione dell’Europa. Milano ha le carte in regola per realizzare questo».
Infine, anche un richiamo alla visita di papa Francesco a Milano. «C’è una promessa chiara di venire a Milano, ma per ora non sappiamo niente. Bisognerà avere ancora pazienza per qualche mese, ma speriamo, per prima di Natale, di avere una data», conclude il Cardinale.
«Spero che sia presto. Sono abbastanza esperto di grandi eventi – sorride Sala – ma penso che sia Milano la prima a saperli gestire».