Il giornalista, per anni corrispondente da Mosca: «Al momento dal punto di vista diplomatico non c’è nessuna speranza»
di Alberto
Baviera
Agensir
«Al momento dal punto di vista diplomatico non c’è nessuna speranza. Questo fatto è stato sancito dalle azioni dimostrative della Russia rispetto alla visita a Kiev del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, durante la quale sono arrivati i missili russi che, pur non avendo lui come bersaglio, hanno dato un messaggio chiaro». Così Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca, commenta al Sir l’attuale fase dell’invasione russa in Ucraina.
Non conquista, ma annientamento
«A riprova che, allo stato attuale, le trattative siano morte e sepolte – spiega – sono arrivate le dichiarazioni di americani e inglesi per i quali l’impegno non è tanto quello difendere l’Ucraina, ma sconfiggere la Russia. Due cose molto diverse», commenta il giornalista, secondo cui «questa da diventando una guerra di lunga durata e a questo dobbiamo prepararci. Più che di conquista è una guerra di annientamento», ipotesi avallata dal fatto che «la Russia sta smantellando l’Ucraina, ogni giorno se ne va un pezzetto del Paese». Il Cremlino, aggiunge Scaglione – ha scelto un approccio «dimostrativo» per far capire che «succede questo a chi riteniamo sia un Paese che ci minaccia».
A nessuno interessa trattare
In questo contesto, «non credo che interessino più a nessuno le trattative, anche all’Ue che – forse – sarebbe il contesto più indicato per un tentativo di mediazione. Borrell ha dichiarato che il conflitto sarà vinto sul campo, Biden che la Russia non vincerà mai. È chiaro che in Occidente ha prevalso lo schieramento di coloro che vogliono usare questa guerra per “liquidare” la questione russa, in particolare le sue ambizioni o nevrosi, secondo le interpretazioni, ritenute eccessive per la stabilità mondiale». Il giornalista osserva poi che «l’Ucraina non sta vincendo e la Russia non sta perdendo. I russi stanno combattendo da soli, con un corpo militare che per numero di uomini è inferiore a quello del Paese che ha aggredito. Inoltre l’Ucraina è rifornita di armi per centinaia di miliardi di dollari dall’Occidente, i cui Paesi hanno colpito la Russia con sanzioni economiche rigorose e pesanti. Ciononostante i russi hanno ancora i piedi sul territorio ucraino, il che fa pensare che il conflitto sia ancora lungo perché la Russia non sembra sul punto di crollare».
Comunque andrà, alla fine «per l’Ucraina sarà una tragedia e per la Russia un disastro». Ad oltre due mesi dall’inizio dell’invasione «tutte le considerazioni che avrebbero reso sconsigliabile la guerra sono diventate così palesi che non può non averle fatte anche Putin. Evidentemente al Cremlino pensano che la guerra sia una fase decisiva per la sicurezza della Russia».
«Attentati su suolo russo, inizio di una nuova fase»
«Dal punto di vista razionale, questa guerra la Russia non avrebbe mai dovuto cominciarla anche perché, nella migliore delle ipotesi, dal suo punto di vista, conquistando parti dell’Ucraina non vedrebbe cambiare nulla di sostanziale rispetto alle proprie esigenze di sicurezza».
Lo scenario che si può ipotizzare per il prossimo futuro è quello nel quale «la Russia avrebbe di fatto ricostituito il muro di Berlino, non costituito più da mattoni, che la dividerebbe dall’Occidente: le parti che si guarderebbero in cagnesco, si spierebbero. Tagliare i ponti con l’Occidente è una cosa epocale, che segnerà la storia del Paese», prevede il giornalista, che continua «a non vedere il profitto strategico di questa scelta intrapresa dalla dirigenza russa».
Battaglia decisiva anche per noi
Scaglione poi sottolinea come «l’Occidente combatte con l’esercito dell’Ucraina contro la Russia una battaglia decisiva e importante anche per noi e, a parte gli uomini, noi stiamo dando tutto – soldi, armi, intelligence e satelliti – agli ucraini». «Oggi – osserva – la Russia si è imbarcata in un’avventura da sola contro mezzo mondo e, per ora, i Paesi che non sono contro la Russia non sono ancora a suo favore. Non l’aiutano, mentre chi è contro la Russia aiuta fortemente gli ucraini». Il giornalista mette in evidenza come «in Occidente sono gli Stati Uniti che dettano le danze. In Ucraina si sta svolgendo l’ennesimo capitolo del confronto tra americani e russi. Era chiaro fin dall’inizio, ora è sempre più evidente. D’altra parte Mosca ha sempre ritenuto quello governato da Zelensky un regime fantoccio comandato dagli Stati Uniti».
Scaglione invita a riflettere anche sul fatto che «continuiamo a non sapere niente di quello che succede ai militari ucraini, nessuno ha ancora parlato di un bilancio dei caduti in battaglia. È come se non fosse ancora morto nessuno, e non credo – purtroppo – sia così”. L’interesse «non è per una semplice conta per capire chi vince o chi perde, perché in realtà questa guerra avrà solo perdenti, ma per capire come vanno davvero le cose in Ucraina».
Infine, l’attenzione del giornalista è rivolta alla «campagna di attentati e sabotaggi – depositi di carburante incendiati, istituti di ricerca militare che bruciano – degli ucraini in territorio russo che potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase del conflitto attraverso la quale si cerca di impegnare i russi su un secondo fronte».