La rappresentante popolare maltese succede all'italiano scomparso. Nel suo discorso riferimento ai cittadini, alla difesa dei diritti delle minoranze, alle migrazioni
di Gianni
Borsa
Agensir
«Onorerò David Sassoli come presidente difendendo sempre l’Europa, i nostri valori comuni di democrazia, dignità, giustizia, solidarietà, uguaglianza, Stato di diritto e diritti fondamentali». Sono le prime parole di Roberta Metsola, eletta ieri a Strasburgo alla guida dell’Europarlamento. Proprio ieri Metsola, esponente dei popolari, avvocatessa, sposata e mamma di quattro ragazzi, ha compiuto 43 anni. I votanti sono stati 690 (616 i voti validi). Metsola ha raccolto 458 voti, Alice Kuhnke dei Verdi 101 e Sira Rego della Sinistra 57 preferenze.
La terza donna
Nata a Malta il 18 gennaio 1979, Roberta Metsola è deputata europea dal 2013. È stata eletta primo vicepresidente nel novembre 2020 ed è stata presidente ad interim dopo la scomparsa del presidente David Sassoli. È la terza donna presidente del Parlamento europeo, dopo Simone Veil (1979-1982) e Nicole Fontaine (1999-2002).
Fiducia ed entusiasmo
Per lei hanno votato i popolari, i socialisti e democratici, i liberaldemocratici di Renew Europe. Inoltre altri deputati di partiti senza candidato hanno scelto l’esponente maltese. «Voglio che la gente recuperi un senso di fiducia e di entusiasmo per il nostro progetto europeo – ha dichiarato -. Dobbiamo lottare contro la narrativa anti-Ue che si diffonde così facilmente e così rapidamente. La disinformazione e la cattiva informazione, amplificate ulteriormente durante la pandemia, alimentano il facile cinismo e le soluzioni a buon mercato di nazionalismo, autoritarismo, protezionismo, isolazionismo».
La posizione sull’aborto
Nel suo discorso riferimenti alla pandemia, al rilancio dell’economia, all’ambiente e al cambiamento climatico. Forti sottolineature per i diritti individuali e sociali, a difesa delle minoranze («sono maltese, so cosa significa…»), delle donne, dei diritti della comunità Lgbt. In conferenza stampa, subito dopo l’elezione, Metsola è stata bersagliata in particolare per le sue posizioni anti-abortiste. «Ora – ha dichiarato – sono presidente del Parlamento e quindi assumo e rappresento le posizioni del Parlamento», che più volte ha votato documenti che parlano di «diritto all’aborto».
Corruzione e migrazioni
Metsola ha alle spalle un impegno contro la corruzione nel suo Paese, mentre a Strasburgo e Bruxelles è stata apprezzata per il lavoro nella Commissione d’inchiesta sul riciclaggio di denaro, l’elusione e l’evasione fiscale (Panama papers) e come autrice della relazione sulla crisi migratoria, che, approvata dall’emiciclo nel 2016, mirava a definire un approccio legislativo vincolante sul reinsediamento dei migranti, per andare incontro alle esigenze dei Paesi di primo approdo.
Contro i nazionalismi
Nell’intervento d’insediamento, e nel successivo incontro con i giornalisti, Metsola si è più volte riferita ad alcune sfide sul piano internazionale: i rifugiati al confine tra Bielorussia e Polonia, Cipro divisa in due, l’Ucraina minacciata dalla Russia, la Turchia soggetto destabilizzante dell’area mediorientale e balcanica.
L’elezione di Metsola è stata accolta ovviamente con favore dai partiti che l’hanno sostenuta; dai Verdi è giunto il richiamo a rispettare tutte le forze politiche presenti in emiciclo (per il rinnovo delle cariche di vicepresidenti, questori e presidenti di commissioni parlamentari si è parlato esplicitamente di «spartizione delle poltrone»). Rinunciando a una propria candidatura, anche l’Ecr (Conservatori) ha sostenuto l’esponente della Valletta. Su esplicita domanda circa i rapporti con la destra estrema e antieuropeista, Metsola ha affermato: «Io sono e sarò sempre contro chi vuole distruggere il progetto europeo».