«Recuperare la pace, la sicurezza e il pieno rispetto del diritto internazionale»: così il Presidente della Repubblica parlando all’Università di Trieste
di Alberto
Baviera
Agensir
«Recuperare la pace, la sicurezza e il pieno rispetto del diritto internazionale». Questa è la terza emergenza che si è ultimamente affiancata a quelle della «sconfitta definitiva, non ancora conseguita, della pandemia» e della «ripresa economica nell’ambito del Next Generation», evidenziata questa mattina dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’Università di Trieste per l’inaugurazione dell’anno accademico.
«Abbiamo dovuto assistere al riesplodere di aggressivi egoismi nazionali, alla moda di quanto non avveniva dall’Ottocento, nei secoli scorsi», con «un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile in questo inizio di millennio assistendo a vittime di ogni età, dai bambini agli anziani, a devastazioni di città e di campagne, a un impoverimento del mondo”, ha osservato il Capo dello Stato, evidenziando che «non riusciamo pure a rinvenire una motivazione razionale» a questa guerra.
«Le ragioni della convivenza umana pretendono che si ponga fine alle guerre, la pace è sempre doverosa e possibile», ha scandito Mattarella, secondo cui «proprio per questo stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà all’aggressione nei confronti dell’Ucraina, con l’accoglienza dei profughi, con il sostegno concreto a chi resiste a difesa della propria terra contro un’invasione militare. E con misure economiche e finanziarie che indeboliscono chi pretende di imporre con la violenza delle armi le proprie scelte a un altro Paese. Per frenare subito, per rendere insostenibile questo ritorno alla prepotenza della guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe, ma produrrebbe una deriva angosciosa di conflitti che potrebbero non trovare limiti. Occorre fermarla ora, subito. Stiamo rispondendo – ha continuato – cercando con insistenza di proporre dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente, per ritirare le forze di invasione, per trovare soluzioni politiche, pronti a contribuire a perseguirle non appena si aprissero spiragli di disponibilità».
Il Presidente ha anche ricordato che «in questo Ateneo vi sono numerosi studenti ucraini, bene accolti da questa Università e a cui va il pensiero particolarmente intenso in questo periodo, in queste settimane». Da Mattarella il pensiero all’Ucraina, «Paese così amico, nella drammatica condizione che sta attraversando» a causa di una invasione «inattesa perché imprevedibile».