Il Capo dello Stato ha ricevuto una rappresentanza della Fisc, in questi giorni riunita in assemblea nazionale: «Stimolate nei concittadini capacità critica e senso di comunità», la sua esortazione
«Stimolare nei nostri concittadini la capacità critica degli avvenimenti e il senso di comunità, senza il quale un Paese non è più tale». È la consegna data dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una rappresentanza della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), in questi giorni riunita in assemblea nazionale, guidata dal presidente uscente don Adriano Bianchi. Riferendosi alla Federazione, il Capo dello Stato ha parlato di una «realtà articolata e importante», di una «presenza preziosa», di «un bel panorama».
Parlando della stampa locale, i «giornali di popolo, definizione che è molto bella, perché dà l’idea di quel che è la sua realtà da cui trae origine, in cui si esprime e a cui si rivolge», Mattarella ha sottolineato come «i giornali locali sono quelli che hanno i lettori più esigenti» perché «parlano di realtà che i lettori sovente conoscono direttamente». «L’antidoto alle fake news è molto più forte, c’è una maggiore attendibilità nelle testate locali per l’informazione che viene fornita», ha evidenziato. Le 183 testate aderenti «dimostrano che c’è una forte resilienza, malgrado le difficoltà che periodicamente affiorano e anche qualche assalto che ogni tanto involontariamente viene rivolto alla stampa locale o generalmente ai mezzi di comunicazione», ha proseguito il presidente, facendo riferimento anche alle «esigenze di carattere normativo cui si è attenti, che sono importanti e che vanno seguite anche da questo Palazzo».
Mattarella ha rimarcato quello che dev’essere l’obiettivo: «Contribuire a mantenere la formazione di coscienze libere e consapevoli di cittadini che abbiano spirito critico e capacità di valutazione, offrendo loro fatti e parametri per interpretarli in maniera tale che siano consapevolmente partecipi della vita democratica. Questo è il vero presidio della democrazia, questo è il fondamento e l’obiettivo dell’articolo 21».
E poi c’è «un’esigenza particolarmente importante per il nostro Paese in questo momento storico»; quella di «far avvertire e ritrovare il senso di comunità di vita che il nostro Paese deve mantenere e sviluppare costantemente come Paese, come singoli territori, come dimensione europea». È «l’esigenza di non chiudersi in piccoli egoismi, ma di aprirsi ed essere consapevoli che vi è una condizione di vita comune, una comunanza di prospettive e di futuro».
Bianchi: «Siamo presidi di libertà e di pluralismo»
«Ancora oggi siamo capaci di fornire un prodotto giornalistico professionale e degno di un’informazione la più completa possibile a volte anche con pochi mezzi, confidando spesso sul volontariato generoso di tanti operatori e sull’illuminato sostegno da un lato delle nostre diocesi, che hanno capito che questo può essere un modo concreto e intelligente di esercitare la virtù della carità, e dall’altro, per molti, ma non tutti, dello Stato che finora ha riconosciuto nel nostro lavoro un servizio concreto alla libertà, al pluralismo, alla democrazia e alla coesione sociale del nostro Paese. Di questo sostegno abbiamo ancora bisogno»: queste le parole di don Adriano Bianchi a Mattarella.
Don Bianchi ha presentato la realtà che oggi vede coinvolte 183 testate locali, «giornali del popolo perché giornali della Chiesa, giornali presidi di libertà, giornali del territorio».
Relativamente alle «trasformazioni che il mondo dell’editoria sta vivendo attraverso l’innovazione tecnologica», il presidente della Fisc ha spiegato che «siamo convinti che, nonostante le nuove modalità di informazione diretta che i cittadini hanno a disposizione attraverso le piattaforme digitali, il ruolo della stampa e del lavoro giornalistico siano ancora insostituibili nel loro compito di mediazione, di un racconto professionalmente calibrato per garantire un corretto sviluppo del dibattito pubblico nei territori e nel Paese». «Sappiamo che questo richiederà tutto il nostro impegno anche per il futuro. Come anche in passato la collaborazione della nostra Federazione non mancherà quando si tratterà di individuare nuovi strumenti legislativi a favore della stampa e del pluralismo informativo».
Don Bianchi ha poi sottolineato che «legati all’esperienza locale, senza mai essere stati chiusi nelle ristrettezze localistiche, aperti alle innovazioni sociali, politiche e culturali, senza perdere di vista il patrimonio culturale, morale, di vita, del messaggio evangelico della storia dei territori italiani, i nostri settimanali si sforzano dando notizie di settimana in settimana di raccontare e di formare attraverso un’informazione puntuale, accurata ciò che accade con lo sguardo di chi sta vicino». Inoltre, «siamo impegnati a “fare opinione”, a formare coscienze libere e consapevoli anche oggi. Lo facciamo da cattolici richiamandoci a valori permanenti che si fondano sulla nostra comune ispirazione cristiana a servizio, speriamo, di una comunicazione che sappia cogliere la ricchezza così feconda dell’esperienza della nostra gente e restituirla per il bene di tutti».