La presidente Vania De Luca: «Verità, giustizia e fraternità per un giornalismo che recuperi credibilità»
Un modo speciale per festeggiare un compleanno importante: oggi l’Ucsi è ricevuta in udienza da papa Francesco. «Sessant’anni non sono pochi – dice la presidente nazionale, Vania De Luca -. C’è grande entusiasmo nell’associazione per l’incontro con i Papa. Saremo in 200. A rappresentare l’Ucsi ci saranno il Consiglio nazionale, la Giunta nazionale, il consulente nazionale padre Francesco Occhetta, ma anche le delegazioni giunte da tutta Italia. Siamo molto felici che questo momento che abbiamo atteso per molto tempo sia venuto a coincidere con il 60° dell’associazione».
De Luca riflette: «Quando si festeggia un anniversario si guarda all’intuizione originaria: nel 1959 i giornalisti che diedero vita all’Ucsi indicarono, tra le finalità, quella di accrescere nell’opinione pubblica la stima per il giornalismo, quale strumento di verità, giustizia e fraternità. A distanza di sessant’anni queste tre parole sono quello che serve anche al giornalismo di oggi per recuperare una credibilità e restituire un senso a quel racconto della storia e dei fatti che spesso ci portano a dire con il nostro lavoro che il mondo è impazzito, tra foreste che bruciano, fiumi di persone ridotte a numeri, un’economia che guarda al profitto di pochi e alimenta una povertà della gran parte delle persone che vivono il pianeta. Un tipo di cultura a livello nazionale e mondiale che tante volte fatica a recuperare il bene comune perché guarda al particolarismo, all’individualismo e all’egoismo». Anche «in questo fermento così complicato – evidenzia la presidente dell’Ucsi -, il giornalismo deve aiutare a recuperare un senso, riprendendo il racconto delle problematiche del nostro tempo, l’ambiente, il lavoro, le città e le periferie, le povertà, le migrazioni. È quello che facciamo con la nostra rivista Desk, che quest’anno compie 25 anni e che portiamo a papa Francesco come dono, per essere giornalisti di pace, sentinelle della libertà di informazione e da credenti quella presenza di sale, lievito e luce laddove ci troviamo a lavorare, nelle testate cattoliche e laiche».
Attualizzare il Concilio oggi
«A papa Francesco diremo chi siamo e perché andiamo da lui – continua De Luca -: per ringraziarlo della sua testimonianza, per chiedere la sua benedizione e ascoltare le indicazioni che vorrà dare all’Ucsi per il cammino dei prossimi anni perché, come tante associazioni, anche noi ci troviamo a riflettere su quelle che devono essere le nostre formule associative, le nostre regole, pensate molti anni fa, rinnovate via via nel tempo, ma che oggi ci domandiamo se sono ancora adeguate.
«Da lui ci aspettiamo l’incoraggiamento per il giornalista cattolico dei prossimi anni – evidenzia De Luca -. Il Papa per noi è un grande esempio della Chiesa in uscita, della cultura dell’incontro di cui è un grande testimone a livello mondiale, dell’attenzione alle povertà e all’uomo, dell’apertura verso le altre religioni: a me ha colpito molto che abbia messo in atto tanti gesti profetici sul fronte della fraternità, basti pensare al Documento sulla Fratellanza di Abu Dhabi. I fondatori dell’Ucsi, nel periodo preconciliare, avevano scelto, tra quelle che avrebbero caratterizzato la mission dell’associazione, la parola “fraternità”. Papa Francesco sta andando al cuore dell’intuizione conciliare, di oltre cinquant’anni fa, per attualizzarla oggi. È la sfida che anche l’Ucsi vuole raccogliere: da lui ci aspettiamo che ci aiuti a capire attraverso quali strade, quali scelte, quali sì e quali no».
Dopo l’udienza con il Papa, conclude la presidente, «ci riuniremo in Consiglio nazionale per avere una prima risonanza di quello che ci avrà detto il Santo Padre e per decidere la sede e la data dell’assemblea elettiva nazionale della primavera 2020».