Dibattito promosso da “Avvocati per niente” sulla possibilità di espressione delle diverse confessioni religiose. Intervengono monsignor Bressan e don Davanzo e gli esperti Massimo Campanini, Silvio Ferrari e Valerio Onida. Intervista alla presidente Marina Ingrascì
di Luisa BOVE
A pochi giorni dall’apertura delle buste da parte dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano, che aveva indetto un bando per la costruzione di nuovi luoghi di culto, si dibatte in città sul tema “Il diritto alla libertà religiosa”. Al momento solo 7 dei 9 progetti pervenuti hanno presentato documentazione sufficiente per essere ammessi, ma si dovrà aspettare la fine del mese per conoscere i vincitori del bando cui saranno assegnati terreni e spazi per i nuovi templi. “Avvocati per niente”, che da sempre è impegnata nell’ambito della tutela dei diritti fondamentali, ha dunque organizzato un dibattito per giovedì 14 maggio dalle 14 alle 18, presso la Caritas ambrosiana (via San Bernardino 4, Milano). Dopo i saluti della presidente Marina Norma Ingrascì e di monsignor Luca Bressan Vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale, introdurrà i lavori don Roberto Davanzo, direttore della Caritas. Seguiranno alcuni interventi di esponenti di diverse confessioni, quindi la parola passerà ai tre relatori invitati. Massimo Campanini, docente di Storia dei paesi islamici presso l’Università degli Studi di Trento terrà una relazione dal titolo «“Non vi è costrizione nella religione” (Corano II v. 256): la libertà religiosa nell’islam»; Silvio Ferrari, docente di Diritto canonico alla Statale di Milano parlerà di “Legge sulla libertà di culto e intese con lo Stato italiano: quali percorsi?”; infine, Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale rifletterà sugli “Interventi della Consulta sulla libertà di culto». È la stessa Carta costituzionale, spiega la presidente Ingrascì, «che attribuisce il rango di diritto fondamentale sia alla libertà religiosa, sia al diritto di culto in forma associata. Per questo abbiamo pensato che sarebbe stato interessante ascoltare e confrontarsi con i nostri relatori».
Secondo lei oggi il diritto alla libertà religiosa è più violato rispetto al passato?
I fatti di cronaca ci rimandano a violazioni della libertà religiosa in alcuni luoghi del mondo, ma trattandosi di un tema che richiede una riflessione complessa e profonda attenderei di ascoltare le considerazioni delle confessioni religiose che abbiamo invitato al convegno.
Quali aspetti volete affrontare con i tre professori?
Con il professor Ferrari gli aspetti giuridici con particolare riferimento a un progetto di legge sulla libertà religiosa e alle attuali condizioni per la regolamentazione dei rapporti tra le confessioni religiose e lo Stato. Il professor Campanini approfondirà la questione della libertà religiosa nell’islam a partire dai testi sacri, mentre il professor Onida analizzerà la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di libertà religiosa.
Come “Avvocati per Niente” vi è capitato di seguire qualche caso?
Abbiamo assistito alcune comunità religiose che hanno domandato al governo l’impugnazione e la sospensione della legge regionale nr. 12/2005 come recentemente modificata dalla legge 2/2015 e non escludiamo di intervenire nel giudizio che si instaurerà davanti alla Consulta.
Quando è nata la vostra associazione? E a chi si rivolge?
“Avvocati per Niente” nasce dieci anni fa per merito di alcuni avvocati impegnati nel sociale e degli enti fondatori (Cena dell’amicizia, Caritas ambrosiana, Fondazione San Bernardino, Acli, Casa della carità, Fondazione San Carlo). È formata da circa 60 soci che prestano gratuitamente la propria professionalità per seguire casi di vario genere dal maltrattamento, alle condizioni di discriminazione degli stranieri, agli sfratti, al sovraindebitamento e al disagio familiare. L’associazione inoltre propone corsi di formazione rivolti agli operatori del diritto e del sociale (www.avvocatiperniente.org).