Anche la Chiesa italiana vicina al campione paralimpico coinvolto in un gravissimo incidente. Don De Marco: «Chi va avanti rischia sempre, ma può rendere la vita una meravigliosa impresa»
«Sembra quasi una lotta senza sosta, quella tra Alex Zanardi e la strada. Lotta fatta di fatica e di ostacoli, di sfide e di scontri. E non è un semplice gioco del destino! È la sfida di tutti! E se per Alex la sfida con la strada si è tradotta in incidenti mortali, per molti di noi si è tradotta spesso in ansia, dolore, fallimento». Questa la dichiarazione di don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del Tempo libero, turismo e sport della Cei, sull’incidente in cui è rimasto coinvolto venerdì 19 giugno l’ex pilota di Formula Uno Alex Zanardi durante una manifestazione di handbike, disciplina a cui si è dedicato dopo l’amputazione delle gambe seguita a un gravissimo tamponamento in una gara automobilistica nel 2001, e nella quale si è laureato più volte campione olimpico e mondiale. Durante una tappa della staffetta Obiettivo 3, nei pressi di Pienza Zanardi ha perso il controllo della sua handbike ed è finito contro un camion. Sottoposto d’urgenza a un intervento di neurochirurgia, Zanardi è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Siena:le sue condizioni sono ancora molto gravi.
«Avremmo voluto che non fosse vera la notizia dell’ennesimo incidente di Zanardi, come vorremmo non fossero vere le notizie che raccontano di un’umanità schiantata contro il muro del limite e della malinconia – continua De Marco -. Ma la cronaca non ci fa fare sonni tranquilli, li agita con l’imperativo sempre più imperativo: vivere bene!». Riflettendo sulla stessa «battaglia con la strada» che «accomuna noi con Alex», il direttore dell’Ufficio Cei lancia il suo messaggio: «Glielo vorremmo dire, oggi, alla strada… a quella che ha fatto l’ennesimo sgambetto a Zanardi e a quella che fa fare cadute a tanti di noi: non cantare vittoria!. Abbiamo nella bisaccia della nostra esperienza una cartina dell’altro mondo, dove è tracciata una Via non segnata dalle coordinate geografiche, ma dalle coordinate passionali della Vita che vince le ferite e la morte. Tiriamola fuori! Senza remora alcuna, con la consapevolezza che la Strada non è nemica di nessuno, ma è una sfida! Una sfida – aggiunge il sacerdote riferendosi all’esperienza passata di Zanardi – da cogliere e da vivere senza paura! È la sfida di ogni giorno: fermarsi o andare avanti? Chi si ferma è perduto!».
E la scelta dell’ex pilora di F1, dopo l’incidente in cui perse le gambe, fu quella di andare avanti. «Chi va avanti, rischia sempre, ma può rendere la vita una meravigliosa impresa dove la vita vince, sempre e comunque! Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta. E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta. Che sia benedetta!».
L’uomo della resilienza
«Alex Zanardi non è soltanto uno sportivo eccezionale, che ha liberato lo sport paralimpico da una concezione pietistica restituendogli la dignità che merita. È soprattutto l’uomo della resilienza, capace di ripartire nonostante tutto e di ritornare alla vita quando sembrava impossibile. Alex è un esempio da seguire per tanti di noi». Suor Veronica Amata Donatello, responsabile del Servizio nazionale Cei per la pastorale delle persone con disabilità, parla così del campione.
«L’allegria contagiosa di Alex è la testimonianza che si può essere felici nella vita anche se perdi le gambe. L’importante è non arrendersi mai e seguire la propria strada. Preghiamo per lui e per la sua famiglia, che gli è stata sempre accanto in ogni passaggio della vita. La forza e la determinazione che hanno guidato Alex fino a oggi possano nuovamente portarlo tra noi», conclude suor Donatello.
Cuore e coraggio
«Questo è un momento difficile per lo sport per disabili, ma anche per lo sport in generale”: lo dice Vittorio Bosio, presidente del Centro sportivo italiano, commentando l’incidente di Zanardi in handbike. «È stato ed è un esempio di come, pure avendo subito un grave incidente, ci si possa rialzare e tornare a fare sport e vivere. Ha fatto grandi cose nello sport, gli auguro di cuore che si possa riprendere e farci tornare a gioire per le sue grandi imprese. È una persona che ha tanto cuore e tanto coraggio e possiamo solo pregare e sperare che la forza che ha avuto e dimostrato in questi anni lo aiuti anche in questa occasione difficilissima.