La presa di posizione dei Vescovi italiani a seguito del nuovo decreto del Governo: «Non è mancato in questi giorni un dialogo serrato in cui si sono condivise la preoccupazione e la collaborazione per ridurre smarrimenti e paure»
A seguito del nuovo decreto emanato dal Governo nella serata di domenica 1° marzo per contrastare la diffusione del Coronavirus, e alla luce delle indicazioni del Comitato scientifico e tecnico, la Conferenza episcopale italiana ha diffuso una nota nella quale spiega che le misure resteranno valide fino a domenica 8 marzo e sono modulate su tre livelli: a) i paesi più colpiti; b) le loro province (Bergamo, Cremona, Lodi, Pesaro, Piacenza, Savona, Urbino) e regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna); c) l’intero territorio nazionale. Nelle tre regioni sono stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone; sono quindi escluse durante la settimana le Messe feriali.
«Non è mancato in questi giorni un dialogo serrato tra la Segreteria generale della Cei e le istituzioni del Paese, in cui si sono condivise la preoccupazione per la salute di tutti e la collaborazione per ridurre smarrimenti e paure e, nel contempo, sono state rappresentate le attese delle comunità cristiane», spiega la nota.
«A questo punto, il pieno rispetto delle disposizioni governative esprime la doverosa disponibilità a condividere fino in fondo le difficoltà che il Paese sta attraversando – commenta il Presidente, cardinale Gualtiero Bassetti -: è il momento di una corresponsabilità nella quale la Chiesa porta il suo contributo di preghiera, di speranza e di prossimità. Questa prova deve poter costituire un’occasione per ritrovare una solidarietà che affratella».