Iniziative dell’Inail sul territorio per offrire agli alunni un’esperienza sul campo in ambienti di lavoro potenzialmente “a rischio” e sensibilizzarli sulle norme di sicurezza da adottare negli istituti scolastici e in ogni altro contesto di vita

di Giovanna PASQUALIN TRAVERSA

bullismo a scuola

Andare in giro nei porti, muniti di caschetto e giubbotto fluorescente ad alta visibilità, curiosando tra enormi navi, container e altissime gru per esplorare una realtà normalmente inaccessibile. Imparare a prevenire incidenti e infortuni a scuola e lungo il tragitto casa-scuola. Sperimentare la vita di cantiere o, ancora, raccontare vite spezzate e realizzare videoclip e fumetti. Sono alcune delle best practice realizzate sul territorio dall’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), in collaborazione con le sue direzioni regionali, per offrire agli alunni delle scuole un’esperienza sul campo in ambienti di lavoro potenzialmente “a rischio” e sensibilizzarli sulle norme di sicurezza da adottare negli istituti scolastici e in ogni altro contesto di vita. L’Inail, che ha siglato nel 2010 una carta di intenti e nel 2015 un protocollo d’intesa con il Ministero dell’istruzione, oltre ad erogare finanziamenti per la costruzione di scuole innovative e la messa in sicurezza di quelle esistenti, ha il compito di realizzare iniziative e promuovere sinergie per la diffusione della cultura della prevenzione tra studenti e personale scolastico.

Grazie a “Portolab”, a partire dal 2006 le porte dei terminal portuali di La Spezia, Gioia Tauro, Livorno, Ravenna, Cagliari e dello scalo ferroviario di Milano-Melzo, si sono aperte a studenti e insegnanti: 850 classi per un totale di 30 mila ragazzi di scuola primaria e secondaria di primo grado. Gli alunni, accolti da tutor a bordo di un “navebus”, coloratissimo scuolabus trasformato in aula itinerante, muniti di caschetti e giubbotti fluorescenti per far loro comprendere l’importanza dell’uso dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi) sul luogo di lavoro, visitano il porto e i suoi punti più strategici tra via vai di persone e mezzi di trasporto. La metodologia di “comunicazione attiva” adottata aiuta anche i più piccoli a prendere coscienza della necessità della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. I contenuti appresi “sul campo” verranno poi ripresi e approfonditi in aula dagli insegnanti con l’aiuto di giochi e materiali informativi forniti dall’Inail.

Il progetto “Sicuramente a scuola” offre invece agli alunni della secondaria inferiore un kit composto da libretto della sicurezza; poster di regole da seguire in aula, in bagno, in palestra e nei laboratori; documenti digitali da presentare in classe con la lavagna interattiva multimediale per sensibilizzare sulla prevenzione di incidenti (molti ragazzi vanno a scuola a piedi o in bicicletta) e infortuni. Simile la denominazione del programma “Sicuramente… scuola”, giunto alla seconda edizione: quattro workshop e un concorso artistico al quale gli studenti possono partecipare realizzando prodotti multimediali, file audio e prodotti grafici sulla prevenzione degli infortuni. A seguirne le fasi, la web tv “ReporteenSchool”, primo laboratorio di giornalismo televisivo per ragazzi promosso da Città della scienza.

“Vivere il cantiere e impararlo a scuola” è invece l’esperienza dedicata agli studenti delle quinte classi degli istituti tecnico-professionali per “prepararli” all’accesso nel mondo del lavoro nel settore edile. Muniti di dispositivi di protezione individuale – elmetto, guanti e scarpe antinfortunistiche – i ragazzi iniziano la formazione specifica all’interno di un laboratorio che riproduce tutte le fasi di lavoro di un cantiere-tipo in massima sicurezza. Dopo due giorni di prove e dimostrazioni pratiche ogni alunno riceve il libretto formativo che certifica la partecipazione al corso per i lavoratori di primo ingresso del settore edile.

Utilizza il linguaggio teatrale il progetto “Dal palcoscenico alla realtà: a scuola di prevenzione”, nato nel 2012 e dedicato agli alunni del quarto e quinto anno dei licei e degli istituti tecnici. Dopo aver assistito allo spettacolo “Vite spezzate” – dieci storie vere di infortuni mortali sul lavoro – il progetto prevede l’incontro tra studenti ed esperti per poi tradurre i temi affrontati in videoclip, video-guide, immagini, fumetti, racconti, tweet. I migliori lavori sono premiati con riconoscimenti in denaro da destinare a investimenti per la sicurezza negli edifici scolastici. Circa 45 mila gli studenti coinvolti nelle prime quattro edizioni. Oltre 200 le repliche di “Vite spezzate”.

Intanto diminuiscono gli infortuni scolastici. Secondo dati Inail, infatti, sono 76.595 (per lo più lussazioni, contusioni e fratture agli arti) i casi denunciati nel 2015 dalle scuole pubbliche statali, meno 6,7% rispetto al 2014, il 57,1% riguardanti studenti maschi. Le denunce al Nord-Ovest sono state 25.470; 19.526 al Nord-Est; 13.282 al Centro, 12.919 al Sud, 5.382 nelle Isole. Rispetto alla media nazionale, la maggiore riduzione si è registrata nelle Isole con un meno 11,8% e al Sud (meno 10,9%).

La sicurezza ha dunque un duplice volto: quello “strutturale” di un’edilizia innovativa e a prova di crollo, e quello “culturale” della formazione alla percezione e prevenzione dei rischi e dell’educazione alla salute. E quest’ultimo si costruisce fin dai primi anni di vita.

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