Presentato il Report 2021 sul diritto d'asilo della Fondazione Migrantes. Alla fine dell’anno scorso vivevano nel nostro Paese 128 mila rifugiati, poco più di 2 ogni 1000 abitanti
di Patrizia
CAIFFA
Agensir
Nell’anno dell’esplosione della pandemia, mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, in Europa si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo). In totale, il primo semestre di quest’anno ha visto circa 200 mila persone chiedere asilo nell’Ue, in pratica quante nel primo semestre 2020. Lo stima la Fondazione Migrantes nel suo Report 2021 sul diritto d’asilo, intitolato «Gli ostacoli verso un noi sempre più grande», presentato ieri a Roma.
I ponti e i corridoi
«Negli ultimi anni – ha detto monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, aprendo l’incontro – la Chiesa che è in Italia ha garantito oltre 700 posti di accoglienza per i profughi giunti da Kabul con i ponti aerei e, recentemente, la Cei ha firmato un nuovo protocollo con il governo italiano per l’apertura di un corridoio umanitario da Iran e Pakistan per trasferire in Italia, in modo legale e sicuro, rifugiati afgani».
Sono circa 4.000 le persone arrivate in Europa tramite i corridoi umanitari, 3.000 in Italia. In Europa, ha auspicato l’arcivescovo Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione episcopale per le migrazioni, «servono politiche realistiche che aprano canali di migrazione legale, per togliere finalmente terreno ai trafficanti e riuscire a far diminuire il numero dei morti sia nel mare che via terra». All’Italia ha chiesto di «superare una sorta di sindrome dell’emergenza che caratterizza le politiche migratorie», promuovendo l’accoglienza diffusa nei territori e «superando finalmente i Cas (centri di accoglienza straordinaria)».
Il record delle intercettazioni in mare
In Italia sono stati circa 53 mila gli arrivi di persone migranti tra gennaio e ottobre 2021, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2020, anno dei lockdown per la pandemia. Ciò che inquieta è la “cifra record” dei migranti (oltre 28.636 sempre in questo ’21 fino al 6 novembre) che la Guardia costiera “libica” finanziata dall’Italia e dall’Ue «sta intercettando in mare e riportando in quello che continua a essere, intatto, l’inferno di Libia»: ai primi di ottobre circa 10.000 uomini, donne e minori risultavano rinchiusi nei centri di detenzione libici, vittime di torture, violenze e abusi.
Partenze da Libia, Tunisia e Turchia
Sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia, almeno nel periodo agosto 2020-luglio 2021 la Libia è tornata a essere il principale Paese di partenza, prima della Tunisia. È cresciuta molto anche la quota di arrivi in Italia da una rotta anomala come quella dalla Turchia, che nell’anno ha totalizzato quasi il 14% delle persone sbarcate, contro l’8% di un anno prima. La Tunisia è ormai da alcuni anni il principale Paese d’origine delle persone sbarcate in Italia. In seconda posizione il Bangladesh.
I morti nel Mediterraneo
Nell’Ue allargata (27 Paesi) ai primi di novembre 2021 la stima dei migranti morti e dispersi nel Mediterraneo ha già superato il totale del 2020, 1.559 contro 1.448. Le vittime sono soprattutto nel Mediterraneo centrale (1.225 persone tra gennaio e i primi giorni di novembre 2021) ma è impressionante il quadro che emerge dalla rotta atlantica verso le isole Canarie: quasi 900 morti di cui si è avuta notizia nel 2020, il quadruplo rispetto al 2019, e già altri 900 quelli del 2021.
Le isole Canarie si rivelano una nuova e pericolosissima rotta, con oltre 23 mila arrivi nel 2020 contro i 2.700 dell’anno precedente (nove volte tanti), e numeri in crescita nel 2021. Il rischio per rifugiati e migranti di perdere la vita sulla rotta delle Canarie fra 2019 e 2021 è di un morto o disperso ogni 12 arrivi.
Domande d’asilo in calo
Nel 2020 sono riuscite a presentare domanda d’asilo in Italia appena 26.963 persone, con un crollo del 38% rispetto all’anno precedente. Fra gennaio e gli ultimi giorni di agosto, il 2021 ha registrato circa 30.500 richiedenti protezione, + 93% rispetto allo stesso periodo del 2020. Alla fine del 2020 vivevano in Italia 128 mila rifugiati in senso ampio, cioè beneficiari di uno status di protezione: poco più di 2 rifugiati ogni 1.000 abitanti. I valori di altri Paesi europei sono superiori: Francia, quasi 7 per 1.000 abitanti, Grecia, quasi 10 per 1.000, Germania, 14 per 1.000, fino alla Svezia, 25 per 1.000.
Alla fine di ottobre 2021 si trovavano in accoglienza in Italia 80.486 fra richiedenti asilo, rifugiati e migranti. Nel 2021 fra i principali Paesi di provenienza almeno cinque sono tra i più insicuri del pianeta: Pakistan, Nigeria, Egitto, Somalia e Mali.
Vittime di tratta
Sono 2.040 le persone assistite (per quattro quinti donne) che nel 2020 hanno usufruito del programma nazionale di emersione, assistenza e integrazione sociale contro la tratta di esseri umani: fra loro, 1.500 di nazionalità nigeriana (72%). Nella gran parte dei casi sono state aiutate a liberarsi dallo sfruttamento di tipo sessuale (1.599 persone). Ma quasi 300 erano soggette a quello lavorativo.
I minori non accompagnati
Erano 9.661 i minori stranieri non accompagnati (Msna) “presenti e censiti” in Italia alla fine di settembre 2021; erano 5.979 alla stessa data del 2020, con una crescita del 62%. Si tratta di 9.385 ragazzi e bambini (97%) e 276 ragazze e bambine (3%). Sono soprattutto bangladesi, tunisini, egiziani, albanesi, pakistani, ivoriani, guineani, somali, eritrei e afghani. Uno su tre è accolto in Sicilia; seguono Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Puglia. 5.639 sono i nuovi Msna segnalati in territorio italiano nel primo semestre 2021 (erano stati 8.939 in tutto il 2020). In tutto il periodo 2014-2021 la cittadinanza più numerosa tra i minori richiedenti asilo nell’Ue è di gran lunga quella afghana.