Dal 1° gennaio il semestre di presidenza danese. Dopo un anno di tensioni, problemi economici e finanziari, si spera di voltare pagina

Gianni BORSA

ue bruxelles

Un’Europa “responsabile”, “dinamica”, “verde” e “sicura”: nel programma della presidenza semestrale danese del Consiglio Ue (gennaio-giugno 2012) figurano queste quattro priorità. Lasciato alle spalle un 2011 carico di tensioni e di gravi problemi legati agli effetti della crisi economica e finanziaria, l’Ue riprende il passo proprio a partire dalle possibili risposte sul fronte del debito sovrano, del rigore di bilancio, della governance. Tutte azioni necessarie, urgenti, che presentano però un rischio: quello di relegare in secondo piano altri elementi non accessori, anzi fondamentali, se s’intende costruire una vera “unione” europea: ovvero i valori che ispirano e dovrebbero guidare il processo di integrazione, la convinzione che nell’era globalizzata occorre muoversi insieme e di comune accordo, la difesa del modello sociale europeo, la ricerca dell’“unità” nel rispetto delle “diversità” (storica, culturale, linguistica, religiosa…), l’apertura dell’Europa al mondo sotto il profilo della costruzione della pace, della solidarietà, della democrazia, della cooperazione economica.
Le quattro priorità danesi saranno presentate alla Commissione Ue, con le relative proposte politiche, durante un incontro ufficiale a Copenaghen l’11 e 12 gennaio. Dal 16 al 19 gennaio, invece, il governo danese, guidato dalla socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt, sarà presente a Strasburgo per illustrare il programma agli eurodeputati riuniti in sessione plenaria (nella stessa seduta il Parlamento Ue provvederà a rinnovare le cariche interne, a partire dalla scelta del successore dell’attuale presidente, Jerzy Buzek). Il 18 e 19 gennaio si svolgerà, nella capitale danese, la conferenza di apertura dell’Anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni. L’ultima settimana di gennaio sarà nuovamente dedicata ai temi economici, con la riunione dell’Eurogruppo (23 gennaio), dell’Ecofin (24) e del Consiglio europeo straordinario (30 gennaio).
«Abbiamo più che mai bisogno di lavorare insieme» a livello Ue; «dobbiamo osare di assumere decisioni importanti», «ricreando la fiducia, la sicurezza, l’ottimismo». Helle Thorning-Schmidt, premier danese, nel presentare il programma semestrale si sofferma proprio sui temi dell’economia e dell’azione congiunta in sede comunitaria per oltrepassare le attuali difficoltà del continente e dell’integrazione comunitaria. «Dobbiamo agire per creare un’Europa responsabile – afferma con un messaggio pubblicato sul sito della presidenza, www.eu2012.dk -. Le regole del gioco economico devono essere rispettate in modo efficace così da ridare credibilità alle economie» dei paesi aderenti.
In questa direzione sono dunque in prima pagina nell’agenda semestrale la questione della stabilità dell’euro e il rigore dei conti pubblici e, su un altro versante, la definizione del Quadro finanziario pluriennale Ue per il periodo 2014-2020. Uno dei punti nodali è legato alla crescita e all’occupazione: «In tale contesto il mercato unico segna un ruolo chiave. Lavoreremo affinché le imprese abbiano delle posizioni forti sui mercati mondiali».
Ma la presidente insiste anche sulla realizzazione di una «Europa verde», spiegando che «è possibile puntare alla crescita senza usare più energia». È quanto dimostra, secondo Thorning-Schmidt, l’esempio della Danimarca, mediante il risparmio e il miglior utilizzo energetico. La presidenza turnante (che nell’architettura istituzionale Ue guida le riunioni ministeriali dei 27) pone un accento particolare sulla sicurezza: mobilità dei cittadini, migrazioni, lotta al crimine transnazionale figurano tra i punti all’ordine del giorno. «La presidenza si impegna a combattere più efficacemente il crimine internazionale e il terrorismo e favorirà un sistema di asilo europeo». Verrà inoltre sostenuta la politica estera in materia di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario.
«Sarà compito della presidenza danese – afferma ancora l’Esecutivo di Copenaghen – fare in modo che l’Unione sia unita e forte», così da raggiungere «risultati concreti che possano far progredire l’Europa», «mostrando ai cittadini il valore e la necessità della cooperazione europea». Parole che giungono da un paese di indubbia “vocazione” europeista, benché postosi spesso in posizione frenante rispetto alle grandi scelte dell’ultimo decennio, come l’euro, l’allargamento, la riforma dei Trattati e Schengen.
La “casa comune” si realizza su vari livelli: quello interistituzionale (Parlamento, Consiglio, Commissione Ue), quello degli Stati membri, quello dei popoli, quello dei mercati: nessuna di queste prospettive può mancare, nessuna di esse può essere prevalente sulle altre e tutte devono comunque convergere a favore dei cittadini europei, dei loro interessi, delle loro attese, dei loro sogni. Il 2012 sarà, in questo senso, l’anno del rilancio comunitario?

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