La Commissione degli episcopati della Comunità europea diffonde un testo che guarda alle elezioni del 23-26 maggio. Il sostegno della Chiesa alla «casa comune», anche se «non è perfetta». La persona al centro della politica. Le riforme necessarie e alcuni temi-chiave: famiglia, migrazioni, sviluppo, diritti. Il “profilo” del buon candidato
di Sarah
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Un invito, forte, convinto e deciso, a sostenere il processo di integrazione europea anche attraverso l’importante momento elettorale del 23-26 maggio. Con un messaggio della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea, i cristiani sono interpellati per la costruzione di un bene comune che vada al di là degli interessi particolari e nazionali: «Rivolgiamo un appello a tutti i cittadini, giovani e anziani, perché votino e si impegnino durante il periodo pre-elettorale e alle elezioni europee». Il messaggio arriva a 100 giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo ed è intitolato Ricostruire comunità in Europa (Rebuilding community in Europe).
Evitare lo sguardo ripiegato
Il voto dei cittadini, chiamati alla «responsabilità» politica, scrive la Comece, presieduta da monsignor Jean-Claude Hollerich (arcivescovo di Lussemburgo), «condizionerà decisioni politiche che avranno conseguenze tangibili sulla nostra vita quotidiana per i prossimi cinque anni». È da «più di duemila anni» che la Chiesa cattolica «partecipa alla costruzione europea», in particolare «con la sua Dottrina sociale». E quindi, i vescovi si rivolgono proprio ai cittadini europei in questa fase che precede le elezioni per il rinnovo del Parlamento: se dieci anni fa «l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha aperto un ampio ventaglio di nuove possibilità», oggi sembra dominare un «atteggiamento meno ottimistico». Si impongono dunque necessarie «scelte politiche» che portino a «una rinnovata fratellanza» e «rilancino il progetto europeo». Fondamentale è che «i credenti e tutte le persone di buona volontà» vadano a votare, «senza cadere nella tentazione di uno sguardo ripiegato» e che «esercitino i loro diritti guardando alla costruzione dell’Europa».
«Non è perfetta…»
Manifestando le proprie opinioni politiche, ogni persona potrà «orientare l’Unione» – che «non è perfetta» – là dove vogliono che vada. Oggi serve «una nuova narrativa di speranza che coinvolga i cittadini in progetti percepiti come più inclusivi e al servizio del bene comune», indicano i vescovi. Occorre però innanzitutto l’espressione del voto, perché «ogni voto conta» nello scegliere persone che da maggio in poi «rappresenteranno le nostre opinioni politiche». E occorrerà che, dopo le elezioni, i cittadini «in modo democratico monitorino e accompagnino il processo politico».
Campagna elettorale
Guardando al futuro prossimo dell’Ue i vescovi affermano che i cittadini e le istituzioni Ue avranno bisogno di «spirito di responsabilità» per «lavorare insieme per un comune destino», «superando divisioni, disinformazione e strumentalizzazione politica». Il riferimento dei vescovi Comece nel loro documento è alla campagna elettorale, che dovrà concentrarsi sulle «politiche Ue» e su come i candidati «sapranno elaborarle e concretizzarle». L’auspicio è che si «presentino le differenti visioni» evitando «sterili contrasti».
La questione migratoria
Qualità necessarie per «coloro che vorranno assumersi un mandato a livello Ue» sono «integrità, competenza, leadership e impegno per il bene comune». I vescovi indicano inoltre alcuni temi che stanno loro particolarmente a cuore: «l’economia sociale», politiche per ridurre la povertà basate sul principio per cui «ciò che funziona per i meno fortunati, funziona per tutti», insieme a «un rinnovato sforzo per trovare soluzioni efficaci e condivise su migrazioni, asilo e integrazione». A questo riguardo due le sottolineature: l’integrazione «non riguarda solo le persone che entrano nell’Ue», ma «anche i cittadini Ue che si spostano in un Paese diverso dal loro», quindi la questione di fondo è «come accogliersi meglio gli uni gli altri in Europa?». In secondo luogo, i temi della migrazione e dell’asilo non sono a sé stanti, ma sono legati ai temi della «solidarietà, a una prospettiva centrata sulla persona, a politiche economiche e demografiche efficaci».
Ambiente, pace, diritti
«Votare in queste elezioni significa anche assumersi la responsabilità per il ruolo unico dell’Europa a livello globale. Il bene comune è più grande dell’Europa – si legge nel messaggio Comece -. Per esempio, l’attenzione per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile non possono essere limitati ai confini dell’Ue e i risultati elettorali avranno un impatto sulle decisioni che riguardano l’intera umanità». Una «Unione forte sulla scena internazionale è anche necessaria per la promozione e la protezione dei diritti umani in tutti i settori e per un solido contributo dell’Ue come attore multilaterale per la pace e la giustizia economica». Dopo aver citato un intervento di papa Francesco sul futuro dell’Europa, il documento prosegue così: «Le elezioni potrebbero essere solo un primo passo, ma il più necessario». «Chiediamo a tutti i cittadini, giovani e meno giovani, di votare e impegnarsi» in vista del voto. Il documento conclude: «Il voto non è solo un diritto e un dovere, ma un’opportunità per plasmare concretamente la costruzione europea».