A Milano per i prossimi tre anni 13 milioni e 600 mila euro per la grave emarginazione. Occorre puntare sulla qualità degli interventi
«Siamo stanchi di vedere i poveri concepiti come una minaccia, come scarti da nascondere spostandoli da un quartiere ad un altro, o da cui difenderci erigendo muri. Vogliamo reagire a questa logica che criminalizzando i poveri finisce con il criminalizzare anche chi li aiuta: prima le cooperative che si occupano dell’accoglienza dei migranti e ora le ong che doverosamente soccorrono in mare chi tenta la traversata, supplendo alle istituzioni. Tuttavia, ci sono anche notizie buone. Per la prima volta finalmente abbiamo in Italia un piano nazionale di lotta alla povertà e strumenti, come il reddito di inclusione, forse ancora legati ad una dimensione quantitativa, ma che sono un punto di partenza importante per voltare pagina». Lo ha detto questa mattina il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, intervenendo alla prima delle tre giornate di studio “Non solo senza”, promosse a Milano da Caritas Ambrosiana e dalla Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (Fio.psd).
Di risorse ha parlato Alessandro Pezzoni, responsabile dell’area grave emarginazione di Caritas Ambrosiana. «Per il prossimo triennio il Comune di Milano riceverà dalla Ue, anche grazie alla programmazione realizzata con Fiopsd, 13 milioni e 600 mila euro per la grave emarginazione. Una cifra significativa che ci auguriamo possa consentire di realizzare interventi anche di qualità».
Diversi i progetti innovativi presentati nel corso della mattinata.
Il Comune di Milano lancerà una piattaforma di crowdfunding civico dedicata alla grave emarginazione, sviluppando quello che ha già sperimentato con le start up: gli enti no profit potranno presentare al Comune i loro progetti rispondendo ad un avviso pubblico; le proposte migliori saranno caricate sulla piattaforma e se riceveranno i contribuiti dai cittadini oltre un tetto minino, saranno cofinanziate dall’Amministrazione comunale.
A Brescia si lancerà, invece, il “borsellino virtuale”: gli enti caritativi che distribuiscono cibo e vestiti riceveranno dal Comune, in base alla quantità di beni elargiti, finanziamenti da riutilizzare a favore dei loro beneficiari per corsi di formazione professionale.
Fiore all’occhiello di Bologna: i centri di accoglienza notturni aperti anche alle coppie che oggi rifiutano spesso di andare nei ricoveri solo maschili o femminili, perché sarebbero costrette a separarsi; e gli spazi diurni luoghi di socialità aperti a senza tetto e ai cittadini delle associazione di quartiere.
Il prossimo appuntamento di “Non solo senza” si svolgerà, giovedì 25 maggio, dalle 9.30 alle 13, al Museo Diocesano (corso di Porta Ticinese 95). Al centro dell’attenzione ci saranno i programmi di housing first, il nuovo approccio alla grave emarginazione che ha già rivoluzionato gli interventi dedicati ai senza tetto ed è diventato la via maestra per la programmazione delle politiche sociali a livello internazionale. Il titolo di questo incontro “La bellezza salverà il mondo” intende suggerire che l’attenzione alla persona passa anche attraverso la cura dei servizi e dei luoghi in cui viene prestata assistenza.
Concluderà questo articolato itinerario di riflessione, giovedì 8 giugno, dalle 9.30 alle 13, di nuovo in via San Bernardino 4, la presentazione di un’esperienza concreta di auto mutuo aiuto realizzata da alcuni ex senza tetto milanesi nel centro diurno Caritas La Piazzetta: la guida turistica I gatti di Milano non toccano terra.