Il direttore di Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione San Bernardino si esprime alla vigilia del dibattimento sul Decreto Sostegni

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«Possiamo salvare le case di abitazione dall’aggressione delle esecuzioni fallimentari. Ora il Parlamento approvi la norma che ridarebbe un po’ di serenità a migliaia di famiglie in un momento tanto difficile per il Paese». Lo afferma il direttore di Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione san Bernardino, Luciano Gualzetti, alla vigilia del dibattimento in aula sul Decreto Sostegni, dove è stata inserita la riforma del art. 41-bis della legge n. 157 del 2019, in virtù della quale sarà possibile ottenere la rinegoziazione di mutui anche sugli immobili già all’asta.

L’emendamento, chiesto da organizzazioni di volontariato, università e magistrati, tra cui anche la Caritas Ambrosiana e la Fondazione San Bernardino, è stato già approvato dalla Commissione bilancio del Senato e quindi inserito nel Decreto legge che giovedì 6 maggio andrà in Parlamento per la conversione.

La norma – (l’art. 41-bis della legge n. 157 del 2019), eliminando la necessità di decreti attuativi, introduce a favore del debitore la possibilità, anche se l’immobile è già all’asta, di rinegoziare il proprio mutuo oppure di chiedere un rifinanziamento per estinguere il mutuo stesso, mediante l’accesso al Fondo di garanzia per la prima casa. In questo modo, sarà anche possibile presentare l’istanza prevista dall’ art. 41-bis all’ interno delle rinnovate procedure di composizione del sovra-indebitamento.

«Siamo alle battute finali di un provvedimento che contribuirebbe a riequilibrare il rapporto tra debitori e creditori, una questione molto importante in questo particolare periodo in cui stiamo assistendo ad un progressivo scivolamento verso il basso del ceto medio», commenta Gualzetti.      

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