Una riflessione a tutto campo a cinque anni dall’enciclica è stata proposta dal XV Forum dell’informazione cattolica per la custodia del Creato a Montefiascone. Andrea Masullo sulla cura della casa comune: «Il testo del Papa ci ha svegliati dal sonno della ragione»

di Gigliola ALFARO

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«Indietro non si torna. Un nuovo umanesimo alla luce della Laudato si’»: a questo tema Greenaccord onlus ha dedicato il XV Forum dell’informazione cattolica per la custodia del Creato, che ha organizzato a Montefiascone, sabato 5 settembre, insieme con l’associazione Rocca dei Papi per un’ecologia integrale, in occasione della XV Giornata nazionale per la custodia del Creato (1° settembre). Il Forum ha proposto una riflessione a tutto campo, in vari ambiti, a cinque anni dalla Laudato si’ di Papa Francesco. Andrea Masullo, direttore scientifico di Greenaccord, fa un bilancio dell’iniziativa.

Quanto l’enciclica del Papa ci ha aiutato a guardare il mondo con occhi diversi?
L’enciclica ci ha svegliati da una sorta di sonno della ragione, indotto con grande dispiegamento di mezzi di dissimulazione della realtà e di manipolazione psicologica per indurci a desiderare sempre più cose e a riporre la felicità nel loro possesso, fino a farci sentire a vari livelli inadeguati, se non abbiamo l’ultima versione di un determinato oggetto. Penso al paradosso che la App “Immuni”, giustamente pubblicizzata come fondamentale per la nostra e la altrui sicurezza, ci impone il possesso di uno smartphone di ultima generazione, creando in tal modo anche una discriminazione sociale. Per sonno della ragione intendo l’assuefazione al fatto che siano i mercati a forgiare i nostri desideri e i nostri comportamenti, a farci credere che se non ci adeguiamo docilmente perdiamo il treno del progresso. Tutto ciò ci ha portato a una visione superficiale del mondo che non corrisponde affatto alla realtà delle conseguenze negative del sistema economico, a volte perfino drammatiche sul piano ecologico e su quello sociale. Avverto una disconnessione fra il cuore e la mente, che fluttuano senza incontrarsi nel grigiore uniforme del conformismo. L’enciclica svela questo inganno, aprendoci gli occhi. Laddove il mercato ci vuole soli nelle scelte, omologati al gregge di consumatori irresponsabili che delegano la propria responsabilità ad una guida impalpabile ed invisibile che forgia e omogenizza i gusti e i desideri, l’enciclica ci scuote dal torpore del conformismo consumista che guarda tutto con passiva superficialità; ci apre gli occhi, il cuore e la mente all’intelligenza, che è la capacità di vedere la realtà oltre l’apparenza, con quella «paticità» che dà profondità al pensiero, ci libera da scelte coatte e ci consente di discernere fra il bene e il male, fra l’utile e l’inutile, per raggiungere quella felicità profonda che è ben più che l’effimera soddisfazione del desiderio di possedere.

Quali sono le più preoccupanti emergenze ambientali e sociali denunciate dalla Laudato si’?
La novità dell’enciclica non è nell’elencazione delle emergenze ambientali che ha tanto entusiasmato gli ecologisti, ma nella chiave di lettura di queste emergenze, mirabilmente sintetizzata nell’affermazione «che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi… qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta» (LS, 56).

E quali sono gli aspetti della Laudato si’ che sono stati maggiormente accolti e quali sono quelli ancora da valorizzare?
Quelli maggiormente accolti, soprattutto dal mondo ambientalista, sono le parole forti sull’urgenza di risolvere emergenze planetarie come i cambiamenti climatici, l’inquinamento, la distruzione delle foreste, il danno inestimabile della perdita di biodiversità… Nel mondo dei cosiddetti “eco-economisti” è stata molto apprezzata la fermezza quando dice che «da qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia. Ciò suppone la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta, che conduce a “spremerlo” fino al limite e oltre il limite» (LS, 106).

Ci sono esperienze interessanti da raccontare costruite proprio a partire dalla Laudato si’?
Tutti coloro, che da anni operano concretamente nel campo della sostenibilità economica e della difesa della natura, oggi si sentono confortati dal poter riferire il proprio impegno alla enciclica, grazie anche al riconoscimento del valore del loro impegno da parte di Papa Francesco: «Il movimento ecologico mondiale ha già fatto un lungo percorso, arricchito dallo sforzo di molte organizzazioni della società civile» (LS, 166). Vorrei poter elencare esperienze che dimostrino l’allargamento di questa preziosa sensibilità all’intera comunità umana. Spero che la Chiesa cattolica costituisca il prossimo allargamento di un impegno concreto all’azione, già da quest’anno di riflessione a cui il Papa ci ha invitati.

Durante il lockdown in Italia c’è stato un risveglio della natura: questo cosa ci insegna?
Che abbiamo trasformato le nostre città in posti pericolosi per la vita, in inferni a cui ci siamo assuefatti; basta che ci ritiriamo per un po’ e torna il paradiso: se nella nostra vita non c’è spazio per le altre creature, continueremo senza accorgerne a distruggere anche la nostra vita. A me ha colpito anche il vagare solitario dei senzatetto che li ha associati alla fragilità della natura, nei confronti di città inospitali.

Il vostro Forum è stato intitolato “Indietro non si torna. Un nuovo umanesimo alla luce della Laudato si’”: quanto siamo lontani ancora da questo obiettivo e quali passi dobbiamo ancora compiere per un nuovo umanesimo?
Tornare indietro significa portare il mondo al declino e condannare l’umanità stessa a enormi sofferenze. Cambiare strada non è facile; ma aver paura di cambiare è davvero il pericolo maggiore.

 

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