Dopo un anno di guerra la Caritas Ambrosiana traccia un bilancio delle cifre e delle forme dell’ospitalità nella Diocesi. Uno stralcio dell’inchiesta del numero di febbraio del mensile diocesano

Foto Agenzia Fotogramma
Milano, profughi ucraini in Stazione Centrale (Agenzia Fotogramma)

Continua la solidarietà di famiglie e comunità che hanno aperto la porta di case, locali e appartamenti a donne e bambini profughi dall’Ucraina. Qui proponiamo una breve sintesi dell’inchiesta uscita sul numero di febbraio de Il Segno, che pubblica anche due storie dal territorio.

di Paolo BRIVIO e Bruno CADELLI

Un anno di lutti, di sofferenze, di violazioni delle più elementari norme di civiltà e di democrazia. Un anno dominato dalle logiche inumane di una guerra crudele. Ma un anno, anche, venato di una sorprendente, tenace abnegazione. Espressa da una trama di solidarietà e accoglienza che regge alla prova del tempo, anche nella Diocesi ambrosiana.

Alla fuga di milioni di profughi dall’Ucraina, iniziata tra febbraio e marzo 2022, hanno risposto istituzioni e organismi umanitari dei Paesi confinanti, ma in maniera massiccia anche attori di territori più lontani. Caritas ambrosiana, le parrocchie e altri soggetti diocesani, hanno fatto, stanno continuando e continueranno a fare la loro parte.

L’accoglienza che il sistema Caritas esprime si è sviluppato lungo diverse direttrici. In parte, fa riferimento a convenzioni e rapporti con istituzioni statali e territoriali, anzitutto con le Prefetture, stipulate dalle cooperative del Consorzio Farsi prossimo: tali accordi hanno consentito di accogliere nel 2022, nell’ambito dei sistemi Cas (Centri di assistenza straordinaria) e Sai (Servizio accoglienza immigrati), in centri collettivi, ma anche in reti di appartamenti resi disponibili da parrocchie, istituti religiosi e altri soggetti, 405 persone (gran parte dei quali nel territorio della Prefettura di Milano, una quarantina nei territori delle Prefetture di Lecco e Monza Brianza). Ulteriori 107 persone risultano poi ospitate e assistite dalla rete Caritas in 25 strutture distribuite in tutta la Diocesi, grazie alle risorse generate dal bando “Accoglienza diffusa”, emanato dalla Protezione civile nazionale.

«La mobilitazione in risposta a gravi emergenze umanitarie – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana – è compito presente negli Statuti dei vari livelli Caritas sin dalle origini dei nostri organismi». Tuttavia «tutti i volontari e fedeli della Diocesi sono chiamati a farsi carico della responsabilità dell’accoglienza, senza deleghe a “specialisti dell’umanitario”».

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