Il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini: «Il male profondo è dimenticare»
a cura di Gigliola ALFARO
Ricordare, non da rassegnati, l’anniversario della legge 194, festeggiare i vincitori del concorso scolastico europeo, lanciare l’iniziativa cittadina “Uno di noi” che parlerà al cuore dell’Europa in difesa del bambino non nato: questi i tre obiettivi della manifestazione promossa dal Movimento per la vita il 20 maggio a Roma, nell’aula Paolo VI, in Vaticano. Anche il “LifeDay” ha per titolo “Uno di noi”. Della manifestazione parla con Carlo Casini, presidente del Mpv.
La manifestazione del Movimento per la vita ha tre obiettivi: ce ne parla?
Da quando è stata approvata la legge 194, nel maggio di ogni anno facciamo un’iniziativa che vuole esprimere la nostra non rassegnazione rispetto alla legalizzazione dell’aborto. Quest’anno abbiamo pensato di far coincidere la nostra memoria di un evento triste, qual è l’aborto, con il lancio dell’iniziativa europea “Uno di noi”. Questo titolo è anche il filo conduttore di tutta la manifestazione. Noi non saremmo tuttora critici verso la legge 194, se non riconoscessimo con fermezza che anche il bimbo non nato è uno di noi. Il male profondo è dimenticare questo. C’è poi la premiazione dei 254 vincitori del concorso europeo.
Come nasce il concorso?
Da 25 anni svolgiamo un’attività di sensibilizzazione dei giovani attraverso il concorso europeo nelle scuole medie superiori, che in questo quarto di secolo ha coinvolto un milione di giovani. Nel 1986, al termine di una manifestazione madre Teresa di Calcutta e Chiara Lubich sottoscrissero un appello all’Europa perché riconoscesse il valore della vita fin dal concepimento. Sulla base di questo appello noi organizzammo, un anno dopo, nel 1987, il primo concorso europeo. Da allora ogni anno abbiamo proposto una riflessione ai giovani su tematiche di attualità che avessero come presupposto il riconoscimento dell’embrione come uno di noi. Abbiamo anche pensato di portare i vincitori al Parlamento europeo di Strasburgo dove approvano un documento sul tema dell’anno, che viene poi inviato a tutti i parlamentari europei. Per il 2012 i vincitori andranno a Strasburgo il 20 novembre, anniversario della Convenzione universale dei diritti del bambino, per portare a sintesi la loro riflessione sul tema dell’anno, suggerito da un invito di Giovanni Paolo II: «L’Europa di domani è nelle vostre mani. Siate degni di questo compito. Voi lavorate per restituire all’Europa la sua vera identità: quella di essere il luogo dove la persona, ogni persona, è accolta nella sua incomparabile dignità».
Con l’iniziativa cittadina europea quale obiettivo si vuole raggiungere?
L’11 maggio la Commissione europea ha registrato, cioè sostanzialmente autorizzato, la proposta di iniziativa “Uno di noi” promossa dai movimenti pro life di 20 Paesi, che chiede al diritto comunitario di proteggere il riconoscimento della dignità umana fin dal concepimento. L’iniziativa europea è una forma di democrazia diretta introdotta dal Trattato di Lisbona che implica la raccolta di almeno un milione di firme in almeno 7 diversi Paesi, in un anno. Ma il nostro obiettivo è raccogliere 20 milioni di firme in tutti e 27 i Paesi dell’Unione europea e soprattutto far crescere in Italia e negli altri 26 Paesi dell’Unione quella cultura della vita la cui base è il riconoscimento del principio di eguaglianza per il quale l’uomo è sempre uomo. Dunque, vogliamo un risveglio dei popoli europei: in questo momento di crisi, di sfiducia, di anti-europeismo vogliamo ricordare che a fondamento dell’Europa ci sono dei valori che vanno ricostruiti, come la pace e il rispetto della dignità umana.
In quest’impegno i movimenti pro life saranno affiancati da altre associazioni?
Proprio perché immagino un risveglio di popoli europei, ci sarà un convergere di tanti movimenti. Per questo è significativo che già nell’appuntamento del 20 maggio a Roma saranno presenti a testimoniare la convergenza unitaria dell’associazionismo cattolico sul progetto i leader del Forum associazioni familiari, dell’Azione cattolica, del Mcl, del Movimento Focolari, del Rinnovamento nello Spirito, delle Acli, di Retinopera, di Cl, dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, di Scienza & Vita, del Cammino neocatecumenale, di Agesc, di Age. Un’iniziativa di questo genere deve essere espressione del popolo della vita, che con la sua unità richiama un’unità più grande: quella di tutti gli uomini. Per questo abbiamo invitato a intervenire anche tutti i parlamentari, come segno di una mano tesa dall’universo cattolico verso tutti.
Con “Uno di noi” cosa sperate di ottenere?
Certo, dobbiamo essere concreti, perciò possiamo chiedere che nell’attività propria dell’Unione europea, laddove è in gioco la vita umana, ci si ispiri al principio che la dignità di ogni essere umano comincia dal concepimento. Questo significa che nella ricerca scientifica, nella sanità pubblica, nell’aiuto allo sviluppo non si parli di finanziamento europeo all’aborto e alla ricerca distruttiva degli embrioni. Questa iniziativa, poi, vuole svolgere anche un ruolo educativo e culturale perché in quest’anno promuoveremo incontri di sensibilizzazione su tali temi in tutta Europa.