All’Istituto Sacro Cuore di Milano si presenta Espar, il progetto di portfolio di competenze promosso dal Cross dell’Università Cattolica e finanziato dal Ministero dell’Interno
Sono 363 i migranti che hanno concluso il percorso Espar (European Skills Passport for refugees) e hanno realizzato il proprio portfolio di competenze in un anno e mezzo dall’avvio del progetto, ideato e promosso dal Cross (Centro di ricerca sull’orientamento e lo sviluppo socio-professionale) dell’Università Cattolica.
Finanziato dal Ministero dell’Interno con il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea, Espar è un percorso della durata di dodici incontri, di cui un colloquio iniziale e uno finale, con lo scopo di stilare un bilancio di competenze per rifugiati e richiedenti asilo politico. Hanno partecipato finora 9 partner italiani, 4 soggetti aderenti esteri, sono stati formati 25 operatori che hanno condotto 39 gruppi composti da dieci 10 migranti ciascuno. Le lingue utilizzate sono state, oltre all’italiano, l’inglese, il francese e in alcuni casi l’urdu con il supporto di un operatore madrelingua.
Si parlerà di questo progetto venerdì 9 febbraio nel convegno intitolato “Valorizzare competenze per costruire integrazione” presso l’Istituto Sacro Cuore (piazza Buonarroti, Milano). Alle 9.30 introdurranno Alessandro Antonietti dell’Università Cattolica e Maria Assunta Rosa del Ministero dell’Interno. Seguiranno gli interventi di operatori e partecipanti che hanno sperimentato il modello e di Diego Boerchi, coordinatore del progetto. Alle 11.30 a una tavola rotonda, moderata da Paolo Foschini del Corriere della sera, interverranno Milena Santerini dell’Università Cattolica, Massimo Gnone di Unhcr, Giuseppe Traina di Anci e Pierfrancesco Majorino del Comune di Milano.
I lavori proseguiranno nel pomeriggio alle 14 con la partecipazione di diversi esponenti stranieri che hanno sperimentato il progetto, e con un focus su Espar e l’occupazione attraverso gli interventi di docenti dell’Università Cattolica come Laura Zanfrini, Diego Boerchi e Maddalena Colombo, e di Stefania Congia del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Alla base del progetto è l’idea di rispondere ai diversi bisogni dei migranti che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro del Paese che li accoglie. Ostacoli frequenti sono la scarsa conoscenza del sistema formativo e del mercato del lavoro, la scarsa conoscenza delle proprie competenze, la mancanza di progettualità di carriera, le aspettative irrealistiche, le resistenze a mettersi in gioco e a ridisegnare la propria carriera alla luce del nuovo scenario occupazionale. Per questo Espar promuove un modello di intervento che facilita l’analisi delle precedenti esperienze lavorative, formative e professionali attraverso la narrazione autobiografica e si propone di accelerare il più possibile il processo di ridimensionamento del lutto affinché il migrante maturi, il prima possibile, l’atteggiamento giusto verso il proprio futuro professionale. A conclusione del percorso viene prodotto un documento personale, un portfolio, che racconta le proprie esperienze formative e lavorative, le competenze tecniche e trasversali, i propri desideri e obiettivi di carriera.
Per favorire la diffusione del modello, è stato redatto un apposito manuale che potrà essere scaricato gratuitamente dal sito www.espar.it in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Lo sviluppo del progetto prevede l’esportazione di questo modello in altri Paesi europei e la formazione dei formatori del percorso.