Tra memoria e impegno la XXVII edizione della Giornata. Napoli piazza principale

Don Luigi Ciotti
Don Luigi Ciotti

«C’è un’Italia che si ribella all’indifferenza, all’illegalità, alle mafie e alla corruzione che devasta i beni comuni e ruba la speranza. Un’Italia consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona». Lo afferma Libera in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che, come ogni anno, promuove per il 21 marzo con Avviso Pubblico e in collaborazione con la Rai.

L’evento principale si svolgerà a Napoli, ma altre manifestazioni sono in programma da Milano a Vittoria, da Torino a Foligno, da Firenze a Roma. Appuntamenti sono previsti anche in America Latina – a Città del Messico, Bogotà e Buenos Aires, Quito – mentre in Europa iniziative si svolgeranno a Parigi davanti la Tour Eiffel, a Marsiglia al Vecchio Porto, a Strasburgo davanti alla Corte europea dei diritti umani. E poi Berlino, Monaco, Colonia, Lipsia, Madrid, La Valletta…

Quella di quest’anno sarà la 27ª edizione. “La Giornata della memoria e dell’impegno – ricorda Luigi Ciotti, presidente di Libera – non è la retorica della memoria, non è un evento, ma è una memoria viva. Loro sono morti, uccisi dalla violenza criminale mafiosa, noi dobbiamo essere più vivi. È una memoria che non si esaurisce con il 21 marzo, tutti i giorni abbiamo una responsabilità e un impegno: non ingabbiare la memoria del passato, ma farla vivere nel presente e trasmetterla alle nuove generazioni. Il nostro Paese deve ricordare non solo i nomi importanti, ma tutti quei figli, padri, madri, mariti, mogli il cui dolore dei familiari è uguale e profondo. Il Paese deve scrivere quei nomi nelle proprie coscienze perché sono morti per la democrazia, per la libertà».

Il cammino percorso

La Giornata della Memoria è da qualche anno anche riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.

«Molta strada è stata fatta – si legge sul sito di Libera -. Innumerevoli sono state le iniziative, i percorsi di cambiamento proposti e realizzati: beni confiscati, memoria, educazione alla corresponsabilità, campi di formazione e impegno, accompagnamento delle vittime e di chi ha fatto scelte forti di allontanamento dal contesto mafioso, formazione scolastica e universitaria, sono solo alcuni degli snodi più importanti dell’impegno collettivo di questo quarto di secolo».

Una mafia diversa

«In questi anni anche le mafie hanno modificato il loro modo di agire – continua la riflessione -, rendendosi in alcuni casi più nascoste, ma più invasive e pericolose per le nostre comunità e la nostra economia. Dunque, l’azione contro le mafie e la corruzione è un’azione che si deve rendere innovativa, capace di leggere la complessità del presente, guardando le radici della storia e con contemporaneamente lo sguardo rivolto al futuro libero che vogliamo costruire. La pandemia ha generato ulteriori occasioni di profitto e controllo sociale per le mafie, in un sistema di collusioni già collaudato e capace di relazioni profonde con il mondo politico ed economico».

Arrivo e ripartenza

«Il 21 marzo è un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle persone – sottolinea Libera -. È una giornata di arrivo e ripartenza per il nostro agire, al fine di porre al centro della riflessione collettiva la vittima come persona e il diritto fondamentale e primario alla verità, diritto che appartiene alla persona vittima, ai familiari della stessa, ma anche a noi tutti. Siamo certi vi sia un diritto-dovere alla verità: la verità ha un valore pubblico fondamentale per uno Stato che voglia dirsi democratico. È altresì il momento in cui dare spazio alla denuncia della presenza delle organizzazioni criminali mafiose e delle connivenze con politica, economia e massoneria deviate».

I nomi delle vittime

«Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. Storie pulsanti di vita, di passioni, di sacrifici, di amore per il bene comune e di affermazione di diritti e di libertà negate».

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