Quattro civili e un attentatore morto il bilancio provvisorio. Un giovane simpatizzante dell’Isis nel commando. Lo shock della comunità ebraica. Il cardinale Schönborn: «Continuare sulla strada della solidarietà, della comunità e del rispetto reciproco»
Una notte di paura è quella che ha vissuto l’Austria, fatta oggetto di un attacco terroristico nel cuore storico di Vienna: secondo le ultime informazioni, almeno cinque le persone sono rimate uccise (quattro passanti e un attentatore) durante un violento conflitto a fuoco, scatenato in 6 diversi punti del centro della città. L’attacco è iniziato alle 20 mentre le strade e i locali erano pieni di gente che viveva l’ultima sera prima del lockdown nazionale che inizierà da oggi.
L’azione ha riportato alla memoria quella del teatro Bataclan a Parigi, per la simultaneità delle diverse azioni terroristiche. 17 persone sono rimaste ferite, alcune gravemente. Un attentatore è stato ucciso dalle forze di polizia alle 20.09, mentre era in fuga lungo le strade della città. Subito sono intervenute le forze di sicurezza, che in questi giorni di tensione in Francia e nel bacino mediterraneo sono allertate in tutto il territorio nazionale austriaco.
Secondo le prime testimonianze diversi uomini armati con fucili di precisione, mitra e pistole hanno aperto il fuoco a caso sui passanti e gli avventori nei locali. La localizzazione degli attacchi, vicini alla sinagoga di Vienna, fanno pensare che fosse il luogo di culto della comunità ebraica viennese il vero bersaglio dei terroristi. Almeno un altro sospetto è ancora ricercato. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è intervenuto alla televisione Orf e ha parlato di un «disgustoso atto terroristico». Il ministro degli interni Karl Nehammer ha annunciato stamane che il terrorista ucciso era un simpatizzante ventenne radicalizzato dell’Isis, nato e cresciuto in Austria, di origini albanesi. In queste ore è in corso una caccia all’uomo tra i conoscenti dell’attentatore.
Solidarietà all’Austria
Non si sono fatte attendere parole di condanna da parte delle istituzioni europee verso quanto avvenuto ieri sera a Vienna. «Con tristezza e orrore seguiamo le notizie di un altro attacco in Europa», ha scritto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, invitando a restare «uniti contro la violenza e l’odio». A reagire già ieri sera era stata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, «scioccata e rattristata dal brutale attacco» avvenuto a Vienna. «L’Europa è pienamente solidale con l’Austria. Siamo più forti dell’odio e del terrore», ha sostenuto la presidente. A fianco dell’Austria e del suo cancelliere Sebastian Kurz anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, che ha espresso parole di «dura condanna verso questo atto codardo che viola la vita e i nostri valori umani». Per l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell si tratta di «un atto vile di violenza e odio». Anche la cancelliera Angela Merkel, presidente di turno dell’Ue, si è subito pronunciata con parole di vicinanza e solidarietà «verso i nostri amici austriaci. Il terrore islamista è il nostro nemico comune. La lotta contro questi omicidi e coloro che li istigano è la nostra lotta comune». Tutti i leader delle istituzioni europee hanno espresso parole di cordoglio e vicinanza alle vittime, alle loro famiglie e ai cittadini di Vienna.
Il Rabbino: «La nostra è una città di pace»
«Siamo scioccati da questo attacco e dalla sua crudeltà». Con queste parole il rabbino capo di Vienna, Jaron Engelmayer, racconta come la comunità ebraica sta vivendo queste ore drammatiche. Il Rabbino capo di Vienna precisa subito: «Al momento non ci sono prove chiare di chi o perché questo attacco sia stato effettuato. Pertanto, è troppo presto per dire se si intendesse colpire specificamente la comunità ebraica». Il clima in città è di massima tensione ma il rabbino esprime piena fiducia nelle forze di sicurezza: «Le persone non si sentono al sicuro e le forze di sicurezza funzionano bene. Siamo scioccati dall’attacco e dalla sua crudeltà. Vienna è una città dove le persone vivono insieme in pace. Siamo profondamente tristi e dispiaciuti per le vittime e preghiamo per i feriti». In un comunicato, la comunità ebraica di Vienna, la Israelitische kultusgemeinde Wien, fa sapere che quando sono partiti i primi spari ieri sera, il tempio cittadino era già chiuso e la preghiera della sera era già terminata. La polizia ha isolato l’intero centro dispiegando sul posto un gran numero di forze speciali. «Se la sinagoga sia stata anche l’obiettivo dell’attacco non può essere attualmente né confermato né escluso – afferma la nota -. La situazione non è stata del tutto chiarita. Le nostre forze di sicurezza sono in stretto contatto con la polizia». La Israelitische kultusgemeinde Wien invita tutti a rimanere a casa. Per precauzione, tutte le sinagoghe, le scuole ebraiche, le istituzioni della Ikg, nonché i supermercati e i ristoranti kosher rimarranno chiusi.
L’appello dell’Arcivescovo
Un appello alla popolazione a non rispondere all’odio con l’odio è stato lanciato questa mattina dal cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo cattolico di Vienna. «L’odio non deve essere una risposta a questo odio cieco – ha detto parlando all’emittente televisiva Orf -. L’odio genera solo nuovo odio», ed è il modo sbagliato di reagire ai terribili eventi della notte scorsa.
In queste ore ancora confuse e concitate, l’Arcivescovo – si legge su Kathpress – ha chiesto di non cadere nel panico con un appello alla popolazione di Vienna: «Continuate sulla strada della solidarietà, della comunità e del rispetto reciproco. Sono valori che hanno plasmato l’Austria». L’Austria non deve diventare una società «che si chiude nella paura», ma deve anche continuare ad aprirsi agli altri: «Anche se ora dobbiamo mantenere le distanze a causa della pandemia, non dobbiamo tenere a distanza i nostri cuori. Finché il calore nella nostra società è più forte della freddezza dell’odio, non dobbiamo scoraggiarci». Il Cardinale ha poi raccontato di aver passato tutta la notte nella cappella del palazzo arcivescovile per trovare «un po’ di pace interiore» e ha pensato alle vittime, alle forze dell’ordine, alle forze di sicurezza. Sono arrivati messaggi da tutto il mondo, in cui la gente gli diceva di pregare per l’Austria: «Abbiamo bisogno adesso di questa solidarietà del bene, dello stare insieme».
Ieri sera, il pensiero dell’arcivescovo è andato subito a un altro attacco terroristico avvenuto 39 anni fa a Vienna, quando un gruppo di terroristi palestinesi attaccò la stessa sinagoga. Era il 29 agosto del 1981 e un commando palestinese lanciò 4 bombe a mano contro la sinagoga Stadttempel di Vienna mentre si stava svolgendo la cerimonia di un bar mitzvah alla quale stavano partecipando 200 persone. «Qualunque sia la motivazione dell’attacco odierno – ha sostenuto l’Arcivescovo -, deve essere chiaro che non c’è mai alcuna giustificazione alla violenza cieca».