Nel discorso pronunciato a Montecitorio e poi trasmesso anche al Senato, i ringraziamenti a Mattarella e a Draghi. Sottolineata con forza la novità della prima donna alla Presidenza del Consiglio
di Agensir
235 sì, 154 no: co questi numeri il governo Meloni ha incassato la fiducia della Camera. La neopremier si è presentata al Parlamento per ricevere la fiducia con un lungo discorso pronunciato alla Camera e poi trasmesso anche al Senato. Dopo i ringraziamenti a Mattarella e a Draghi ha sottolineato con forza la novità della prima donna alla presidenza del Consiglio, richiamandosi idealmente a una lunga serie di personalità femminili che hanno aperto la strada in ogni ambito della vita pubblica.
Crisi energetica, fisco e reddito di cittadinanza
Come in ogni discorso di insediamento, molti i temi trattati e altrettanti gli impegni assunti. Con una premessa legata alla stretta attualità della crisi energetica: sarà necessario «mantenere e rafforzare» le misure di supporto a famiglie e imprese e questo «drenerà gran parte delle risorse reperibili e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio».
Ponendosi nell’ottica dei cinque anni di un governo di legislatura, la premier ha comunque illustrato una serie molto ampia di progetti, sempre tenendo conto delle scadenze da rispettare per il Pnrr. Ne segnaliamo alcuni, a cominciare da «un nuovo patto fiscale», fondato su «tre pilastri»: riduzione della pressione, con estensione della flat tax e «progressiva introduzione del quoziente familiare»; «tregua fiscale» per favorire la regolarizzazione di cittadini e imprese (una sorta di condono, pare di capire); «serrata lotta all’evasione», soprattutto nelle situazioni economicamente più rilevanti. A questo si aggiunge una riduzione del “cuneo fiscale” finalizzata a incentivare le assunzioni.
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, secondo la Meloni bisogna «mantenere e, se possibile, rafforzare, il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili», ma per gli altri la soluzione dev’essere la formazione e l’accompagnamento al lavoro, «anche sfruttando appieno le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo”. Altro punto chiave è quello della natalità. «Per uscire dalla glaciazione demografica – ha detto il capo del governo – serve un piano imponente, economico, ma anche culturale, per riscoprire la genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società».
Migrazioni e rapporti internazionali
Sulla questione migratoria, la priorità dell’esecutivo è «fermare le partenze illegali». «La nostra intenzione è sempre la stessa – ha osservato la premier -, ma se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea, che nella terza fase prevista anche se non attuata prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal Nord Africa».
Quanto alla collocazione internazionale dell’Italia, la presidente del Consiglio ha affermato che il nostro Paese «è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze», «Stato fondatore dell’Unione europea, dell’Eurozona e dell’Alleanza atlantica, membro del G7. L’Italia continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione Russa».
Riforme e condanna dei regimi
Nel campo delle istituzioni la premier ha confermato la volontà di perseguire «una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare». L’ipotesi di partenza è quella del semipresidenzialismo sul modello francese, ma senza escludere altre soluzioni. L’importante è passare da una «democrazia interloquente» a una «democrazia decidente».
«Non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici, per nessun regime, fascismo compreso – ha tenuto a rimarcare la Meloni -, esattamente come ho sempre deputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre».
La presidente del Consiglio ha concluso il suo discorso con un frammento di San Giovanni Paolo II sulla libertà. In precedenza aveva richiamato San Benedetto e la radici giudaico-cristiane dell’Europa e aveva citato papa Francesco sul lavoro come strumento per combattere la povertà.