La solenne cerimonia a 90 anni dalla nascita. L'Arcivescovo di Milano svelerà una targa marmorea posta all'ingresso. «Questa dedicazione - ha detto il cardinal Scola - è sembrata la scelta più significativa, perchè il Museo è nato da un'idea proposta con forza da Martini».

Museo Diocesano

«Sono contento, sono soddisfatto. Tutto quello che ho visto supera le mie attese, perché di fronte a un capolavoro si resta quasi senza fiato, e vedere qui tanti capolavori ci ha riempiti di gioia». Non erano parole di circostanza, quelle che l’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, espresse nel giorno dell’inaugurazione ufficiale del Museo Diocesano, il 5 novembre 2001.

Lui che quell’opera, come ebbe ancora a sottolineare davanti alle autorità convenute e al presidente della Repubblica Azeglio Ciampi, aveva così fortemente «voluto e atteso».

Oggi questo stesso Museo Diocesano di Milano viene intitolato proprio al cardinal Martini. E la solenne cerimonia di dedicazione avverrà in una giornata speciale: in quel prossimo 15 febbraio, cioè, in cui si ricorda il novantesimo anniversario della nascita del grande biblista gesuita e indimenticato pastore della Chiesa ambrosiana.

Alle ore 11, infatti, sarà il cardinale Angelo Scola a “svelare” l’epigrafe appositamente realizzata e donata dalla Veneranda Fabbrica del Duomo: una targa marmorea, che riproduciamo qui sotto in anteprima, che sarà collocata accanto al nuovo ingresso del Museo Diocesano, situato nel primo chiostro di Sant’Eustorgio, con accesso dal sagrato della basilica.

All’evento, come ci anticipa Gabriele Allevi, responsabile del progetto culturale del Museo Diocesano, sono stati invitati il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e tutte le autorità cittadine, insieme agli esponenti e ai rappresentanti delle istituzioni culturali e sociali, milanesi e lombarde.

La dedicazione a Carlo Maria Martini del Museo Diocesano, come aveva annunciato già nella scorsa primavera il cardinal Scola, «è sembrata la scelta, oltre che più ragionevole, più significativa, non solo perché il Museo è nato da un’idea proposta con forza da Martini, che iniziò a dare vita a questo luogo portando qui alcune delle tele della quadreria dell’episcopio per metterle a disposizione di tutti, ma anche per rendere omaggio alla poliedricità della sua figura, che sapeva interloquire con tutti i mondi della cultura».

La Diocesi, del resto, oggi intende continuare con convinzione a sostenere il Museo Diocesano. E questo, come ha ribadito monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, «perché la sua mission specifica è unica, avendo l’obiettivo di valorizzare e raccontare attraverso i tesori artistici la storia della fede locale. Un compito che si attua innanzitutto nella conservazione e nella tutela delle opere d’arte, ma anche attraverso una missione simbolica, rendendo cioè fruibili questi tesori al territorio e alle sue culture».

È in questa prospettiva, dunque, che già da alcuni mesi è in atto il progetto “Chiostri di Sant’Eustorgio”. Proprio nel luogo cioè che la tradizione individua come la “culla” del cristianesimo milanese, il Museo Diocesano e il complesso di Sant’Eustorgio, con la magnifica Cappella Portinari e l’antico cimitero paleocristiano, si sono uniti in un unico percorso culturale che verrà sempre più valorizzato con attività ed eventi comuni.

Tutto ciò avendo sempre presente, come spiega Ugo Pavanello, presidente della Fondazione Sant’Ambrogio, ente di gestione del Museo, che «il Diocesano è uno degli strumenti a servizio della pastorale diocesana, con la sua specificità di esserlo attraverso l’utilizzo sapiente delle varie espressioni artistiche che nei secoli i vari autori ci hanno tramandato. E questo suo essere strumento pastorale è sottolineato dall’intensa collaborazione, che si va via via rafforzando, con tanti Uffici della Curia di Milano, dalla Catechesi alla Scuola, dalla Pastorale dei migranti a quella giovanile. Ed è nostra intenzione continuare in questo percorso di collaborazione e potenziare ulteriormente il rapporto con il nostro “pubblico naturale”, rivolgendoci cioè a parroci, sacerdoti, catechisti, animatori degli oratori e a gruppi parrocchiali con sempre rinnovate proposte culturali».

Concludendo il suo intervento inaugurale, quindici anni fa, il cardinale Carlo Maria Martini auspicava che il Museo Diocesano «possa aiutare tutti gli ambrosiani e i lombardi, specialmente i giovani, a recuperare la memoria del passato da cui veniamo. Il suo scopo, infatti, è anche quello di mostrare l’umanità della fede, di infondere il gusto della Bellezza che salva e insieme il gusto della pace e dei suoi frutti». Parole oggi più che mai attuali e condivisibili. (L.F.)

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