La storia di una 14enne reduce dalla separazione dei genitori e di un giovane scappato dalla guerra in scena al Delfino di Milano il 25 giugno per la Giornata del Rifugiato
Tra gli eventi promossi in occasione della Giornata mondiale del rifugiato dalla Rete Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Comune di Milano, che promuove una cultura di apertura e di inclusione presso le comunità del territorio, domenica 25 giugno, alle 19.30, presso il Teatro Delfino in piazza Carnelli, è in programma From Syria: Is this a child?, rappresentazione teatrale molto coinvolgente ed emozionante di due diversi conflitti: quello che vive una quattordicenne italiana i cui genitori si separano e quello che vive un giovane siriano scappato dal suo Paese. Uno spettacolo di teatro documentario che cerca di parlare a tutte le generazioni, e dove la narrazione dal vivo, che parte da una lunga ricerca nelle vite dei protagonisti, si fonde alla narrazione audiovisiva.
Le due storie
La storia vera di Giorgia, una ragazzina italiana che sta vivendo il dramma della separazione dei genitori, si incrocia con quella altrettanto vera di Abdo, un giovane profugo siriano scappato dalla guerra in corso nel suo Paese da dodici anni.
Un passato fatto di bei ricordi, momenti divertenti, fotografie e filmati per Giorgia, finito presto per via del divorzio di mamma e papà. Un’infanzia mai iniziata per Abdo che, dalla finestra di casa sua, ha cominciato a riprendere con il cellulare le brutalità di una guerra che gli ha tolto tutto.
Nella performance Abdo e Giorgia non solo si esibiscono portando in scena le loro storie e il loro autentico legame di amicizia, ma si esibiscono anche per la prima volta nella loro vita. Abdo cerca di mettere in contatto Giorgia con alcuni bambini in Siria, perché i bambini, senza gli errori degli adulti in mezzo, si possono ancora parlare. Si possono scambiare messaggi. Di pace. Di cambiamento. Si danno appuntamento a un futuro migliore. Se lo promettono a vicenda.
Un equilibrio tra privato e pubblico
Gli spettatori sono invitati a entrare delicatamente in un mondo privato e lacerante insieme ai protagonisti, che, manovrando diversi dispositivi elettronici e condividendo materiali personali, accettano di esporre una elaborazione viva e dal vivo della loro biografia e degli aspetti privilegiati e dolorosi che hanno segnato le loro storie fino a oggi.
Lo spettacolo va alla ricerca di un equilibrio tra storia personale e storia epocale, in un intenso affresco emotivo dove la tecnologia dilata come una lente di ingrandimento il nostro presente e apre squarci su mondi non poi così distanti, mostra i volti della guerra, entra dentro le case e ne fa vedere i frammenti, i ricordi, i futuri possibili.
A seguire dialogo con gli attori e testimonianze. Aperitivo solidale del Laboratorio Procaccini Quattordici.
Prenotazione obbligatoria.