Un’intervista al Pontefice, che rivela il suo amore per la settima arte e le sue preferenze in tema di film, è il nucleo centrale del nuovo libro di monsignor Dario Edoardo Viganò, «Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità»
Il cinema neorealista non solo ha rivoluzionato il modo di fare film in Italia. Un suo appassionato spettatore vi ha colto la capacità di essere una «catechesi di umanità», una «scuola di umanesimo». A definirlo in questo modo è papa Francesco, il cui pensiero viene ora esplicitato nell’intervista pubblicata nel libro di monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze sociali della Santa Sede, dal titolo Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità (Effatà Editrice, 104 pagine, 14 euro). Il volume è stato presentato oggi nel chiostro di Palazzo Borromeo, alla sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a Roma. Dopo i saluti istituzionali dell’ambasciatore Pietro Sebastiani, sono intervenuti Francesco Bruni, sceneggiatore e regista; Enrico Bufalini, direttore dell’Archivio storico dell’Istituto Luce Cinecittà; Paola Sciommeri, direttore delle Teche Rai; Gianluca della Maggiore, docente di Scienze della comunicazione all’Università UniNettuno, mentre l’attrice Violante Placido, impegnata in questi giorni sul set, ha inviato un video. L’incontro è stato moderato da Giovanna Pancheri, di Sky Tg24
Papa Francesco ha conosciuto i film neorealisti italiani in Argentina da bambino, un cinema che ha subito amato e che è alla base della cultura cinematografica che ha poi coltivato negli anni. Grazie all’intervista scopriamo anche che uno dei film amati dal Pontefice è La strada di Federico Fellini. Il regista romagnolo – osserva il Papa – «ha saputo donare una luce inedita allo sguardo sugli ultimi. In quel film il racconto sugli ultimi è esemplare ed è un invito a preservare il loro prezioso sguardo sulla realtà. Penso alle parole che il Matto rivolge a Gelsomina: “Tu sassolino, hai un senso in questa vita”. È un discorso profondamente intriso di richiami evangelici».
«In questa intervista il Santo Padre afferma la forza testimoniale e documentale delle immagini e dei film, riconoscendo per alcuni di essi il loro valore universale e la loro capacità di interrogare il cuore dell’uomo», si legge nell’introduzione del volume. Per monsignor Viganò il carattere distintivo e originale dell’approccio di papa Francesco al cinema fa sì che «esso entra a far parte del suo Magistero, non più o non solo come “oggetto” di attenzione o preoccupazione pastorale, ma anche come “soggetto” accolto nella sua autonomia di forma di linguaggio, di cultura, di arte, tanto da poter essere citato, come un testo tra gli altri, nei suoi discorsi, nelle sue omelie, nelle sue encicliche».
Oltre all’intervista a papa Francesco il volume il volume contiene un saggio in cui viene presentata un’analisi che guarda al fenomeno neorealista senza pretese filologiche, ma allargando volutamente l’interpretazione alla luce delle vicende presenti e delle specifiche riflessioni del Papa su questo genere di cinema. Ad arricchire il libro le opere inedite e originali dell’artista Walter Capriotti, che reinterpretano alcuni dei capolavori del neorealismo estendendo lo sguardo anche oltre quel cinema.