Sabato prossimo l'Arcivescovo inaugurerà a Villapizzone "Casa Mara" per le persone in emergenza abitativa. Il parroco don Lorenzo Negri�spiega come la comunità è stata coinvolta in questo progetto di accoglienza

di Luisa BOVE
Redazione

La parrocchia di San Martino in Villapizzone apre le porte ai senza fissa dimora. Sabato 13 novembre alle 16.30 l’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi inaugurerà «Casa Mara» che ospiterà persone in emergenza abitativa. «In questi anni come comunità cristiana e Consiglio pastorale stiamo cercando di mettere al centro il tema della carità», dice il parroco don Lorenzo Negri, non stupisce quindi che oggi il loro «farsi prossimo» raggiunga anche questa categoria di poveri. «Quando abbiamo saputo che esisteva il “Progetto emergenza dimora” di Fondazione Cariplo abbiamo colto l’occasione al volo». In parrocchia infatti esisteva già un vecchio immobile da ristrutturare che ancora non aveva una destinazione d’uso. A questo punto domanda e offerta – si fa per dire – si sono felicemente incontrate. Tre sono i soggetti coinvolti: Fondazione Cariplo che ha finanziato il progetto (mentre la parrocchia ne ha cofinanziato una parte), Fondazione San Carlo, legata alla Caritas Ambrosiana, che per 15 anni gestirà l’immobile, e la comunità ecclesiale di San Martino che si occuperà degli ospiti.
Per la verità nei locali parrocchiali già esiste un’esperienza di seconda accoglienza. Da cinque anni infatti l’associazione “Cast” (“Centro assistenza sociale territoriale”), nata 30 anni fa a San Pietro in Sala a Milano, si è trasferita a San Martino dove gestisce una comunità di accoglienza in grado di ospitare una dozzina di persone. La presenza di questa realtà già impegnata con gli ultimi ha fatto da apripista. All’inizio non è stato facile far passare la proposta di ospitare i senza fissa dimora in parrocchia, «c’è stata qualche la reazione emotiva di chi diceva: “Adesso arrivano i barboni in oratorio…”», ammette il parroco. Solo la conoscenza diretta delle persone bisognose abbatte i muri della diffidenza e della paura. «Oggi infatti sono tutti contenti».
Il cammino per arrivare all’inaugurazione è stato lungo e difficile, ma l’attesa non è stata vana, perché il tempo trascorso per realizzare il progetto «è servito a sensibilizzare la comunità – dice don Lorenzo -. Per coinvolgere i parrocchiani da due anni organizziamo il martedì sera, nel salone dell’oratorio, la “Cena di tutti” insieme agli ospiti e ai volontari del Cast». Il clima è davvero bello e cordiale: c’è chi cucina e chi invece condivide il pasto, fermandosi anche nel dopo cena per chiacchierare con gli ospiti ed «entrare nel vivo delle loro storie». Poi a turno, un volontario si ferma di notte per garantire una presenza.
Anche “Casa Mara” sarà una struttura di seconda accoglienza (forse riservando qualche posto all’emergenza) per 10 persone, che potranno essere accolte anche per periodi che vanno da 6 mesi a un anno, ogni progetto sarà personalizzato in base alle singole situazioni di disagio abitativo ed eventuale convenzione con il Comune di Milano. Attraverso appositi colloqui saranno verificati i requisiti di accesso dei candidati, che dovranno essere uomini, di età compresa tra i 18 e i 45 anni, senza problemi di alcol o droga.
Gli operatori apriranno “Casa Mara” alle cinque del pomeriggio e gli ospiti potranno raggiungere la comunità dalle 18 e fermarsi fino alle 8 del mattino successivo, con cena preparata e servita dai volontari. «Certo chi si fermerà tanti mesi la considererà casa propria», dice don Lorenzo.
Già oggi le richieste che giungono all’associazione “Cast” superano la disponibilità di posti letto, i primi ospiti della nuova casa di accoglienza verranno quindi da lì, mentre altri arrivi si prevedono attraverso il passaparola o l’invio da parte dei servizi attivi sul territorio.
Intanto attorno al progetto “Casa Mara” si sta creando un bel consenso e già ruotano una cinquantina di volontari, tra giovani, adulti e pensionati, che assumeranno ruoli diversi in base alle capacità personali e alle possibilità di tempo. «Qualcuno si è già reso disponibile per preparare le cene e fare le pulizie – dice don Lorenzo -, altri invece cureranno le relazioni, trascorrendo la serata con gli ospiti». Due volontari più giovani si occuperanno del centro di ascolto, dei colloqui e dello screening iniziale dei nuovi utenti.
Il referente del progetto sarà Paolo Ripepi, un trentenne sposato con una bimba piccola, che ha già fatto esperienza presso l’associazione “La cena dell’amicizia” aperta anni fa a Milano per i senza dimora. «Con lui collaborano alcune giovani coppie – spiega il parroco -, che già partecipano alle cene del martedì e saranno presenti la sera con gli ospiti».
La casa è stata consegnata tre giorni fa perfettamente ristrutturata e pulita, ora manca solo l’arredamento, ma è questione di giorni e presto apriranno i battenti. La parrocchia di San Martino in Villapizzone apre le porte ai senza fissa dimora. Sabato 13 novembre alle 16.30 l’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi inaugurerà «Casa Mara» che ospiterà persone in emergenza abitativa. «In questi anni come comunità cristiana e Consiglio pastorale stiamo cercando di mettere al centro il tema della carità», dice il parroco don Lorenzo Negri, non stupisce quindi che oggi il loro «farsi prossimo» raggiunga anche questa categoria di poveri. «Quando abbiamo saputo che esisteva il “Progetto emergenza dimora” di Fondazione Cariplo abbiamo colto l’occasione al volo». In parrocchia infatti esisteva già un vecchio immobile da ristrutturare che ancora non aveva una destinazione d’uso. A questo punto domanda e offerta – si fa per dire – si sono felicemente incontrate. Tre sono i soggetti coinvolti: Fondazione Cariplo che ha finanziato il progetto (mentre la parrocchia ne ha cofinanziato una parte), Fondazione San Carlo, legata alla Caritas Ambrosiana, che per 15 anni gestirà l’immobile, e la comunità ecclesiale di San Martino che si occuperà degli ospiti.Per la verità nei locali parrocchiali già esiste un’esperienza di seconda accoglienza. Da cinque anni infatti l’associazione “Cast” (“Centro assistenza sociale territoriale”), nata 30 anni fa a San Pietro in Sala a Milano, si è trasferita a San Martino dove gestisce una comunità di accoglienza in grado di ospitare una dozzina di persone. La presenza di questa realtà già impegnata con gli ultimi ha fatto da apripista. All’inizio non è stato facile far passare la proposta di ospitare i senza fissa dimora in parrocchia, «c’è stata qualche la reazione emotiva di chi diceva: “Adesso arrivano i barboni in oratorio…”», ammette il parroco. Solo la conoscenza diretta delle persone bisognose abbatte i muri della diffidenza e della paura. «Oggi infatti sono tutti contenti».Il cammino per arrivare all’inaugurazione è stato lungo e difficile, ma l’attesa non è stata vana, perché il tempo trascorso per realizzare il progetto «è servito a sensibilizzare la comunità – dice don Lorenzo -. Per coinvolgere i parrocchiani da due anni organizziamo il martedì sera, nel salone dell’oratorio, la “Cena di tutti” insieme agli ospiti e ai volontari del Cast». Il clima è davvero bello e cordiale: c’è chi cucina e chi invece condivide il pasto, fermandosi anche nel dopo cena per chiacchierare con gli ospiti ed «entrare nel vivo delle loro storie». Poi a turno, un volontario si ferma di notte per garantire una presenza.Anche “Casa Mara” sarà una struttura di seconda accoglienza (forse riservando qualche posto all’emergenza) per 10 persone, che potranno essere accolte anche per periodi che vanno da 6 mesi a un anno, ogni progetto sarà personalizzato in base alle singole situazioni di disagio abitativo ed eventuale convenzione con il Comune di Milano. Attraverso appositi colloqui saranno verificati i requisiti di accesso dei candidati, che dovranno essere uomini, di età compresa tra i 18 e i 45 anni, senza problemi di alcol o droga.Gli operatori apriranno “Casa Mara” alle cinque del pomeriggio e gli ospiti potranno raggiungere la comunità dalle 18 e fermarsi fino alle 8 del mattino successivo, con cena preparata e servita dai volontari. «Certo chi si fermerà tanti mesi la considererà casa propria», dice don Lorenzo.Già oggi le richieste che giungono all’associazione “Cast” superano la disponibilità di posti letto, i primi ospiti della nuova casa di accoglienza verranno quindi da lì, mentre altri arrivi si prevedono attraverso il passaparola o l’invio da parte dei servizi attivi sul territorio.Intanto attorno al progetto “Casa Mara” si sta creando un bel consenso e già ruotano una cinquantina di volontari, tra giovani, adulti e pensionati, che assumeranno ruoli diversi in base alle capacità personali e alle possibilità di tempo. «Qualcuno si è già reso disponibile per preparare le cene e fare le pulizie – dice don Lorenzo -, altri invece cureranno le relazioni, trascorrendo la serata con gli ospiti». Due volontari più giovani si occuperanno del centro di ascolto, dei colloqui e dello screening iniziale dei nuovi utenti.Il referente del progetto sarà Paolo Ripepi, un trentenne sposato con una bimba piccola, che ha già fatto esperienza presso l’associazione “La cena dell’amicizia” aperta anni fa a Milano per i senza dimora. «Con lui collaborano alcune giovani coppie – spiega il parroco -, che già partecipano alle cene del martedì e saranno presenti la sera con gli ospiti».La casa è stata consegnata tre giorni fa perfettamente ristrutturata e pulita, ora manca solo l’arredamento, ma è questione di giorni e presto apriranno i battenti. – – Scarica la locandina (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Loc_13-11-10_A4_web.pdf)

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