Presentato al Pirellone un pdl per far fronte alle difficoltà
a cura di Francesca LOZITO
Redazione
Guardare alla scuola proprio in un momento in cui forte è la crisi soprattutto per quanto riguarda il settore del pubblico. Mentre vengono annunciati nuovi tagli in Regione Lombardia per il prossimo anno scolastico, che colpiranno le materne e il tempo pieno – solo a Milano, secondo i sindacati, sono previsti 750 posti in meno nella scuola primaria, 1.900 nella scuola superiore e un tempo pieno eliminato per 3.000 famiglie -, l’opposizione al Pirellone presenta un progetto di legge su “Interventi per la qualificazione del sistema di istruzione e per la valorizzazione delle autonomie scolastiche in Lombardia” e chiede all’assessorato competente di assumersi precisi impegni per il futuro dell’istruzione nella regione.
Il progetto vuole sottolineare «da un lato, la necessità di una specifica azione della Regione volta alla qualificazione del sistema di istruzione lombardo, approfondendo e allargando quanto previsto dalla legge regionale 19/2007» e «affrontare, dall’altro lato, il problema della rappresentanza delle istituzioni scolastiche autonome, nell’obiettivo della valorizzazione e del potenziamento dell’autonomia scolastica e del suo ruolo nella definizione e attuazione delle politiche scolastiche a livello regionale e territoriale». Guardare alla scuola proprio in un momento in cui forte è la crisi soprattutto per quanto riguarda il settore del pubblico. Mentre vengono annunciati nuovi tagli in Regione Lombardia per il prossimo anno scolastico, che colpiranno le materne e il tempo pieno – solo a Milano, secondo i sindacati, sono previsti 750 posti in meno nella scuola primaria, 1.900 nella scuola superiore e un tempo pieno eliminato per 3.000 famiglie -, l’opposizione al Pirellone presenta un progetto di legge su “Interventi per la qualificazione del sistema di istruzione e per la valorizzazione delle autonomie scolastiche in Lombardia” e chiede all’assessorato competente di assumersi precisi impegni per il futuro dell’istruzione nella regione.Il progetto vuole sottolineare «da un lato, la necessità di una specifica azione della Regione volta alla qualificazione del sistema di istruzione lombardo, approfondendo e allargando quanto previsto dalla legge regionale 19/2007» e «affrontare, dall’altro lato, il problema della rappresentanza delle istituzioni scolastiche autonome, nell’obiettivo della valorizzazione e del potenziamento dell’autonomia scolastica e del suo ruolo nella definizione e attuazione delle politiche scolastiche a livello regionale e territoriale». Una proposta chiara Per Milena Santerini, ordinario di pedagogia generale all’Università Cattolica di Milano, si tratta di una proposta molto chiara: «L’autonomia scolastica a livello regionale è rimasta sul piano dei principi, ma non è stata ancora pienamente attuata. Questo pdl, in buona sostanza, dice che occorre far funzionare l’autonomia che c’è senza fare fughe in avanti». E il riferimento è di certo alla questione del reclutamento degli insegnanti.Quali sono allora i punti qualificanti di questo pdl? «Istituzione delle consulte per la rappresentanza nelle scuole. Poi la promozione di forme di associazione tra scuole, che può essere una risposta attiva nei confronti dei tagli. Perché nessuno discute la realizzazione dell’autonomia, ma come si realizza concretamente se c’è penuria di risorse? L’associazione tra scuole, allora, può creare delle condizioni per razionalizzare la spesa, quando magari ci sono delle risorse in più in una scuola e meno in un’altra». Limitare i danni Ma in merito a questo progetto di legge una voce discordante viene dalla Cisl: il responsabile regionale scuola, Silvio Colombini, afferma con una battuta lapidaria che «quando la casa brucia, occorre limitare i danni e poi vedere come riorganizzarla». In altre parole, «è inutile pensare al compimento del federalismo, se qui si rischia di non avere più la scuola pubblica». E il sindacalista cita allora il problema della riduzione dei posti «che fa diminuire l’offerta formativa». E allora, «oggi il Consiglio regionale deve difendere in modo bipartisan la scuola pubblica statale. Poi ci sarà tempo, una volta stabilite le regole generali, di impostare tutto il discorso di rappresentanza in una giusta prospettiva di ruoli e doveri».Per Colombini è infatti più urgente «difendere la scuola che è un bene comune con una storia propria nelle singole realtà». Perché oggi quello che sta accadendo rischia di portarci indietro nel tempo, «come con l’abbattimento del tempo pieno, che significa ritornare a quando c’erano il doposcuola e le attività integrative». In questo momento, allora, occorre investire piuttosto «nella difesa delle professionalità e nell’investimento del capitale umano e non nei tagli». Perché, come spiega il sindacalista, «proprio in Lombardia stiamo discutendo attualmente di riforma della secondaria superiore di secondo grado con la direzione scolastica regionale ed è previsto un taglio tra le 1.000 e le 1.500 unità, in netta contrapposizione con l’ampliamento di questa scelta che si sta verificando». Per questo il progetto di legge «ha dei buoni obiettivi, ma ci troviamo ancora di fronte al problema di capire chi fa che cosa». Scheda – Dopo l’articolo 1 che enuncia gli obiettivi del progetto di legge, l’articolo 2 al comma 2 prevede che sulla base delle azioni individuate nel comma precedente e della valutazione dei loro esiti, la Regione proponga allo Stato progetti per l’attribuzione di forme di autonomia delle istituzioni scolastiche più estese, secondo quanto previsto dall’articolo 11 del D.P.R. 275/99. Gli articoli 3, 4, 5 affrontano la questione della rappresentanza delle istituzioni scolastiche, delle forme attraverso cui consolidarla, del ruolo delle istituzioni scolastiche rispetto alla definizione e attuazione delle politiche scolastiche. La scelta che il progetto di legge compie (comma 2 dell’articolo 3) è quella della valorizzazione delle associazioni tra scuole regolarmente costituite. Per quanto riguarda le forme attraverso cui valorizzare e dare ruolo all’autonomia scolastica, l’articolo 3, comma 1, prevede l’istituzione da parte della Regione della Consulta regionale e l’istituzione da parte delle Province, sulla base di indicazioni regionali, delle Consulte provinciali. –