Indagine della Camera di Commercio
di Cristina CONTI
Redazione
La Milano creativa resiste alla crisi. E nel capoluogo lombardo si trova il maggior numero di imprese del settore. È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio della metropoli, su dati registro imprese al II trimestre 2009 e 2010 e dalla ricerca “La città che sente e pensa, creatività e piattaforme produttive nella città infinita”.
L’industria creativa è più radicata a Milano rispetto agli altri grandi poli economici del Paese. Qui ha sede infatti un’attività su dieci, percentuale più che doppia rispetto a Torino e quasi tripla in confronto a Napoli, mentre Roma è superata di circa due punti percentuali, con un 6,9%. «Il rapporto tra creatività e capacità di produrre si conferma un valore aggiunto strategico per Milano e risulta determinante per uscire presto e bene dalla crisi», commenta Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano.
Invariata anche l’incidenza sul totale dell’economia italiana: come un anno fa, l’impresa creativa pesa il 7,1%, con più di 4,2 milioni di addetti. Tra gli ambiti in cui si è avuto un maggior incremento ci sono l’editoria libraria (+2,3%) e quella informatica (+75%), rispettivamente con 84 e 51 nuove aziende.
Bene anche le attività di consulenza, il cui saldo positivo si attesta al 6,6%, e la ricerca e sviluppo, cresciuta del 5,4. «La competitività delle imprese, soprattutto in questo periodo di crisi, si gioca su tutti quegli elementi di qualità che rendono le creazioni dei prodotti unici, dall’innovazione al design. Qualità e innovazione sono elementi strategici per l’esportazione del made in Italy e per attrarre nuovi mercati esteri, fattori decisivi per la ripresa», spiega Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza.
Dati molto positivi anche per l’industria culturale. Le trasmissioni radiofoniche hanno avuto un aumento del 71,4%, l’attività di programmazione e le trasmissioni tv del 64,1, l’editoria musicale del 10,5, le attività artistiche e di intrattenimento dell’2,8. «L’originalità passa necessariamente attraverso i giovani, i creativi, i talenti, che con la loro capacità innovativa possono apportare un contributo decisivo in questa sfida», conclude Renato Mattioni, segretario generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza. La Milano creativa resiste alla crisi. E nel capoluogo lombardo si trova il maggior numero di imprese del settore. È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio della metropoli, su dati registro imprese al II trimestre 2009 e 2010 e dalla ricerca “La città che sente e pensa, creatività e piattaforme produttive nella città infinita”.L’industria creativa è più radicata a Milano rispetto agli altri grandi poli economici del Paese. Qui ha sede infatti un’attività su dieci, percentuale più che doppia rispetto a Torino e quasi tripla in confronto a Napoli, mentre Roma è superata di circa due punti percentuali, con un 6,9%. «Il rapporto tra creatività e capacità di produrre si conferma un valore aggiunto strategico per Milano e risulta determinante per uscire presto e bene dalla crisi», commenta Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano.Invariata anche l’incidenza sul totale dell’economia italiana: come un anno fa, l’impresa creativa pesa il 7,1%, con più di 4,2 milioni di addetti. Tra gli ambiti in cui si è avuto un maggior incremento ci sono l’editoria libraria (+2,3%) e quella informatica (+75%), rispettivamente con 84 e 51 nuove aziende.Bene anche le attività di consulenza, il cui saldo positivo si attesta al 6,6%, e la ricerca e sviluppo, cresciuta del 5,4. «La competitività delle imprese, soprattutto in questo periodo di crisi, si gioca su tutti quegli elementi di qualità che rendono le creazioni dei prodotti unici, dall’innovazione al design. Qualità e innovazione sono elementi strategici per l’esportazione del made in Italy e per attrarre nuovi mercati esteri, fattori decisivi per la ripresa», spiega Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza.Dati molto positivi anche per l’industria culturale. Le trasmissioni radiofoniche hanno avuto un aumento del 71,4%, l’attività di programmazione e le trasmissioni tv del 64,1, l’editoria musicale del 10,5, le attività artistiche e di intrattenimento dell’2,8. «L’originalità passa necessariamente attraverso i giovani, i creativi, i talenti, che con la loro capacità innovativa possono apportare un contributo decisivo in questa sfida», conclude Renato Mattioni, segretario generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza.