di Silvio MENGOTTO
Redazione

Le attività di Nocetum sono molteplici come la prima assistenza alle famiglie immigrate o in difficoltà e salvaguardia del creato. Ma quella con i rom del campo di via San Dionigi, sgomberato nel 2007, continua ancora oggi, soprattutto nel seguire i bambini a scuola. Alcune famiglie del campo, insieme ai minori, avevano imboccato la via dell’integrazione scolastica e del lavoro. Per loro l’associazione Nocetum è stato un punto di riferimento e un trampolino di lancio: ha svolto un servizio di doposcuola per circa 30 bambini, organizzato corsi di italiano e consulenza familiare per le donne del campo.
Suor Ancilla Beretta, responsabile di Nocetum, ha sempre organizzato, con volontari e maestri, il doposcuola ai bambini rom che continua ancora oggi. «Ho fatto l’insegnante – dice suor Ancilla – e la scuola mi interessa moltissimo. Proprio al campo i bambini hanno cominciato l’attività scolastica. Alcuni di loro frequentavano le elementari, oggi frequentano la scuola superiore di ragioneria». Gli insegnanti dicono che alcuni ragazzi sono imbattibili in matematica. «Qualcuno – prosegue suor Ancilla – vorrebbe frequentare l’università: vedremo. Comunque continueremo ad accompagnarli». Suor Ancilla ricorda che «dopo lo sgombero andai a prendere all’uscita di scuola i ragazzi. Avevamo preparato una merenda e dei giochi, ma i bambini si precipitarono tutti nel salone perché dovevano fare i compiti e disegnare». Col passare del tempo per i bambini rom lo spazio di Nocetum è diventato un punto di aggregazione importante, soprattutto per le relazioni nate in questi anni con gli operatori e i volontari. Un ruolo decisivo lo ha svolto la passione e l’impegno degli insegnanti. Proprio nella sede della Provincia nel gennaio 2008 le maestre dei bambini rom sono state insignite con il premio “Campione” per aver lanciato messaggi positivi sulle concrete e reali possibilità di integrazione degli alunni del campo rom di San Dionigi sgomberato.
Anche la musica si è rivelata un importante mezzo di aggregazione e integrazione. Questo è stato il cammino del giovane violinista Eduard del campo insieme al fratello Leonard. Oggi Eduard frequenta la prima media nel corso ad indirizzo musicale di primo grado “Confalonieri”. L’insegnante dice che «da settembre frequenta e si sta integrando nella classe in un modo incredibile. La sua passione per il violino inizia da giovanissimo e si sente. Il suo percorso oggi è basato soprattutto sulla lettura musicale». A Nocetum Eduard è stato seguito e stimolato dai maestri Giuseppe Valletta e Carlo De Martini, uno dei più noti violinisti milanesi.
In questo modo è iniziato un percorso di integrazione da conoscere. Eduard ha partecipato a un concerto di beneficenza per una scuola dell’Aquila, trascritto una danza rumena di Béla Bartok eseguendola al Conservatorio di Milano lo scorso dicembre, ha vinto il primo premio al concorso Inclu di Galdus, che ha l’obiettivo di stimolare i giovani a riflettere sul tema dell’integrazione dei giovani immigrati e delle diversità in generale, elaborando prodotti creativi (foto, disegni, poesie, canzoni, video) per un viaggio culturale, di identità nella nostra società multietnica. Lo scorso 6 gennaio, giorno dell’Epifania e festa di tutti i popoli, dall’ambone del Duomo Eduard e Leonard hanno suonato il violino alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi e dei fedeli. Le attività di Nocetum sono molteplici come la prima assistenza alle famiglie immigrate o in difficoltà e salvaguardia del creato. Ma quella con i rom del campo di via San Dionigi, sgomberato nel 2007, continua ancora oggi, soprattutto nel seguire i bambini a scuola. Alcune famiglie del campo, insieme ai minori, avevano imboccato la via dell’integrazione scolastica e del lavoro. Per loro l’associazione Nocetum è stato un punto di riferimento e un trampolino di lancio: ha svolto un servizio di doposcuola per circa 30 bambini, organizzato corsi di italiano e consulenza familiare per le donne del campo.Suor Ancilla Beretta, responsabile di Nocetum, ha sempre organizzato, con volontari e maestri, il doposcuola ai bambini rom che continua ancora oggi. «Ho fatto l’insegnante – dice suor Ancilla – e la scuola mi interessa moltissimo. Proprio al campo i bambini hanno cominciato l’attività scolastica. Alcuni di loro frequentavano le elementari, oggi frequentano la scuola superiore di ragioneria». Gli insegnanti dicono che alcuni ragazzi sono imbattibili in matematica. «Qualcuno – prosegue suor Ancilla – vorrebbe frequentare l’università: vedremo. Comunque continueremo ad accompagnarli». Suor Ancilla ricorda che «dopo lo sgombero andai a prendere all’uscita di scuola i ragazzi. Avevamo preparato una merenda e dei giochi, ma i bambini si precipitarono tutti nel salone perché dovevano fare i compiti e disegnare». Col passare del tempo per i bambini rom lo spazio di Nocetum è diventato un punto di aggregazione importante, soprattutto per le relazioni nate in questi anni con gli operatori e i volontari. Un ruolo decisivo lo ha svolto la passione e l’impegno degli insegnanti. Proprio nella sede della Provincia nel gennaio 2008 le maestre dei bambini rom sono state insignite con il premio “Campione” per aver lanciato messaggi positivi sulle concrete e reali possibilità di integrazione degli alunni del campo rom di San Dionigi sgomberato.Anche la musica si è rivelata un importante mezzo di aggregazione e integrazione. Questo è stato il cammino del giovane violinista Eduard del campo insieme al fratello Leonard. Oggi Eduard frequenta la prima media nel corso ad indirizzo musicale di primo grado “Confalonieri”. L’insegnante dice che «da settembre frequenta e si sta integrando nella classe in un modo incredibile. La sua passione per il violino inizia da giovanissimo e si sente. Il suo percorso oggi è basato soprattutto sulla lettura musicale». A Nocetum Eduard è stato seguito e stimolato dai maestri Giuseppe Valletta e Carlo De Martini, uno dei più noti violinisti milanesi.In questo modo è iniziato un percorso di integrazione da conoscere. Eduard ha partecipato a un concerto di beneficenza per una scuola dell’Aquila, trascritto una danza rumena di Béla Bartok eseguendola al Conservatorio di Milano lo scorso dicembre, ha vinto il primo premio al concorso Inclu di Galdus, che ha l’obiettivo di stimolare i giovani a riflettere sul tema dell’integrazione dei giovani immigrati e delle diversità in generale, elaborando prodotti creativi (foto, disegni, poesie, canzoni, video) per un viaggio culturale, di identità nella nostra società multietnica. Lo scorso 6 gennaio, giorno dell’Epifania e festa di tutti i popoli, dall’ambone del Duomo Eduard e Leonard hanno suonato il violino alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi e dei fedeli.

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