Sta per partire la campagna di Palazzo Marino� per aiutare gli over 65 che vivono soli

di Cristina CONTI
Redazione

Duecento euro a chi adotta un anziano. Partirà tra qualche settimana la campagna del Comune di Milano per aiutare gli over 65 che vivono da soli: una situazione che riguarda il 24% dei residenti nel capoluogo lombardo.
Gli assistenti sociali individueranno chi si trova in una condizione di bisogno, mentre gli uffici del Comune raccoglieranno le domande delle famiglie. E dopo una selezione a base di test psicologici ci sarà un primo affidamento. Ma l’adozione sarà definitiva solo dopo un periodo di prova. In cambio le famiglie milanesi riceveranno un contributo mensile medio di duecento euro. «Gli anziani sono per natura diffidenti e non è così semplice – spiega Mariolina Moioli, assessore alle Politiche sociali del Comune -. Soprattutto all’inizio. Ma ne vale la pena. I dati del settore anagrafe indicano che l’anziano che rimane a casa sua e non viene ricoverato in ospizio ha un’aspettativa di vita più lunga».
Preparare pranzi, occupare il tempo libero con un film al cinema o uno spettacolo a teatro, prenotare un appuntamento dal parrucchiere, sono certamente attività che contribuiscono alla felicità dell’anziano, solitamente ridotto in solitudine. Queste sono solo alcune delle tante attività che faranno le famiglie che si prenderanno un incarico così importante. L’affido sotto la Madonnina esiste già da tempo. Sono dieci anni, infatti, che ha mosso i primi passi e ora coinvolge una trentina di over 80. E proprio le famiglie che li stanno aiutando saranno testimonial della campagna del Comune. A beneficiare di questa iniziativa sarà anche il Comune in termini economici, perché saranno ridotti costi per rette di ricovero nelle case di riposo e per l’intervento degli assistenti sociali.
Ma non mancano anche le perplessità. «Non dobbiamo dimenticare però che le persone non sono delle merci – commenta Luca Ragone, viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti, un movimento nazionale nato nel 2006 che si batte per la tutela e la difesa dei diritti dei cittadini -. Bisognerà vagliare attentamente le modalità di controllo e di scelta delle famiglie affidatarie. Mi chiedo se il progetto di affido valuti anche la possibilità di riempire le ore più critiche per queste persone, ossia quelle serali. E come verranno effettuati i controlli sull’andamento dell’assistenza?». Duecento euro a chi adotta un anziano. Partirà tra qualche settimana la campagna del Comune di Milano per aiutare gli over 65 che vivono da soli: una situazione che riguarda il 24% dei residenti nel capoluogo lombardo.Gli assistenti sociali individueranno chi si trova in una condizione di bisogno, mentre gli uffici del Comune raccoglieranno le domande delle famiglie. E dopo una selezione a base di test psicologici ci sarà un primo affidamento. Ma l’adozione sarà definitiva solo dopo un periodo di prova. In cambio le famiglie milanesi riceveranno un contributo mensile medio di duecento euro. «Gli anziani sono per natura diffidenti e non è così semplice – spiega Mariolina Moioli, assessore alle Politiche sociali del Comune -. Soprattutto all’inizio. Ma ne vale la pena. I dati del settore anagrafe indicano che l’anziano che rimane a casa sua e non viene ricoverato in ospizio ha un’aspettativa di vita più lunga».Preparare pranzi, occupare il tempo libero con un film al cinema o uno spettacolo a teatro, prenotare un appuntamento dal parrucchiere, sono certamente attività che contribuiscono alla felicità dell’anziano, solitamente ridotto in solitudine. Queste sono solo alcune delle tante attività che faranno le famiglie che si prenderanno un incarico così importante. L’affido sotto la Madonnina esiste già da tempo. Sono dieci anni, infatti, che ha mosso i primi passi e ora coinvolge una trentina di over 80. E proprio le famiglie che li stanno aiutando saranno testimonial della campagna del Comune. A beneficiare di questa iniziativa sarà anche il Comune in termini economici, perché saranno ridotti costi per rette di ricovero nelle case di riposo e per l’intervento degli assistenti sociali.Ma non mancano anche le perplessità. «Non dobbiamo dimenticare però che le persone non sono delle merci – commenta Luca Ragone, viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti, un movimento nazionale nato nel 2006 che si batte per la tutela e la difesa dei diritti dei cittadini -. Bisognerà vagliare attentamente le modalità di controllo e di scelta delle famiglie affidatarie. Mi chiedo se il progetto di affido valuti anche la possibilità di riempire le ore più critiche per queste persone, ossia quelle serali. E come verranno effettuati i controlli sull’andamento dell’assistenza?».

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