Il responsabile dell’Ufficio missionario diocesano sottolinea il senso dell’Ottobre straordinario che la Chiesa ambrosiana vivrà in comunione con quella universale: «Con la sua forza rivoluzionaria il Vangelo saprà generare frutti, specie per i giovani»

di Annamaria BRACCINI

Don Maurizio Zago
Don Maurizio Zago

Come leggere il ricco calendario di iniziative che la Diocesi propone per il mese missionario straordinario di ottobre voluto dal Papa? A spiegare il senso di questa relazione è don Maurizio Zago, responsabile dell’Ufficio missionario diocesano: «Da sempre nel mese di ottobre la nostra Diocesi presta attenzione al tema della missione: ricordo le famose marce per le vie di Milano o gli incontri nello stadio di San Siro… Certamente, l’ottobre di quest’anno riveste anche per noi un particolare significato. Mi pare che il nostro Arcivescovo, con la sua Proposta pastorale, si inserisca nella scia indicata da papa Francesco. Nella sua lettera Purché il Vangelo venga annunciato sono frequenti i richiami alle due indicazioni dateci dal Papa: un rinnovato slancio missionario verso chi ancora non conosce il Vangelo di liberazione di Gesù e una trasformazione in chiave missionaria di tutte le attività della Chiesa. Direi che la nostra Chiesa ambrosiana sta camminando in comunione con la Chiesa universale».

Come il mondo missionario può intercettare il mondo di oggi e i giovani?
Penso che si debba seguire la via dell’incontro e dell’ascolto reciproco, specie per i giovani che, del mondo, respirano tanto l’aria buona quanto quella meno buona. I cambiamenti culturali avvenuti a partire dalla fortissima interazione tra generazioni di diverse culture e modi di vivere, chiede di favorire conoscenze vere e non pregiudiziali e, in queste, lasciare che il Vangelo, con la sua forza rivoluzionaria, sappia generare quei frutti che possiamo vedere, per esempio, negli scritti dei monaci di Thibirine. È la via che i giovani degli Istituti missionari e quelli dei nostri gruppi parrocchiali tenteranno di testimoniare nell’evento che vivranno al Pime di Milano e a CityLife il 19 e 20 ottobre prossimi.

Per essere missionari è ancora necessario andare dall’altra parte del mondo, quando anche la nostre città sono “terra di missione”?
La Diocesi ha vissuto l’apertura del mese missionario al Pime che sta rinnovando la proprie strutture proprio qui a Milano: per affermare che le due direttrici – la nostra città e le terre di missione – dicono soltanto due modalità di un medesimo corso. Guai però a identificarle o a sopprimerne una: significherebbe far morire anche l’altra.

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