L’Arcivescovo, in Duomo, ha presieduto la Celebrazione nella V domenica dell’Avvento ambrosiano. Giovedì prossimo, alle 20.45, verrà trasmessa una Celebrazione penitenziale da lui presieduta, in diretta su ChiesaTv. Dal 16 al 23 dicembre ogni giorno la Messa alle 17.30 con il Capitolo metropolitano
di Annamaria
Braccini
«Siate voce là dove vivete, in casa vostra, nel vicinato, negli ambienti del vostro impegno quotidiano, siate luce. Oggi più che mai abbiamo bisogno di incontrare il Signore, di non complicarci la vita con strade che vanno in mille direzioni contraddittorie e finiscono solo per stancarci. Rendete diritta la via del Signore. In questo tempo, mi sembra opportuno invitare a una sosta di riflessione, a un atto di penitenza e di conversione, accostandoci al Sacramento della Riconciliazione per rendere diritta la nostra via, per andare incontro al Signore e per essere limpida luce».
L’Arcivescovo che presiede, in Duomo, la Celebrazione nella V domenica dell’Avvento ambrosiano, lo dice a conclusione della sua omelia, ma è evidente che questa consegna sia “il cuore” del suo intero messaggio nei giorni che avvicinano alla nascita del Signore, ma anche nel tempo che continua a fare paura, che causa dolore e molti, troppi, morti per la pandemia.
L’invito alla speranza che non delude è, però, chiaro, soprattutto di fronte alle tante strade storte nella quali, la gente smarrita si perde. «Camminano, si stancano, ma non vanno da nessuna parte, si aggirano come in un labirinto, non sanno dove sia un’uscita per il viaggio che conduca verso la terra promessa. Le strade storte complicano la vita, costringono a rallentare e impediscono lo slancio. Nel paese della strade storte le regole diventano cavilli, la burocrazia invece che essere una garanzia è un groviglio inestricabile». E basterebbe, anche solo aver percorso, arrivando in Cattedrale, le vie del centro di Milano affollato (nonostante tutto…) per comprendere quanto tutto questo sia vero e mai come ora pericolosissimo, non solo nel senso dell’emergenza sanitaria.
«Nel paese della strade storte anche i pensieri sono storti e le parole sono dette non per farsi capire, ma per confondere, per aggredire, per giudicare. E così le persone diventano false. Dicono una cosa e ne pensano un’altra e le loro domande non sono per avere risposte, ma per accusare», come è accade a coloro che contestano il Battista nell’episodio del vangelo di Giovanni, al capitolo 1, appena risuonato tra le navate.
«I pensieri storti e le parole false chiamano bene il male e male il bene, sostengono che è giusto essere ingiusti, sono abili nell’ingannare per fare i loro interessi, trovano sempre il modo per rendere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Nel paese delle strade storte c’è sempre un angolo in cui si nasconde un’insidia. Come un virus malefico che si mette in agguato per causare un’epidemia, così la cattiveria, il risentimento, la voglia di vendetta si sistema in qualche posto dove non si lascia vedere; poi, aggredisce e fa del male».
Sono questi i mondi quotidiani di ognuno di noi, se si ha il coraggio di ammetterlo: «un paese che confonde quelli che vengono da fuori, che si sentono stranieri anche se, in realtà, sono fratelli. Le strade storte favoriscono pensieri complicati che confondono i semplici».
Eppure la via sarebbe – è – lineare, laddove, invece, «nel labirinto non si riconosce colui che deve venire e la sua voce sembra come insignificante».
E, allora, serve una voce, anche se grida nel deserto, «per rendere spedito il cammino, sinceri i pensieri, franche le parole, evidente il bene e riconoscibile l’insidia. Voce che indichi colui che è presente in mezzo alla gente ma che la gente non conosce».
Ma la fiducia, nelle parole dell’Arcivescovo, non viene meno. «Io ho fiducia – dice, infatti – che molti, ascoltando la voce di uno che grida nel deserto, si sentiranno chiamati a conversione e invocheranno il perdono di Dio, l’assoluzione sacramentale e la riconciliazione con la Chiesa». «Siate sinceri, riconoscete il bene che c’è un voi e chiedete perdono per il male. Succederà anche che molti si faranno coraggio. È dunque questa la missione della Chiesa, questo il compito che vogliamo assumerci, il desiderio che abbiamo».
Una missione che riguarda tutti perché non è riservata unicamente ai sacerdoti. «Non ci sono gli specialisti del sacro che si riservano il ruolo di essere precursori. Saremo – potremo – essere voce, per indicare il germoglio», scandisce il vescovo Mario, in riferimento alla Prima lettura tratta dal profeta Isaia.
«Il Salvatore è presente nella storia non come un trionfatore che distrugge i nemici, ma come un germoglio, senza apparenza gloriosa, senza un potere per imporsi, senza una forza per vincere contro la violenza. Piuttosto come dimora dello Spirito, di sapienza e di intelligenza, di consiglio e di fortezza. Germoglio di un nuovo giardino, presenza discreta che cerca uno sguardo che la sa riconoscere, una voce che l’annunci».
«Saremo voce, per raddrizzare le strade storte: una parola chiara contro l’ingiustizia, una parola che faccia risuonare la speranza, che dia fondamento alla promessa di pace, di riconciliazione, di un mondo nuovo».
E alla fine, l’annuncio che da mercoledì prossimo, 16 dicembre, fino al 23, in Duomo, alle 17.30, verranno celebrate le “Ferie dell’Accolto” con una Messa in altare maggiore a cui parteciperà tutto il Capitolo Metropolitano.
«Questo ultimo periodo dell’Avvento – conclude l’Arcivescovo – è un tempo propizio per percorsi di penitenza e di conversione che hanno nella celebrazione del Sacramento della Riconciliazione un momento particolarmente significativo. A Pasqua non è stato possibile partecipare alle Celebrazioni, perciò prepariamoci a prendere parte alle quelle natalizie, come momento solenne che può effondere un poco di luce su tutto quest’anno. Anche la nostra conversione, la nostra confessione può essere una porta aperta al Signore che viene. Io stesso vorrei rinnovare questo invito con una Celebrazione penitenziale, che avrà luogo giovedì 17 dicembre,, in Cattedrale e verrà trasmessa alle ore 20.45 da ChiesaTv (canale 195 DTT) e, in streaming, sul portale della Diocesi. Vorrei anche raggiungere tutte le case con la mia preghiera delle 20.32, come sto già facendo nelle settimane di Avvento. Forse voi già la seguite, ma potete invitare altri».
Tanti modi, questi, per essere voce, per dire che rendiamo diritta la via del Signore.