Tra le comunità visitate dall’Arcivescovo, quella delle Vincenziane a Mollas di Elbasan, impegnate a sostegno di minori, donne, malate e disabili e attive anche nel servizio pastorale
di Luisa
BOVE
Il viaggio dell’Arcivescovo in Albania è proseguito verso il sud del Paese, destinazione Valona. Monsignor Delpini e don Maurizio Zago, responsabile della Pastorale missionaria della Diocesi che lo accompagna, si concedono due brevi soste nei villaggi di Gostimë e Mollas di Elbasan, nella parte centrale del Paese, che distano tra loro 7-8 chilometri.
I poveri e i disabili di Gostimë
Nel primo paesino incontrano alcune religiose del Movimento contemplativo Charles de Foucauld (fondato nel 1951) che dedicano la vita alla preghiera e alla gente, in particolare ai poveri, malati e disabili. La domenica pomeriggio le suore e alcuni membri della parrocchia accolgono una quindicina di disabili con le loro mamme per vivere insieme un momento di fraternità e condivisione. Per le famiglie diventa un’occasione di dialogo e sostegno. Le religiose svolgono diverse attività con i bambini, visitano le persone malate e disabili bloccate nelle loro case e assistono famiglie che vivono situazioni di disagio e difficoltà.
Tappa a Mollas di Elbasan
La presenza delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Mollas di Elbasan risale al 1992. La comunità è composta da 5 religiose, tutte italiane, che operano in diversi settori con la collaborazione di personale locale. «Da sole non potremmo fare tutto – dice la superiora suor Camilla Maenza -, tra noi ci sono infermiere, assistenti sociali, educatrici professionali che hanno titoli per gestire le varie attività». L’arcivescovo non è riuscito a visitarle tutte, «perché il tempo era poco», ma è già stato in passato a fare visita.
La Casa famiglia per minori
«Come comunità ci occupiamo di una Casa famiglia con 11 bambini, maschi e femmine, di età diverse: il più piccolo ha 3 anni e la più grande è una ragazza di 18 che ora frequenta l’università», spiega la religiosa. I minori hanno alle spalle situazioni familiari disagiate e complesse, oppure sono stati abbandonati dai genitori. «L’Arcivescovo è venuto alla Casa famiglia, dove abbiamo pranzato tutti insieme, compresi i ragazzi, e gli abbiamo spiegato le attività che svolgiamo».
A servizio di malati, ragazzi e donne
Le Vincenziane lavorano anche in due ambulatori. «Seguiamo moltissimi casi di ustione e siamo al servizio della comunità perché a mezzogiorno medici e infermieri vanno via, quindi nel villaggio non resta nessuno – dice suor Camilla -. Per questo cerchiamo di essere a disposizione di chi ha bisogno».
A Mollas ci sono anche tre centri diurni frequentati da ragazzi e adolescenti, dai 6 ai 16 anni, dove si svolgono attività integrative, di doposcuola, «ma anche di aggregazione come in oratorio, sport e musica».
Un occhio di riguardo è rivolto anche al mondo femminile. È nato infatti un centro di sostegno per le donne, che una suora incontra due volte alla settimana proponendo attività culturali, dibattiti a tema e gite. Un’occasione di condivisione e sostegno al tempo stesso.
Centro diurno per disabili
Invece l’impegno con i disabili è decisamente superiore. «Abbiamo un Centro diurno aperto tre volte alla settimana per il tempo libero, attività manuali, ma anche fisioterapia, psicoterapia, logopedia, per migliorare la qualità della vita», assicura suor Camilla. Oltre a una religiosa lavorano anche professionisti locali che «abbiamo aiutato a concludere l’università e quindi adesso operano anche presso il nostro centro con un piccolo compenso». Non è tutto. «Svolgiamo anche attività domiciliari visitando le famiglie in difficoltà».
Attività pastorale
Molte attività pastorali sono affidate alle suore. La messa nella chiesa intitolata a San Vincenzo de’ Paoli c’è solo due volte alla settimana, quando i sacerdoti arrivano da Elbasan per celebrare. «Per il resto, la preparazione ai sacramenti, le feste e le attività formative le svolgiamo noi, e durante l’estate organizziamo campi estivi per i ragazzi». «Siamo molto contente di aver ospitato l’Arcivescovo – ripete suor Camilla -. Anche lui è stato contento di pranzare con i ragazzi della Casa famiglia ed è stato molto cordiale con loro».