Il Cardinale ha preso parte Festa dei Protestanti Italiani per il 500esimo anniversario dell’inizio della Riforma luterana. «Un segno di speranza che sia stata scelta Milano a livello nazionale»
di Annamaria
Braccini
Quei 5 “insieme” che definiscono il cammino, già iniziato, da proseguire e da percorrere, appunto insieme, per fare migliore la nostra città e il mondo. Sono quelli che pronuncia il cardinale Scola intervenendo, presso il Teatro “Dal Verme”, alla Festa Nazionale dei Protestanti Italiani per il 500esimo anniversario dell’inizio della Riforma luterana.
Le parole di Paolo nella II Lettera ai Corinti – “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” – e il riferimento a ciò che è avvenuto «a Lund lo scorso 31 ottobre, quando papa Francesco, il vescovo luterano Younan e i responsabili del Luteranesimo mondiale, hanno aperto, con una preghiera comune, l’anno dedicato alla commemorazione dell’inizio della Riforma protestante», avviano la riflessione dell’Arcivescovo. Che nota subito: «In modo veramente emozionante, dopo secoli in cui i centenari della Riforma avevano assunto una marcata impronta identitaria e di confronto, non di rado polemico, tra le Confessioni cristiane, nell’evento di preghiera di Lund si è resa esplicita e si è imposta agli occhi di tutti la comune radice, Gesù Cristo».
«Così anche oggi, a Milano, in questa festa di Cristo, vogliamo lasciarci sorprendere dal gesto dello Spirito che ci attrae in un movimento di condivisione per il bene del mondo intero. Insieme, in questa vigilia di Pentecoste, domandiamo al Padre che mandi ancora una volta i doni dello Spirito di Gesù Risorto “sopra di noi, tra di noi ed in noi”».
Essendo consapevoli, sottolinea ancora Scola attraverso la Dichiarazione sottoscritta a Lund, «che il modo di relazionarci tra di noi incide sulla nostra testimonianza del Vangelo, ci impegniamo a crescere ulteriormente nella comunione radicata nel Battesimo, cercando di rimuovere i rimanenti ostacoli che ci impediscono di raggiungere la piena unità».
Da qui l’auspicio: «Insieme, come Comunità cristiane, siamo chiamati a testimoniare l’amore di Dio che sana ogni lacerazione e abbatte vecchi e nuovi muri, di fronte alle sfide e alle emergenze di una città che si fa sempre più plurale e meticcia. Insieme, siamo chiamati ad affrontare il dramma della presenza tra noi di tanti immigrati e profughi, che fuggono da guerre, divisioni e muri, carestie e fame. Insieme, siamo chiamati ad affrontare la sfida del dialogo tra le religioni, in particolare con l’Islam, perché emerga la capacità di ogni religione di operare per la pace e per un futuro sempre più dignitoso per tutti i popoli. Insieme, siamo chiamati a sostenere la vita dal concepimento al suo termine naturale. Insieme, siamo chiamati ad affermare il valore e l’insuperabilità della persona umana, a partire dalla sua intima dimensione religiosa, dentro una società sempre più dominata dalla tecnocrazia che ci rende dipendenti e connessi, ma sempre meno capaci di comunione e di accoglienza».
Il Culto Evangelico Riformato
Un teatro grande e gremito, un clima di gioia e di festa, un’occasione unica, per fedeli di tutte le età, dai piccolissimi agli anziani. È questo ciò che si respira, prima, nella marcia che porta i partecipanti da piazza Duomo al “Dal Verme”, e poi all’interno del teatro, dove si svolge il momento clou della 4 giorni di festeggiamenti per i 500 anni della Riforma, promossi dalle Chiese Luterane, Valdesi, Battiste, Metodiste, dall’Esercito della Salvezza e dalla Chiesa Avventista del 7 Giorno.
Alla Festa Nazionale, molti arrivano da zone anche lontane del Paese, per una kermesse, aperta a tutti, che prevede dibattiti, approfondimenti, mostre, spettacoli, musica, momenti di evangelizzazione e conviviali e, soprattutto, come è ovvio, di professione della propria fede, anche nei singoli luoghi di culto riformato in città. È così, alla vigilia della Solennità di Pentecoste, il Culto Evangelico Riformato proposto al “Dal Verme” dalle Chiese promotrici di “Riforma 500 Milano” con la collaborazione del pastore Luca Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, viene ripreso anche dalla rubrica televisiva “Protestantesimo”, vista l’importanza dell’evento.
Tra i fazzoletti e le collane rosse, le immagini tradizionali di Martin Lutero, un piccolo flash mob a pannelli suggestivi e simbolici, sono molte le centinaia di fedeli e i Ministri, non solo riformati, che arrivano. C’è il cardinale Scola, accompagnato dalla Delegazione della Chiesa ambrosiana con monsignor Luca Bressan, vicario episcopale di settore, Roberto Pagani, responsabile del Servizio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo e don Giampiero Alberti, coordinatore del Forum delle Religioni di Milano. Giunge anche il cardinale Francesco Coccopalmerio, da sempre figura eminente e di riferimento della promozione del dialogo ecumenico e interreligioso
Si prega tutti insieme – nelle prime file siedono anche i Ministri delle Chiese Ortodosse, rappresentati dall’archimandrita Theofilaktos Vitsos, della Chiesa Ortodossa Greca del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Una poltrona vuota avvolta da una sciarpa rossa ricorda la donna che non c’è, quella che è emblema di tutte le vittime dei femminicidi.
Il benvenuto è offerto dal pastore Giuseppe Platone della Chiesa Evangelica Valdese e presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano che parla di riconciliazione e festa comune, «di un clima ecumenico felice a cui il mondo della Riforma ha dato il suo convinto contributo».
La lettura della Dichiarazione congiunta delle Chiese Protestanti Italiane, stilata in occasione del 500esimo anniversario celebrato in tutto il mondo; le azioni simboliche, come quella finale della condivisione del pane, sulle parole del Vangelo di Marco, nell’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci; l’ascolto, appunto, della Parola di Dio, tra cui il capitolo 2 degli Atti con il racconto della Pentecoste; i canti in più lingue; l’invocazione dello Spirito; la confessione comunitaria di peccato, le meditazioni dei Pastori (uomini e donne) e le preghiere di intercessione in diverse lingue, articolano il Rito.
Vissuto con intensità da questa allargata «assemblea di Chiesa», come la definisce ancora il pastore Platone, il Culto si conclude con la recita del Padre Nostro, la benedizione finale e la colletta devoluta al Servizio di solidarietà sociale “Allegro Moderato’, sostenuto dal Comune di Milano, che cura persone con fragilità fisiche e mentali attraverso la musica e un’orchestra di 50 elementi nella quale suonano insieme musicisti professionisti e persone coinvolte nel progetto.
«Questo anniversario riguarda tutti»: la Preghiera Ecumenica
Poi, ancora un momento importante, quando – dopo l’intervento del Cardinale – portano il loro saluto, l’assessore Marco Granelli che rappresenta il sindaco Sala e dice: «Riforma è una parola milanese. Milano, infatti, ha nel suo DNA la tensione a cambiare le cose, ovviamente in meglio. La nostra città non è più vicina al mondo della Riforma solo per un fatto geografico, ma lo è perché è riformatrice in senso storico, anche nel panorama del Cattolicesimo e delle altre Confessioni Cristiane. Rilanciamo un lavoro comune già avviato nel quadro del dialogo con le Confessioni religiose con due priorità: la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio spirituale e il lavoro comune su temi essenziali contro ogni fondamentalismo e per la pace, la piena accoglienza, la solidarietà e la cura dell’ambiente. Abbiamo bisogno della radicata vocazione al dialogo della Tradizione riformata per creare, non una semplice convivenza passiva di culture, ma un progetto comune. Questo anniversario ci riguarda tutti».
Espressioni cui fanno eco quelle dell’archimandrita Vitsos: «Le Chiese Ortodosse hanno iniziato il dialogo con la Riforma già nel 1573 con il patriarca ecumenico Geremia II e, in questi giorni, il patriarca attuale, Bartolomeo è stato a Wittemberg», ricorda. «A Milano abbiamo la grande benedizione di camminare insieme».
I ringraziamenti alle Chiese di Milano vengono portati dal pastore Negro e da don Giampiero Alberti che delinea l’impegno, il lavoro, non sempre facile, e gli obiettivi del dialogo ecumenico e del Forum delle Religioni di Milano.
Infine, la preghiera Ecumenica di Pentecoste preparata dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano e articolata in tre momenti prendendo spunto dai simboli (fuoco, Bibbia, pane che erano stati posti al cuore anche del Culto Evangelico). La benedizione conclusiva impartita da tutti i Ministri presenti, suggella l’intenso pomeriggio.