Oltre 200 iscritti totali e nuove richieste che arrivano in questi giorni. «Le famiglie si fidano e sono molto contente»
di Cristina
CONTI
Creatività bilanciata con le regole anche negli oratori estivi di Varese. Nella Comunità pastorale Sant’Antonio Abate, con tre oratori, e in quella dedicata al Beato Samuele Marzorati, con un oratorio, le attività sono già partite, con oltre 200 iscritti totali e nuove richieste che arrivano in questi giorni. La Comunità pastorale Beato Carlo Gnocchi è partita il 18 giugno con 5 oratori, lunedì 22 giugno è la volta di quella intitolata ai Santi Gottardo e Giovanni Paolo II con un oratorio e poi la Comunità pastorale Maria Madre Immacolata con altre otto strutture.
«Ci siamo organizzati secondo le forze e le disponibilità dei luoghi – spiega don Matteo Missora, della Comunità pastorale Santi Gottardo e Giovanni Paolo II -: in alcuni casi le risorse sono state concentrate, in altri si sono sfruttate tutte le possibilità per favorire la prudenza. Prima di partire ci siamo confrontati con il Comune, poi ci siamo mossi in autonomia e abbiamo organizzato le attività in coordinamento tra le diverse parrocchie». Qui l’oratorio estivo durerà in totale sei settimane: fino al 24 luglio per chi ha già iniziato, fino al 31 per gli altri. Le attività si svolgeranno dal lunedì al venerdì. In alcune strutture sarà possibile stare per tutto il giorno, dalle 8 alle 16, in altre solo mezza giornata. «Perché si è capito che per alcune comunità in questo modo è più semplice gestire le regole e la socialità», precisa.
Balli, canti, giochi, musica ed espressività. Queste le caratteristiche dell’oratorio estivo 2020 a Varese. «Non faremo gite, ma attività semplici e belle che rappresentano la tradizione dei nostri oratori», aggiunge don Missora. Mascherine e distanze di sicurezza saranno sempre presenti. «Le famiglie si fidano e sono molto contente della nostra riapertura. Hanno mandato segnali molto incoraggianti, anche se i bambini sono ancora pochi a causa dell’incertezza e della paura», spiega. Dopo i mesi trascorsi chiusi in casa, il momento di ritrovarsi con i propri amici è vissuto dai ragazzi con molto entusiasmo. Rivedersi, condividere emozioni e difficoltà, ma anche sfogarsi e imparare cose nuove. «Avevano bisogno di uscire di casa e di ritrovare i loro compagni di divertimento. Avevano la necessità di sperimentare che l’altro non è solo un pericolo, ma la bellezza del volto che hai accanto», commenta.
Anche con le dovute precauzioni, insomma, si può tornare a sperimentare la gioia dell’incontro con l’altro. Un momento di crescita e di divertimento per tutti. Uso di spazi ampi all’aperto e piccoli gruppi. Le misure di sicurezza permettono comunque ai ragazzi di divertirsi, svagarsi e ritrovare la socialità. «Tra le tante novità ci sono anche le attività in piccoli gruppi. A differenza di quello che si può pensare, questo modo di ritrovarsi insieme è stato molto apprezzato dai ragazzi e anche vissuto con entusiasmo. Permette, infatti, di coltivare un rapporto più profondo con gli adulti e gli educatori, rispetto alle esperienze di oratorio estivo che avevano vissuto, invece, negli anni scorsi», conclude don Missora.