Tra i 26 candidati al sacerdozio che saranno ordinati presbiteri dal cardinale Scola in Duomo alle 9 (diretta tv, radio e web), anche seminaristi provenienti da diocesi di altri regioni d’Italia e anche di altri Paesi. «Si sono profondamente inseriti nelle varie comunità parrocchiali - spiega il rettore del Seminario, monsignor Michele Di Tolve - e sono stati aiutati a scoprire che la vita è bella con Gesù»
di Ylenia SPINELLI
Scorrendo il tableau dei candidati al presbiterato 2016, presente in tutte le parrocchie della Diocesi, l’attenzione si focalizza sui 26 volti e nomi, dietro ai quali si nascondono persone e storie vocazionali, una diversa dall’altra. Sono ragazzi e giovani come tanti, che hanno deciso di spendere la loro vita alla sequela di Gesù. Dal pomeriggio di domenica 5 giugno vivranno una settimana di esercizi spirituali, predicati dal vicario episcopale padre Michele Elli presso la casa dei padri Oblati di Rho, in attesa dell’ordinazione sacerdotale di sabato 11 giugno, alle 9, nel Duomo di Milano, per mano dell’arcivescovo Angelo Scola.
I futuri preti hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Alcuni hanno frequentato il Seminario Minore in diverse città d’Italia, altri provengono da diocesi del Meridione, altri ancora da molto lontano: dalle Filippine e dallo Sri Lanka. Nove possiedono un titolo universitario e quasi la metà ha avuto esperienze lavorative, anche di molti anni. Non per nulla il candidato Emmanuel Santoro, con un diploma di primo livello al Conservatorio, ha paragonato la sua classe a «un’orchestra formata da 26 strumenti, ognuno con il proprio timbro, ormai pronta a suonare accordandosi sul diapason dello Spirito, condotta dal gesto del Direttore e Maestro».
Una metafora che piace molto al rettore del Seminario, monsignor Michele Di Tolve, che aggiunge: «Come ogni classe, anche questa è unica e irripetibile: vivace, propositiva, capace di esprimere varie personalità e “tonalità” di servizio».
Una classe che nel cammino seminaristico ha accolto anche altri compagni, con alle spalle percorsi diversi… «Tengo a sottolineare che i fratelli, provenienti da altre regioni d’Italia o del mondo, erano a Milano da diversi anni per motivi di studio e lavoro, profondamente inseriti all’interno delle varie comunità parrocchiali. Questo è segno di una Chiesa capace di grande accoglienza, tanto da aiutare questi ragazzi a scoprire che la vita è bella con Gesù. E il merito va alle nostre comunità parrocchiali, ai nostri preti, religiosi e laici, che vivono quotidianamente l’annuncio e la testimonianza del Vangelo».
Il motto che i candidati hanno scelto come augurio e auspicio per iniziare il loro ministero presbiterale è “Con la Gioia dello Spirito Santo”, tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi. «Paolo dice che, anche nelle tribolazioni, vivono con la Gioia dello Spirito Santo – puntualizza Di Tolve -. Dunque una gioia non effimera e passeggera, ma profonda, che nasce dall’aver incontrato Gesù. Così i nostri futuri preti desiderano far conoscere il Signore e il suo Vangelo a tutti, con la grazia dello Spirito Santo, che è un dono che riconoscono di aver ricevuto e vogliono trasmettere».
Durante il tradizionale pellegrinaggio a Roma in preparazione al sacerdozio, i candidati hanno ricevuto anche la benedizione di papa Francesco e tre sue importanti raccomandazioni, che il Rettore, presente all’incontro, così sintetizza: educare i ragazzi e i giovani, essere strumenti della misericordia di Dio ed essere capaci di vivere il ministero «nella gioia della perseveranza», ovvero ogni giorno. Il Pontefice, aggiunge Di Tolve, si è detto molto contento di vedere giovani che si consacrano al Signore e questo «è frutto del lavoro intenso e generoso della diocesi di Milano e del suo Arcivescovo».
Inaspettato e altrettanto significativo è stato l’incontro al Quirinale col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato l’importanza di essere cristiani e cittadini educati al bene comune, capaci di costruire quell’ «amicizia civica», tanto cara a Scola.
Poi il pensiero del Rettore torna ai futuri preti che domenica vivranno un ultimo momento di preghiera e fraternità con propri familiari prima dell’ordinazione. «A tutti – conclude Di Tolve – auguro di fare sempre memoria della bontà e della misericordia che Dio ha avuto con loro, di essere pienamente inseriti nel presbiterio e in comunione con l’Arcivescovo, di continuare a essere generosi e infaticabili nell’annuncio del Vangelo, ma soprattutto profondamente radicati in Gesù, cibo quotidiano nella preghiera, nell’ascolto della parola e nell’Eucaristia. Perché senza Gesù non siamo nulla».