In occasione della solennità a cui è dedicata la parrocchia di Quarto Oggiaro, l’Arcivescovo celebra la Messa per la consacrazione della nuova chiesa. Il parroco don Ambrogio Basilico: «Uno stimolo ad annunciare il Vangelo con più passione»

pentecoste
Un'immagine della nuova chiesa di Pentecoste

di Cristina CONTI

Domenica 4 giugno, alle 10, il cardinale Angelo Scola si recherà a Quarto Oggiaro (Milano), dove alle 10 celebrerà la Santa Messa per la consacrazione della nuova chiesa di Pentecoste (via Graf 29), che coincide con la solennità a cui è dedicata. Spiega il parroco, don Ambrogio Basilico: «Costruire la nuova chiesa è stato un gesto di responsabilità nei confronti della parrocchia e di tutto il territorio. La nostra è una comunità giovane, nata nel 1984: all’inizio eravamo in un ex asilo comunale. Il progetto è nato nel 2002 dopo un concorso bandito dall’Ufficio Nuove Chiese e dal suo responsabile monsignor Giuseppe Arosio. Oggi siamo in tanti e consacriamo una nuova chiesa: è un nuovo inizio. In questo momento storico, ecclesiale e culturale, sembra azzardato consacrare una chiesa. Ma invece è un momento molto importante per tutto il quartiere: significa, infatti, poter accogliere più persone ed è uno stimolo per tutti ad annunciare il Vangelo con più passione».

Chi sono gli abitanti della vostra parrocchia?
Il quartiere è piuttosto anziano: i caseggiati risalgono infatti agli anni Sessanta-Settanta e la maggior parte delle persone che vivono qui è ormai ultrasessantenne. L’area compresa dalla nostra parrocchia ha però una situazione un po’ diversa: circa una decina di anni fa, infatti, è stato costruito un nuovo rione, oggi abitato da famiglie più giovani, molte delle quali hanno figli piccoli. Si tratta di persone nuove che si stanno inserendo pian piano nel contesto sociale e, di conseguenza, nella realtà parrocchiale, con tutte le difficoltà che questo all’inizio comporta.

La crisi economica si è sentita molto?
Sì, ce ne siamo accorti perché nei Centri di ascolto le richieste di aiuto sono aumentate fortemente, anche in conseguenza della riduzione della risposta dei servizi sociali locali. In molti hanno fatto richiesta al Fondo Famiglia Lavoro della diocesi: solo nella nostra parrocchia, nell’ultimo anno, sono stati in sei a beneficiarne.

Ci sono molti immigrati? Di quali nazionalità?
Secondo le statistiche ce ne sono tanti, ma sicuramente sono meno di quelli che vivono in altre periferie milanesi. Si vedono soprattutto alla mattina, quando accompagnano a scuola i figli, alle elementari o alle medie. I gruppi più folti, un po’ come avviene nel resto della città, sono i nordafricani, i sudamericani e i filippini.

Come siete organizzati dal punto di vista pastorale?
Catechismo, attività in oratorio, servizi per aiutare chi ha più bisogno: nulla che non ci sia anche in tutte le altre parrocchie di Milano. Ci sono i gruppi di catechesi per i bambini che si preparano ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, quelli per preadolescenti e adolescenti. La Caritas, inoltre, ha organizzato un Centro di ascolto in comune con la parrocchia di Santa Lucia, a noi vicina, che ci permette di andare incontro alle famiglie che vivono in situazioni di particolare disagio sociale e di offrire loro un aiuto concreto.

Come si svolgerà la visita dell’Arcivescovo?
Alle 10 ci sarà la celebrazione, poi al pomeriggio, dalle 15, ci sarà la festa della parrocchia. Abbiamo fatto alcuni incontri di preparazione. Domenica 28 maggio don Umberto Bordoni ci ha aiutato a capire come l’arte e l’architettura possono aiutare la fede. Martedì, invece, con Paolo Curtaz abbiamo meditato sul tema della chiesa, mentre giovedì c’è stato un momento di preghiera con Francesco Roda, che ha illustrato un ciclo pittorico da lui realizzato dal titolo Via Lucis, via Crucis. Tutto l’anno è stato comunque dedicato a questo tema, cercando di improntare su questo tutte le attività ordinarie, a partire dal 4 ottobre con l’inaugurazione della chiesa. Il 15 dicembre poi, abbiamo avuto anche la Visita pastorale del Cardinale nel Decanato.

 

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