Il messaggio di monsignor Delpini per i funerali di don Mario, celebrati a Biassono. La partecipazione del cardinale Turkson e della Fondazione Migrantes
«Ha vissuto il suo ministero accampato nella precarietà e radicato nel Vangelo di Gesù. Singolare interprete della pastorale dei nomadi ha seminato il Vangelo nei cuori di persone e famiglie perché ha imparato le loro lingue, condiviso le loro vite…»: sono passaggi del messaggio di cordoglio (nel box a lato) che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha inviato in occasione dei funerali di don Mario Riboldi – già incaricato diocesano della Pastorale dei nomadi, scomparso in settimana a 92 anni -, celebrati oggi a Biassono. «Ha seminato. Non ha preteso di raccogliere, non ha calcolato i risultati – continua il messaggio -. Eppure ha raccolto rivelazioni di santità proprio là dove il pregiudizio rivolge uno sguardo di discredito generalizzato. Ha infatti fatto conoscere i santi dei popoli nomadi e i consacrati che dai popoli nomadi si sono fatti avanti per servire la Chiesa…».
«Ha saputo abbracciare con naturalezza ed entusiasmo una scelta singolare, incoraggiata dall’allora cardinale Montini – scrive dal canto suo il cardinale Peter Turkson, presidente del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, nel suo messaggio di cordoglio (in allegato) -. È stato un nomade nelle tante comunità nomadi che hanno camminato con lui, ma con una capacità unica di creare ponti tra la Chiesa, i Rom e i Sinti».
Anche la Fondazione Migrantes della Cei ha manifestato il suo cordoglio in un messaggio (in allegato): «Gli incontri con lui, le telefonate sapevano sempre di “gioia del Vangelo”, che desiderava condividere con le diverse comunità rom e sinte – scrive il presidente monsignor Giancarlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio -. Il suo impegno e la sua intelligenza pastorale, i numerosi materiali da lui realizzati per l’evangelizzazione delle comunità rom e sinte rimangono nella Chiesa italiana un tesoro da custodire e a cui fare riferimento».