I Vescovi lombardi, nel giorno dell’assemblea della Conferenza episcopale della Regione ecclesiastica, hanno incontrato il clero anziano e ammalato nel Santuario di Santa Maria del Fonte. Nel pomeriggio si è svolta anche la sessione della Cel
di Annamaria
BRACCINI
Una giornata piena di luce e colori accoglie gli oltre 200 presbiteri che si ritrovano, presso il Centro di Spiritualità del Santuario Santa Maria del Fonte di Caravaggio, per l’appuntamento annuale di preghiera e amicizia dedicato ai sacerdoti anziani e malati, promosso, anche in questa sua quarta edizione, dalla sezione Lombarda dell’Unitalsi, dall’Opera Aiuto Fraterno e dalla Conferenza Episcopale Lombarda. Prima dell’Eucaristia e del pranzo comunitario, i Vescovi della Regione ecclesiastica si riuniscono per l’assemblea plenaria della CEL.
La Celebrazione eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai Vescovi e da tutti i partecipanti all’incontro si apre con la tradizionale processione.
Monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona (Caravaggio è nel territorio della sua Diocesi) porge il saluto di benvenuto. Il canto del “Magnificat” annoda, come un filo d’oro della fede, la riflessione dell’Arcivescovo.
«Tutti i giorni prego con questa parole di Maria, fin da quando sono entrato in Seminario.
La Parola di Dio ha questa straordinaria forza di essere sempre nuova tutte le volte che la si prega. Forse, ogni stagione ed esperienza spirituale della vita, dà una particolare risonanza a un’espressione».
E sono proprio alcuni brani della preghiera mariana a essere richiamati e ricordati per una sorta di viaggio ideale attraverso le diverse età dell’esistenza. «Come Maria, abbiamo sentito nella giovinezza lo sguardo del Signore che si è posato su di noi e ci ha chiamato alla sequela. Poi, nella maturità, abbiamo condiviso la potenza profetica del “Magnificat”, “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. Quante vicende abbiamo visto negli anni, sentendo la presenza rivoluzionaria del Vangelo che proclama, “Guai a quelli che trovano qui sulla terra la loro gratificazione”».
E, ancora, con il passare del tempo e diventando vecchi, «lo stiamo pregando come una parola che fa sintesi della nostra vita di prete, attraverso “L’anima mai magnifica il Signore, grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”».
Da qui la raccomandazione a «coltivare una spiritualità cristiana» che trasforma le situazioni in occasioni. Ora è un momento diverso da prima, da altrove, ma è adatto»
Adatto a cosa? A continuare a essere prete con gioia, a non descrivere la propria storia come «un destino, un inevitabile declino, ma come il riproporsi di un’occasione».
Come Maria, che è beata perché ha creduto, «esiste un desiderio di essere felici che si realizza nella fede. Sarebbe bello che ciascuno di noi potesse dire di essere felice perché ha creduto».
Alla fine della Messa prende brevemente la parola monsignor Roberto Busti, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi Lombarda, che sottolinea «il momento di incontro e di gioia» vissuto dal e con i sacerdoti anziani e sofferenti, ai quali viene donato il volume di Vittore De Carli, presidente dell’Unitalsi regionale, “Dal buio alla luce”, nel quale l’autore racconta la sua malattia e i 47 giorni di coma.
La preghiera dei Pastori al Sacro Speco, davanti al gruppo statuario ligneo che ricostruisce la scena dell’Apparizione alla beata Giannetta e il pranzo conviviale concludono una giornata bella in tutti i sensi.