Tra il 1918 e il 1921 Armida Barelli è tra gli artefici della creazione della Gioventù Femminile, delle Terziarie francescane e dell’Università Cattolica
di Ernesto
Preziosi
Gli anni che vanno dal 1918 al 1921 sono uno snodo fondamentale nella vita di Armida Barelli. Ormai confermata nelle scelte di fondo della vita, partecipa alla fondazione di molteplici Opere: nel 1918 nasce la Gioventù Femminile, il 19 novembre 1919 ad Assisi si costituisce la Famiglia delle Terziarie francescane, primo nucleo del futuro Istituto secolare; infine, il 7 dicembre 1921 si inaugura l’Università Cattolica.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale Armida viene coinvolta come segretaria del Comitato per la consacrazione dei soldati al Sacro Cuore. Si distingue nel lavoro organizzativo di un’opera che segna la presenza dei cattolici nella modalità di una nuova religiosità di massa.
Le richieste del cardinale Ferrari e del Papa
Sul finire del 1917, il cardinale Ferrari, Arcivescovo di Milano, le chiede di guidare una associazione di giovani donne che possa operare per la «diffusione dell’idea cristiana» in un contesto turbolento. Sollecitata da un episodio di cui viene a conoscenza, modifica l’iniziale rifiuto e accetta l’invito del cardinale. Avvia così un’esperienza formativa che si diffonde rapidamente in tutta la diocesi.
Nel gennaio 1918, a guerra ancora in corso, sottoscrive l’atto costitutivo della società editrice «Vita e Pensiero» che prende il nome della rivista nata quattro anni prima. Intanto la presidente dell’Unione Donne le chiede di assumere la vicepresidenza diocesana dell’associazione a Milano. È un ulteriore passaggio per Armida, che è estranea al Movimento cattolico ,per entrare in contatto con l’associazionismo.
Nel settembre 1918 papa Benedetto XV, sulla scorta dei risultati ottenuti dalla Barelli a Milano, le chiede di fondare in tutta Italia i circoli della Gioventù Femminile: inizia un cambiamento radicale della sua vita.
Delle Opere in cui si impegna e dove profonde le sue non comuni capacità, l’Azione cattolica è la principale, perché è qui la radice di quella dedizione per l’apostolato, come allora si diceva, che la porta a spendere l’intera vita per l’annuncio, per l’avvento del Regno di Dio e che le consente di realizzare quella vocazione laicale su cui si spenderanno numerosi pronunciamenti magisteriali e approfondimenti teologici.
L’idea di una famiglia spirituale
Nei viaggi che compie lungo la penisola incontra tante giovani. Tra queste alcune le chiedono la possibilità di dedicarsi interamente al Signore pur restando nel mondo. È il percorso che lei ha intrapreso: ne parla con Gemelli e – confortati dal parere di Benedetto XV – i due iniziano a pensare a una famiglia spirituale. Il Papa le dice: «Non create monache nella Gioventù Femminile. Siate laiche e restate laiche». Consiglia di appoggiarsi al Terz’Ordine francescano. Sarà così che, nel novembre 1919, nella piccola chiesa di San Damiano ad Assisi, nasce un nuovo “sodalizio” che, con un travagliato cammino, contribuirà alla nascita nella Chiesa a una nuova realtà: gli Istituti secolari.
Una «Marta» per l’Università
Intanto, insieme al gruppo di amici riuniti intorno a padre Gemelli, va realizzandosi un sogno vagheggiato dal Movimento cattolico e in esso da Giuseppe Toniolo: la fondazione di un’università. Anche in questo caso il cammino non è facile e il ruolo di Armida è centrale: raccogliere i fondi necessari alla costruzione e al funzionamento dell’Università, ma non solo.
Quando il 7 dicembre 1921 a Milano si inaugura l’Università Cattolica del Sacro Cuore, lei è l’unica donna a prendere la parola e si presenta come la «Marta» che accanto alle «Marie della contemplazione e dello studio», provvede ai bisogni materiali. Il suo ruolo in realtà sarà ben più grande e contribuirà a raggiungere un risultato inedito per un ateneo: dispiegare nell’intero territorio nazionale una rete di sostegno e di conoscenza attraverso un’associazione di Amici e, di lì a poco, una raccolta di fondi annuale: la Giornata Universitaria. L’Ateneo del Sacro Cuore svolgerà così un servizio non solo a quanti lo frequentano, ma all’intera cattolicità italiana.