Due figure accomunate dal Battesimo, dall’aver vissuto il «secolo breve» e dall’amore per la Chiesa. La loro beatificazione il 30 aprile in Duomo un’occasione di riflessione anche per noi
di monsignor Franco
AGNESI
Vicario generale
Armida Barelli e don Mario Ciceri saranno beatificati insieme sabato 30 aprile in Duomo a Milano, diocesi di appartenenza di entrambi. Mentre don Mario Ciceri visse il suo intenso e profondo ministero di prete in una sola parrocchia, Armida Barelli animò l’intera Chiesa italiana con la sua intelligente determinazione, fascino educativo e capacità organizzativa.
Durante l’Avvento e la Quaresima saremo accompagnati a gustare e vedere quanto lo Spirito Santo ha operato in loro per giungere alla celebrazione più preparati. Come ha scritto l’Arcivescovo nella proposta pastorale, sono «personalità così diverse a cui rivolgiamo la stessa preghiera perché tutto i discepoli vivano la loro vita come risposta alla vocazione che Dio rivolge a partecipare della sua stessa vita, in ogni forma storica e in ogni stato di vita che lo Spirito fa fiorire nella santa Chiesa di Dio».
In queste righe vorrei soffermarmi sul fatto che Armida e don Mario saranno beatificati insieme. Le coincidenze custodiscono sempre un segno che possiamo considerare solo casuale, magari a volte un impaccio, e invece spesso accendono una luce.
Ciò che li unisce è il Battesimo e dal Battesimo il cammino cristiano incarnato nella loro storia di incontri, decisioni, sofferenze e gioie e nutrito dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia. Per noi è l’occasione di ripensare alla nostra «storia» con Gesù nell’amicizia, nelle scelte, nelle fatiche e nelle gioie.
Ciò che li unisce è anche il «secolo breve» del Novecento, segnato per loro da due guerre mondiali e da progetti di rinascita e riscatto per i giovani della parrocchia e le ragazze italiane. Per noi è l’occasione di chiedere il dono della creatività per immaginare il nostro prossimo futuro anche culturale e politico.
Li unisce anche l’amore alla Chiesa vissuto nel loro tempo, con stile diverso, con alleanze e collaborazioni ordinarie e straordinarie, ma sempre da discepoli missionari. Per noi è l’occasione di sognare una Chiesa capace di una comunione più intensa e diversificata e di una missione più libera e coraggiosa.