Reliquia della corona posata sul capo di Cristo, solitamente custodita nella parrocchia di Santa Maria Assunta in Turro, per volontà dell’Arcivescovo sarà da lui condotta in otto Decanati della periferia di Milano. Ne parla il Vicario di Zona Azzimonti

di Annamaria BRACCINI

Don Carlo Azzimonti
Monsignor Carlo Azzimonti

Una scelta di grande significato, voluta fortemente dall’Arcivescovo: durante la Quaresima, 8 momenti promossi in altrettanti Decanati della periferia di Milano, con la presenza della “Sacra Spina”. «È una reliquia della corona di spine che, secondo la tradizione, fu posta sul capo di Gesù e che viene normalmente custodita nella parrocchia di Santa Maria Assunta in Turro – spiega monsignor Carlo Azzimonti, Vicario episcopale per la Zona I -. Al di là della storicità della reliquia, è interessante cogliere l’aspetto di venerazione e l’affetto della pietà popolare che circonda tali oggetti. Papa Francesco, nella sua Esortazione Evangelii Gaudium, parla proprio di questo, ai numeri 123 e seguenti, osservando che “nella pietà popolare si può cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi”. Un invito a non sottovalutare la forza evangelizzatrice della pietà popolare».

In questa logica si svolgerà la proposta…
Sì. Recarsi con la reliquia in varie parrocchie e Decanati della periferia della città significa raccogliere la sfida che viene dalle culture urbane che sempre Evangelii Gaudium evidenzia: «Cristo vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia». E ancora «Questa presenza nelle città e nelle periferie delle città, non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata». Mi pare che sia interessante ricollegare tutto ciò anche all’ultimo Discorso di Sant’Ambrogio dell’Arcivescovo, quando ha richiamano i fenomeni di devianza che possono colpire giovani e adolescenti o la precarietà del lavoro. Fenomeni che sono molto presenti e, a volte, segnano in modo doloroso le periferie.

Continuando con una metafora del Papa, potremmo parlare, allora, di una Chiesa ambrosiana «in uscita»?
Direi così: vogliamo raccogliere il forte grido di Gesù sulla croce che diventa un grido d’intercessione e di preghiera intorno a questo segno della Passione di Cristo, valorizzando, nel contempo, la forza evangelizzatrice della pietà popolare. Simbolicamente sarà una corona che stringiamo attorno alla città perché la Sacra Spina si sposterà di Decanato in Decanato, di parrocchia in parrocchia e la presenza del Vescovo sarà un segno di incoraggiamento e di consolazione a passare, attraverso la contemplazione e la preghiera, da condizioni – talvolta di degrado – a una speranza rinnovata.

Come si svolgeranno i momenti?
Le soste per ora previste, fino alle soglie della Settimana Santa, saranno otto, sei con la presenza dell’Arcivescovo, una con il Vicario generale e una con me. Da nord a sud, da est a ovest, si abbraccerà tutta la metropoli. Le soste dove sarà presente l’Arcivescovo saranno sempre la sera – dalle 21 alle 22 -, ma i parroci e le comunità potranno decidere di organizzare altri momenti nel periodo di permanenza della reliquia nel loro territorio.

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