Il Rettore del Seminario presenta la Giornata diocesana del 18 settembre, inserita a pieno titolo nel cammino giubilare. «La prossima nascita della prima Comunità seminaristica adolescenti è un segno di speranza»
di Ylenia SPINELLI
Domenica 18 settembre la Diocesi celebra la Giornata per il Seminario, quale rinnovata espressione della cura e della preghiera che ogni comunità riserva alle vocazioni sacerdotali. Anche questa importante ricorrenza si inserisce a pieno titolo nell’anno del Giubileo, come ci spiega monsignor Michele Di Tolve, rettore del Seminario di Milano.
Cosa intende mettere in luce il motto «Chiamati da Gesù, volto della misericordia del Padre»?
Nel Vangelo la chiamata dei discepoli e l’adesione totale a Gesù nasce dal sentirsi amati, perdonati. Ed è proprio l’infinita misericordia del Padre, che Gesù dona e rivela, che scuote, fa rinascere e risorgere la vita. Così è stato per Matteo, per Zaccheo, per la Samaritana… Solo quando un cristiano fa l’esperienza della misericordia del Signore capisce la sua identità, comprende la sua vocazione.
È così anche per i seminaristi?
Certo. È sempre presente l’esperienza della misericordia del Signore che ha toccato profondamente e definitivamente la loro vita. È dal sentirsi amati che nasce la consapevolezza che la propria vita non è un punto casuale nell’universo, ma è stata cercata, guardata, perdonata, amata come solo Gesù può fare. L’esperienza della misericordia è la grazia più grande che può capitare a un giovane. Se non ci si sente amati, la vita non ha senso. Non nasce nessuna vocazione se non c’è un’esperienza intensa di misericordia.
Quale è il passo più significativo del messaggio dell’Arcivescovo?
Quello in cui parla dell’abbandono amoroso di Pietro all’abbraccio del Risorto: il Cardinale ci ricorda che l’iniziativa di venirci a cercare là dove siamo, in qualsiasi abisso ci troviamo, è l’iniziativa di Gesù, il Figlio di Dio che si è fatto uomo, fino a condividere con noi il dolore, la morte. Quello che Dio ha fatto, la misericordia che ha donato, è troppo grande per non essere raccontata.
Quale lo scopo di questa Giornata?
Innanzitutto ravvivare il legame indissolubile tra la Chiesa ambrosiana e il Seminario, attraverso la preghiera quotidiana per i seminaristi, per i giovani in ricerca vocazionale e per tutti i nostri preti. Poi tenere vivo nel cuore di ogni credente il fatto che la preghiera per chiedere nuove vocazioni presbiterali è davvero necessaria, urgente; tale preghiera deve avere come contenuto anche quello di invocare il dono della sapienza e della santità per i nostri pastori. Altro scopo della Giornata è quello di prendere coscienza che, fin dalla fondazione da parte di san Carlo, il Seminario deve essere il più possibile autonomo economicamente dalla Diocesi e vivere per le offerte del popolo ambrosiano, di cui sulla rivista La Fiaccola rendiamo sempre conto. Offerte che utilizziamo per aiutare i seminaristi che non possono contribuire alla retta, pagare il personale e mantenere la struttura. Ora stiamo ristrutturando, secondo le norme vigenti, i piani delle camere del Quadriennio e la zona delle aule.
A breve inizierà un nuovo anno seminaristico: ci saranno novità?
Innanzitutto la nascita della prima Comunità seminaristica adolescenti, un segno di speranza in cui il nostro Arcivescovo ha sempre creduto e che ora comincia a prendere forma; poi l’arrivo di altri due docenti che stanno completando il dottorato: don Isacco Pagani, che insegnerà Sacra Scrittura al Biennio, e don Paolo Brambilla, che insegnerà Teologia trinitaria al Quadriennio. Un’altra novità è il rinnovamento della Pastorale vocazionale che ha preso avvio e il coinvolgimento di alcuni preti dedicati alla Pastorale giovanile, che diventeranno collaboratori del Rettore per la Pastorale vocazionale del Seminario all’interno del loro Decanato.