L'Arcivescovo eletto è in Brasile, in visita ai fidei donum diocesani attivi laggiù. Un’esperienza, quella nei Paesi del Sud del mondo, che ormai da anni si rinnova in ogni estate in compagnia di don Antonio Novazzi: «Il rapporto tra Chiese sorelle è una ricchezza reciproca»

di Luisa BOVE

Delpini Brasile
Con il vescovo Carlo Verzeletti e don Davide D 'Alessio

È ormai una tradizione per monsignor Mario Delpini e don Antonio Novazzi, responsabile della Pastorale missionaria in Diocesi, ritagliarsi alcuni giorni durante l’estate per visitare i fidei donum ambrosiani attivi nei Paesi del Sud del mondo. Neppure la nomina ad Arcivescovo di Milano sembra aver fermato Delpini, che ha confermato l’impegno messo in agenda già alcuni mesi fa: il 16 agosto partenza per il Brasile (dove si erano recati anche nel 2014), per essere di ritorno a Milano il 26.

«È un viaggio di incontri, di colloqui e di lavoro abbastanza impegnativo – spiega don Novazzi -. In Brasile siamo già stati qualche anno fa, quindi anche monsignor Delpini conosce queste realtà: il viaggio è dunque più facile, come pure il rapporto con le comunità». In particolare quest’anno Delpini e Novazzi vanno a conoscere il nuovo Vescovo di Grajaù, frei Rubival Cabral Britto, frate minore cappuccino, nominato il 25 marzo scorso: «Lui stesso ha chiesto di incontrarci e sarà un momento importante per conoscere il suo pensiero e riflettere insieme sul futuro per un eventuale altro invio nella sua diocesi».

Quali sono le tappe del vostro viaggio?
Da anni la Diocesi ambrosiana è presente nel Nord-Est del Brasile, nel Maranhao e nel Parà. Nel nostro viaggio ci fermiamo prima a Grajaù (Ma), dove sono presenti alcuni presbiteri diocesani: don Arturo Esposti e don Mario Magnaghi nella parrocchia San Francisco de Assisis ad Arame; don Daniele Caspani a Dom Pedro, nalla parrocchia Nossa Senhora de Nazarè; don Ezio Borsani (decano della missione) e don Pierangelo Roscia vivono presso il Vescovo e svolgono un servizio vicino alla città di Grajaù; infine don Marco Bassani, impegnato nell’area pastorale Nossa Senhora da Immaculada Conceicao (sempre a Grajaù), è rientrato in questi mesi.

Come si svolge la visita?
Facciamo conoscenza della Chiesa locale attraverso l’incontro con le comunità dove sono presenti i nostri fidei donum. Al momento ci sono solo sacerdoti, ma in passato abbiamo avuto anche alcuni laici, e proprio in questo periodo una laica si sta preparando a partire per il Brasile. Si incontra la comunità nella celebrazione eucaristica, ma anche il Consiglio pastorale, i catechisti, i ragazzi… Ogni comunità organizza la visita, che di solito si svolge in un giorno e mezzo o due per ciascuna realtà, anche perché le comunità sono abbastanza distanti l’una dall’altra.

E poi?
C’è l’incontro con il Vescovo, perché è lui che dà alcune linee per il futuro: può richiedere altri aiuti, oppure nuove forme di collaborazione. Ci mettiamo sempre in ascolto della Chiesa locale. Per noi è molto importante mantenere il rapporto tra Chiese sorelle che si conoscono nel tempo e possono aiutarsi a vicenda. Diventa una ricchezza reciproca tra la Chiesa di Milano e quella che accoglie i nostri fidei donum.

La seconda tappa invece è nel Parà…
Sì, ci spostiamo con il bus e sono diverse ore di viaggio. Nel Parà incontriamo il nostro fidei donum don Davide D’Alessio, teologo e insegnante alla Facoltà teologica di Belèm, che risiede in una parrocchia: il suo lavoro è sia pastorale, sia di insegnamento. Incontreremo lo staff docente, così pure la parrocchia e infine il Vescovo. Questi incontri servono per tenere i rapporti con la Chiesa che ospita i nostri missionari. Poi c’è un ascolto reciproco per capire se ci sono altre richieste, se la Chiesa sta crescendo. Il fidei donum infatti va dove c’è una domanda, dove manca il clero o dove ci sono problemi. Non vogliamo mai assumere ruoli di protagonismo, ma di servizio e di aiuto. Quindi, quando una Chiesa cammina bene con le sue gambe, ha le forze e i suoi leader nella pastorale, di solito ci spostiamo in altre realtà o per altri cammini.

I preti ambrosiani sono impegnati anche in opere sociali?
Più che altro cercano di mantenerle vive. In diverse parrocchie sono stati avviati percorsi educativi scolastici e i fidei donum si mettono al servizio di questi cammini, magari potenziandoli. Tuttavia si è tentata qualche esperienza di cooperativa. Penso per esempio a quella realizzata con un gruppo di donne che raccoglievano le noci brasiliane, poi le trattavano con macchine particolari per ricavarne olio, saponi e creme varie. Ricordo bene questa esperienza in una parrocchia. Per il resto l’impegno si svolge più nel campo educativo e scolastico. C’è da dire che sono tante le realtà nei villaggi più lontani. È molto significativa anche la presenza delle suore missionarie dell’Associazione Piccole apostole di Gesù legate al Vispe: vivono in semplicità accanto alla gente, in città e nei villaggi; tutte coltivano la terra e insegnano il mestiere, poi vendono i prodotti dell’orto per mantenersi.

Per Delpini è il primo viaggio da Arcivescovo eletto, ma già da Vicario generale manteneva i rapporti con i preti missionari…
Durante le visite monsignor Delpini ha sempre incontrato personalmente tutti i preti e gli eventuali laici presenti; dedicava quindi diverse ore ai colloqui individuali. Prima di concludere la visita in tutte le parrocchie c’era un incontro finale con tutti i fidei donum. Dopo aver ascoltato tutti Delpini dà sempre qualche indicazione per il futuro.

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