A cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica, questo l’obiettivo della rinnovata riflessione chiesta da papa Francesco. Un’occasione per rivitalizzare la Pastorale familiare ai vari livelli

famiglia

di Maria e Paolo ZAMBON e don Massimiliano SABBADINI
Responsabili diocesani del Servizio Famiglia

 

Domenica 14 marzo, al termine della preghiera dell’Angelus, papa Francesco ha voluto ricordare l’appuntamento del 19 marzo con l’apertura dell’Anno della Famiglia “Famiglia Amoris Laetitia”. Il Santo Padre lo ha indicato come un anno speciale per crescere nell’amore familiare e ha invitato «a uno slancio pastorale rinnovato e creativo per mettere la famiglia al centro dell’attenzione della Chiesa e della società». A conclusione del suo invito, Francesco ha assicurato preghiere «perché ogni famiglia possa sentire nella propria casa la presenza viva della Santa Famiglia di Nazaret, che ricolmi le nostre piccole comunità domestiche di amore sincero e generoso, fonte di gioia pur nelle prove e nelle difficoltà».

La data del 19 marzo celebra i cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia sulla bellezza e la gioia dell’amore familiare. La conclusione solenne sarà il 26 giugno 2022, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma con il Santo Padre. Sono programmate molte iniziative, ritmate da ben dieci messaggi del Papa che ci accompagnerà commentando i capitoli di Amoris Laetitia. Tutti gli approfondimenti e i materiali sono disponibili sull’apposito sito del Dicastero vaticano per i Laci, la Famiglia e la Vita (www.laityfamilylife.va).

È molto chiaro che si tratta dell’inizio di un cammino, più che di una celebrazione commemorativa: l’esortazione apostolica possiede infatti una ricchezza ancora tutta da scoprire e il primo messaggio del Papa (pubblicato venerdì) rappresenta per tutti la convocazione a un lavoro futuro. L’impegno è innanzitutto quello di presentare sempre meglio al mondo il disegno di Dio sulla famiglia: è fonte di gioia e di speranza, è davvero una buona notizia.

Si presenta allora, anche nelle nostre comunità, l’occasione per verificare, forse per impostare meglio e rivitalizzare la Pastorale familiare nei suoi vari livelli, da quello parrocchiale a quello diocesano, passando per i Decanati e le Zone pastorali. Ciò potrà avvenire nel segno e con l’esercizio concreto di ampie collaborazioni: quelle improntate a comunione e crescita nella fede tra i coniugi e i preti, i diaconi, le religiose; quelle con chi anima dall’interno la vita delle comunità (soprattutto con i catechisti, l’oratorio e la Pastorale giovanile, i volontari Caritas, i gruppi di spiritualità); quelle con le diverse realtà con cui condividere le esperienze di annuncio del Vangelo nella vita degli sposi e delle famiglie e che realizzano prossimità sul territorio e trasversalmente ai vari “mondi” di riferimento (sport, scuola, web e media, movimenti, impegno culturale e sociale…); quelle con tante altre famiglie, magari semplicemente con i vicini di casa.

L’obiettivo, più volte proclamato, ma forse spesso disatteso, sarà finalmente quello di considerare davvero le famiglie come soggetto e non solo come oggetto dell’azione della Chiesa.

Una Chiesa con comunità e ambiti più a misura di famiglia sarà anche maggiormente vissuta come casa comune, promotrice di familiarità per tutti, testimonianza del Mistero che la abita e che la accende per la missione, accessibile e vero punto di riferimento perché attratta dall’Amore del Padre e rivolta a quello di tutti i fratelli e le sorelle dell’unica famiglia umana.

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