Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica del “Franco Parenti”, “madrina” di un progetto di rilancio che vede 10 Sale della Comunità ambrosiane condividere competenze ed esperienze e puntare a un programma congiunto

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I partecipanti alla presentazione del progetto

di Gabriele LINGIARDI

«Fare un progetto insieme è difficile e bisogna avere ambizioni. Una di queste, che vi propongo, è addirittura di influenzare il mercato, prendendo gli spettacoli, mettendoli nella programmazione e facendoli andare bene. Il vostro progetto sia qualcosa di più di una somma di individualità, ma sia qualcosa che renda la partecipazione del pubblico nelle vostre sale qualcosa di diverso e unico»: parole di Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice artistica del Teatro Franco Parenti, tra le figure più importanti del panorama culturale italiano e non solo, presente questa mattina alla nascita del progetto «Teatri in rete».

Il valore dei volontari

Nella Curia arcivescovile di Milano, l’Acec di Milano insieme a Itl e con il supporto di Fondazione Cariplo, hanno presentato il coordinamento che dovrà rilanciare i palcoscenici da oggi, con uno sguardo lungo verso il cammino del teatro dopo il lockdown. Sposando la missione e la visione delle Sale della comunità, che uniscono alle competenze del personale quelle dei volontari, Shammah ha aggiunto: «Noi facciamo una divisione assolutamente impropria quando separiamo i professionisti dai volontari. Perché la professione del teatrante deve fare i conti con la certezza che possiamo avere i teatri pieni solo se, da anni, la gente si sente a casa e se ci siamo. Se siamo presenti, ci impegniamo, salutiamo, entriamo in sala, guardiamo il nostro pubblico, parliamo con loro. E il risultato è che tutto questo funziona».

Con lei anche Giovanni Vernassa, membro del comitato di presidenza insieme a Guglielmo Mirra dell’Anet (Associazione Nazionale Esercenti Teatrali) in seno ad Agis, che ha sottolineato l’entusiasmo e la creatività che si può trovare all’interno delle Sale della comunità.

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Bernardini: «Coordinamento essenziale»

È intervenuto anche don Gianluca Bernardini, presidente nazionale Acec e Acec Milano, referente dei Centri Culturali Cattolici di Milano: «È proprio vero che le difficolta possono essere uno stimolo per soluzioni innovative. Il progetto è nato quando ci siamo sentiti più persi, durante i lunghi mesi di stop dovuti al lockdown. La missione delle Sale della Comunità non è di abbattersi, ma di credere che la cultura sia un bisogno essenziale del nostro vivere. Noi ci siamo, ci siamo sempre stati, e ora saremo ancora più presenti per lo spettacolo dal vivo. Il coordinamento è uno strumento essenziale, rivoluzionario per le nostre realtà, e inizia un processo che non potrà essere fermato in cui, pur nella distinzione delle singole identità, tutti gli esercizi che condividono la stessa vocazione possano ritrovarsi più forti di prima grazie al supporto reciproco. Mettiamo sul tavolo competenze, conoscenze e un progetto comune che crediamo ci porterà ancora più lontano. Per rispondere al meglio alle esigenze del pubblico, ma soprattutto per continuare a perseguire la nostra missione fatta di emozioni, qualità e soprattutto di pensiero».

Ha aggiunto Angelo Chirico, coordinatore del progetto Teatri in Rete: «Il teatro vissuto nei territori ricostruisce oggi più che mai le nostre comunità. Nello scoprire le molte cose in comune rafforziamo le nostre identità e guardiamo insieme al futuro in modo più consapevole e forte».

Don Gianluca Bernardini e Andrée Ruth Shammah

Don Gianluca Bernardini e Andrée Ruth Shammah

Perché in rete?

Il progetto «Teatri in rete» è il culmine di un percorso condiviso maturato negli anni e rafforzatosi durante lo stop causato dalla pandemia. La tradizione pluridecennale delle Sale della Comunità ha portato a esperienze sui territori di appartenenza che rappresentano un unicum a livello nazionale per profondità e per radicamento storico.

Tutto questo non basta più. I Teatri in rete credono che alle difficoltà che il settore culturale sta affrontando si possa rispondere solo unendosi, comunicando insieme e progettando in sinergia. Così, nel rispetto dell’autonomia economica, artistica, gestionale e organizzativa delle singole realtà, nasce, per la prima volta, un coordinamento tra sale teatrali. In questo modo il palcoscenico assume un ruolo ancora maggiore all’interno dell’Acec, continuando il processo di valorizzazione della polifunzionalità di queste realtà. Le sale hanno una molteplicità di dimensioni. Non solo la verticalità dello schermo cinematografico: quando questo si alza, subentra la tridimensionalità del palcoscenico.

Gli obiettivi

Il coordinamento si propone di rendere ancora più visibile al pubblico, alla società e alle istituzioni l’unicità dell’esperienza comune. Offre un supporto qualitativo e la messa a disposizione delle competenze reciproche, per elevare sempre più l’offerta agli spettatori, ampliando il bacino e dando uno strumento per supportare gli elevati budget economici sostenuti.

«Teatri in rete» sarà anche un nuovo interlocutore istituzionale, un organo che rappresenta le dieci sale che insieme contano più di 500 tra operatori culturali, professionisti e volontari, che rendono possibile la continuazione di stagioni storiche. Il coordinamento opera in sinergia per ottimizzare la circuitazione degli spettacoli, offrendo alle compagnie un bacino di pubblico più ampio.

«Teatri in rete» è uno strumento che permette di offrire alle compagnie continuità nella programmazione, correlata a standard organizzativi d’eccellenza e professionalità nella gestione di accoglienza e dei servizi.

Orizzonte comune

Il claim di questa prima edizione, «Le nostre storie in un orizzonte comune», sintetizza la natura collaborativa del progetto, che vede operare in sinergia l’Acec della Diocesi di Milano con l’ufficio Itl (Impresa Tecnoeditoriale Lombarda) con il supporto economico di Fondazione Cariplo.

L’orizzonte comune non intende limitarsi ai dieci fondatori, ma vuole, con il tempo, andare ad abbracciare altre Sale della Comunità per costruire una rete di teatri dalle maglie sempre più intrecciate, solide e in grado di avvincere il pubblico.

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