Dibattito a Palazzo Marino in occasione di un volume edito da In dialogo nel centenario dell’Appello «ai liberi e forti». Pubblichiamo i video degli interventi e alcune interviste
«A tutti gli uomini liberi e forti facciamo appello perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e di libertà.» Suonano quanto mai attuali le parole di don Luigi Sturzo, che il 18 gennaio di cent’anni fa invocava e sollecitava un sussulto d’orgoglio nei cattolici – e non solo – a prendersi a cuore la costruzione di una nuova Italia, fondata sugli ideali della libertà, dello sviluppo, del progresso, della giustizia e del lavoro per tutti. Lettere, discorsi, pensieri che anche oggi suscitano riflessioni importanti e sono capaci di ispirare tempi in cui obiettivamente l’agire politico sembra aver perso smalto e capacità di appassionare uomini e donne «liberi e forti» per costruire un progetto – come scrisse Sturzo – che sappia «congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano internazionalismo», portatore di bene comune.
Ha preso spunto da queste riflessioni il dibattito «Sturzo, cent’anni dopo. Buone ragioni per una nuova politica» promosso da Itl-In Dialogo Editore, Unione Cattolica della Stampa Italiana-Lombardia, Istituto Luigi Sturzo e Comune di Milano, e svoltosi lunedì 28 gennaio a Palazzo Marino a Milano, a partire dalla pubblicazione del volume di In dialogo Liberi e forti. Per una nuova politica a cent’anni dall’appello di Luigi Sturzo.
Dopo i saluti introduttivi di Lamberto Bertolé (presidente del Consiglio comunale di Milano), Beatrice Uguccioni (vicepresidente del Consiglio comunale di Milano), Alessandro Galimberti (presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia), Monica Forni (presidente dell’Ucsi Lombardia), Alberto Mattioli e Pino Nardi (curatori del volume), sono intervenuti Matteo Truffelli (docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Parma e presidente dell’Azione cattolica italiana), Antonio Carioti (giornalista del Corriere della Sera), Marco Vitale (economista e opinionista) e Rosy Bindi (politico, già presidente della Commissione parlamentare antimafia).